Zoran Mušič raccontato da 30 opere a Štanjel, la mostra fino a settembre

Zoran Mušič raccontato da 30 opere a Štanjel, la mostra fino a settembre

LA PRESENTAZIONE

Zoran Mušič raccontato da 30 opere a Štanjel, la mostra fino a settembre

Di REDAZIONE • Pubblicato il 24 Apr 2025
Copertina per Zoran Mušič raccontato da 30 opere a Štanjel, la mostra fino a settembre

Il percorso racconta dell’artista sloveno, invitando a «mettersi in cammino con l’eterno Viandante».

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Ieri, 23 aprile, è stata presentata la mostra “Mušič. Corpi dei paesaggi”, che sarà inaugurata venerdì 25 aprile alle 20 al Castello di Štanjel. Il progetto espositivo è stato illustrato dalla direttrice dell'Agenzia di Sviluppo Locale del Carso e dei Brkini, Karmen Rodman, dalla curatrice della mostra e storica dell’arte Nelida Nemec, dal coordinatore del progetto per GO! 2025 Primož Nemec e dal responsabile del programma GO! 2025 Stojan Pelko. 

Saranno esposte circa 30 opere, per lo più realizzate con la tecnica dell’olio su tela e tutte provengono da vari musei e collezioni, inclusi numerosi prestiti da collezionisti privati. Nell’atrio potremo ammirare i lavori di Mušič realizzati nei periodi di Maribor e Lubiana, in prestito dalla Galleria d’Arte di Maribor e dal Museo di Bela Krajina di Metlika. I cicli presenti nella mostra coprono il periodo tra il 1947 e il 1974 e includono i celebri Cavallini, Motivi dalmati, Paesaggi rocciosi, Paesaggio senese, Paesaggio umbro, il ciclo “Non siamo gli ultimi”, e Motivo vegetale, distribuiti in tre sale del primo piano. 

La prossima mostra dedicata a Mušič, “Mušič. Paesaggi dei corpi” è prevista per il 14 maggio nel Castello di Dobrovo. A seguire, il 25 maggio, in occasione dell’anniversario della morte dell’artista, aprirà al pubblico la mostra “La stanza di Zurigo” nella Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia al Palazzo Attems.
 

«Il Castello di Štanjel è da secoli un luogo in cui storia e arte si intrecciano – così Karmen Rodman - qui, tra molte altre iniziative culturali, ospitiamo regolarmente l’eredità di uno dei più importanti artisti del secondo dopoguerra nel contesto sloveno e italiano come Lojze Spacal». «Oggi questa tradizione continua con la mostra dedicata a Zoran Mušič. Siamo certi che attirerà numerosi visitatori, offrendo loro l’opportunità di scoprire l’arte, la storia e la tradizione del nostro territorio – continua Rodman - inoltre, siamo lieti di annunciare la riapertura del castello restaurato, prevista per il 18 giugno, con nuovi contenuti e un proseguimento attraverso il Festival Estivo, che, con il sostegno del Comune di Komen, presenterà numerosi eventi all’insegna dell’arte, della cultura e dell’enogastronomia». 

«Zoran Mušič, insieme all’architetto Edvard Ravnikar e allo psichiatra Franco Basaglia, è una figura simbolica che invita l’Europa a volgere lo sguardo sulla nostra regione goriziana per comprendere meglio il Novecento – ha sottolineato Stojan Pelko, che continua dicendo che - questa non è stata solo terra di guerra mondiale, ma oggi è anche luogo di memoria e modello di come si possa superare l’orrore attraverso la testimonianza artistica, costruire il nuovo con visione e spezzare le catene del passato con coraggio. Per comprendere l’attualità di Mušič, non basta fermarsi ma bisogna mettersi in cammino, con l’eterno Viandante, e superare i confini del possibile».
 

Ha preso la parola, poi, Nelida Nemec elogiando Zoran Mušič « pittore, incisore e disegnatore di fama internazionale che torna in modo particolare nei luoghi che amava fin dall’infanzia, e che hanno lasciato forti tracce nella sua vita e nella sua opera. Con le due mostre nei castelli di Štanjel e Dobrovo vogliamo esprimere profonda gratitudine per il dono che ha lasciato a questa parte della sua terra d’origine e presentarlo per la prima volta da una prospettiva che coglie, sente e rivive la sua opera in modo diverso, considerando l’esperienza e la complessità della percezione del mondo nel senso più ampio del termine» conclude.
  

Mušič è stato un artista con un’identità ben definita e riconosciuta, difficilmente classificabile nei movimenti e nelle correnti del modernismo e postmodernismo del dopoguerra. La sua vasta produzione dopo il 1945 nasce dalla sua esperienza personale, segnata dalla detenzione in un campo di concentramento, con tutto l’orrore, la paura, la sofferenza fisica e psicologica, vissuta tra la vita e la morte. 

La sua arte si esprime in un linguaggio figurativo piuttosto che astratto, prediligendo paesaggi e figure. Offre una pluralità di interpretazioni e comprensioni, del corpo, della percezione, della vista e della visibilità, così come degli elementi pittorici quali linea, colore, prospettiva, luce, forma, spazio e profondità. Questa diversità ha saputo fondere, in modo unico e suggestivo, la visione del paesaggio e del corpo, paesaggi dei corpi e corpi dei paesaggi, un’unione che reputo tra le possibili letture della sua opera, ispirata anche dalle sue parole «Le colline mi ricordavano corpi nudi, privi persino della pelle. Le ho sempre immaginate così, senza stagioni né colori. Quando le vidi e le dipinsi, fui sopraffatto da un’emozione fortissima, impetuosa». 

Il suo lavoro ha lasciato un'impronta duratura sul Novecento, contribuendo per decenni alla sua evoluzione in modo riflessivo e incisivo. Tra tutti i luoghi che lo hanno ispirato, il paesaggio carsico, conosciuto fin dall’infanzia e presente fino alla fine del suo cammino, ha avuto un ruolo speciale, lasciando un segno indelebile sulla sua arte e sulla sua sensibilità. 

Primož Nemec, coordinatore del progetto per GO! 2025, ha annunciato, inoltre, che durante il periodo della mostra saranno organizzati numerosi eventi collaterali, tra cui visite guidate da esperti, la presentazione della monografia e del catalogo.

La mostra sarà visitabile nella Galleria Lojze Spacal nel Castello di Štanjel fino al 6 settembre 2025. In seguito, proseguirà con una selezione di grafiche tratte dal ciclo “Non siamo gli ultimi”, provenienti dal castello di Dobrovo. L’altra parte della collezione sarà esposta proprio al castello di Dobrovo, dove le opere di Mušič resteranno visibili fino alla prima settimana di gennaio 2026. 

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