il progetto
La Wein Secession sui vini di Komjanc, 136 anni dopo quel «vino perfetto»

Presento il nuovo progetto sviluppato dall'agenzia Mumble Design per l'azienda di vini di Giasbana, ispirandosi alle radici mitteleuropee.
L’azienda Komjanc rinnova la propria veste grafica, trovando ispirazione nelle radici storiche e culturali del Goriziano. Si intitola infatti Wein Secession il progetto sviluppato dall'agenzia Mumble Design di Cormons, ossia quella Secessione viennese che ha fatto la storia dell’arte e non solo. Giocando sul nome della capitale austriaca e del fu Impero asburgico, diventa quindi una secessione ‘del vino’, quella presentata questa mattina nella sede dell’azienda a Giasbana, frazione di San Floriano del Collio.
«L'azienda - ha introdotto il giornalista Stefano Cosma - vanta una lunga storia vitivinicola di famiglia, lunga tre secoli. Domenica 26 agosto 1888 - come si legge nel Gospodarski list - l'Associazione dei viticoltori e dei frutticoltori del Collio organizzò una mostra di frutta e vino a San Floriano e una commissione venuta da Gorizia, per scegliere quali vini inviare alla Fiera della frutta di Vienna organizzata per celebrare il 40esimo anniversario dell'imperatore, selezionò un unico vino: quello di Florjan Komjanc».
Lo scelsero «per le qualità di un vino buono e perfetto», come ricordato dall’esperto. A dare il via a questa vera e propria "dinastia del vino" fu il capostipite Francesco, presente in queste zone da metà Ottocento. Negli anni a seguire, è nata un’azienda nota al grande pubblico di appassionati del vino, ma anche dell’olio producendone dal 2005. Complici la fama sempre più marcata del marchio, Roberto Komjanc e la moglie Raffaella - che hanno ricevuto il testimone dal padre Alessio - hanno voluto così rinnovare il marchio.
Un aspetto non secondario, quando si parla soprattutto di etichette, con i grafici che hanno voluto tenere alcuni aspetti ma introdurre anche elementi nuovi. Come spiegato da Davide Bevilacqua di Mumble, si è lavorato su un logo con «un’identità flessibile», dove sono in particolare le lettere a giocare un ruolo fondamentale. Queste «possono essere ulteriormente sviluppate, non devono essere banali e didascaliche», lavorando quindi sulla texture e rilievi a secco presenti sull’etichetta che il consumatore può toccare sulla bottiglia.
Oltre a questo rebranding, l’azienda si è affidata negli ultimi anni all’esperienza dell’enologo Gianni Menotti. «Il concetto di fare vino - ha spiegato - parte sempre dall'uva, sia qui o in Australia o in California. L’enologo non deve trasformare il vino ma dargli un valore aggiunto rispetto a quanto gli da già la natura. Deve sapere leggere il territorio». Guardando quindi al lavoro d’immagine, «le progettualità sul vino ed etichetta ci devono essere in tutte le cantine. Ormai tutte devono essere delle aziende strutturate».
Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram e Whatsapp, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) la redazione de Il Goriziano è contattabile al +39 328 663 0311.

Occhiello
Notizia 1 sezione

Occhiello
Notizia 2 sezione
