Voto palese e non segreto in Aula, polemica della minoranza a Monfalcone

Voto palese e non segreto in Aula, polemica della minoranza a Monfalcone

la polemica

Voto palese e non segreto in Aula, polemica della minoranza a Monfalcone

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 16 Nov 2022
Copertina per Voto palese e non segreto in Aula, polemica della minoranza a Monfalcone

L'opposizione attacca la maggioranza sulla gestione del voto, cosa dice il regolamento.

Condividi
Tempo di lettura

L'elezione degli ultimi due presidenti di commissione a Monfalcone è approdata nella conferenza dei capigruppo in consiglio comunale. Tra i vari punti da discutere, è stato proprio questo che ha portato alla reazione dell'opposizione consiliare dei Progressisti "entrati in collisione" con la manifestazione muscolare della maggioranza che guida la città. A spiegarci come sono andate le cose, secondo il suo punto di vista, è il progressista Davide Strukelj (nella foto) espressione della minoranza consiliare.

"Il presidente del consiglio comunale, energicamente sostenuto dai capigruppo della maggioranza - spiega il componente dell'opposizione - ha deciso di procedere alle elezioni dei presidenti di commissione per voto palese e non per voto segreto, come accade per prassi consolidata. A nulla sono valse le nostre rimostranze. Il punto è stato risolto, nella sostanza, da un secco 'possiamo decidere come fare, e si decide a maggioranza'". A onor del vero, nel regolamento dell'Aula non appare espresso in alcun articolo che la votazione del presidente di commissione debba tenersi con il voto segreto, come non appare però nemmeno il contrario.

Sulla materia si è espresso pure il Consiglio di Stato nella sezione quarta il 31 ottobre 2006, all'articolo numero 339. "Sul piano generale – secondo la regola originariamente sancita dalla risalente normativa sugli enti locali – le deliberazioni degli organi collegiali concernenti persone debbono essere di norma adottate a voti segreti e tale principio deve essere rigorosamente osservato, in mancanza di diversa espressa previsione normativa, tutte le volte che l’amministrazione deve esercitare facoltà discrezionali le quali hanno per presupposto l’apprezzamento e la valutazione delle qualità e degli atti di una persona".

"La segretezza del voto, appunto espressamente stabilita a pena di nullità dall’antico art. 298 t.u. com. prov. 1915, costituisce dunque un principio generale (...). Tale principio, avendo portata ordinamentale, può recedere solo a fronte di una diversa prescrizione normativa" concludono i giudici. E ancora - sempre il Consiglio di Stato al punto numero 550, ma in data 6 giugno 1995 - sul voto segreto, precisa che si tratta di un principio di carattere generale "posto a garanzia della indipendenza dei componenti i collegi amministrativi, nelle sole ipotesi in cui l’oggetto della deliberazione investa persone o comporti discrezionalità nella valutazione dei fatti inerenti a persone in deroga alla regola del voto palese, ispirato al principio della trasparenza amministrativa".

Di tutto questo, i Progressisti per Monfalcone si domandano se il "concetto" sia chiaro o no. "Scritto, riscritto e ribadito: il tema è la libertà di giudizio e l'indipendenza dei membri dei collegi amministrativi. Insomma l'abc della democrazia" ribadisce Strukelj che poi aggiunge: "La maggioranza al governo della città teme la libertà di giudizio dei suoi consiglieri? Insomma, dopo la fedeltà chiesta alle associazioni e dopo il patto di obbedienza preelettorale chiesto ai candidati, ecco ora il voto palese sempre e comunque, così si può controllare che nessuno faccia il furbo".

Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) +39 328 663 0311.

Articoli correlati
...
Occhiello

Notizia 1 sezione

...
Occhiello

Notizia 2 sezione

...
Occhiello

Notizia 3 sezione