La voce blues di Kaz Hawkins a Gorizia: «Irlanda, io e il fascino per il confine»

La voce blues di Kaz Hawkins a Gorizia: «Irlanda, io e il fascino per il confine»

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La voce blues di Kaz Hawkins a Gorizia: «Irlanda, io e il fascino per il confine»

Di Eliana Mogorovich • Pubblicato il 05 Lug 2024
Copertina per La voce blues di Kaz Hawkins a Gorizia: «Irlanda, io e il fascino per il confine»

Il concerto, con al pianoforte Franck Le Masle, si inserisce nel progetto Sorsi solidali. L'artista ospite domani sera: «Porto buone parole alla città».

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Per i cultori della musica non ha bisogno di presentazioni. Premiata nel 2022 a Berlino per il miglior album, domani sera (sabato 6 luglio) alle 21.30 Kaz Hawkins farà risuonare la sua voce fra i portici di piazza Sant’Antonio a Gorizia con una performance (a ingresso libero) dedicata proprio a “My life and I”, il lavoro che l’ha portata sul podio due anni fa. Vincitrice del Northern Ireland Blues Act of the Year nel 2018 nel Regno Unito, trionfatrice della European Blues Challenge del 2017 in Danimarca e, nel 2016, in Inghilterra, nel 2017 è stata semifinalista del Blues Foundation International Blues Challenge di Memphis.

Il concerto, che la vedrà sul palco accompagnata al pianoforte da Franck Le Masle, si inserisce nell’articolato progetto “Sorsi solidali” che, la scorsa settimana, ha avuto un momento di importanza internazionale sempre centrato su Piazza Sant’Antonio grazie alle degustazioni volte alla valutazione dei vini partecipanti al concorso che porterà alla pubblicazione degli uvaggi vincitori in una specifica guida dedicata ai vini solidali. L’intero progetto, ideato da Il Mosaico Consorzio di cooperative sociali nell’ambito della riqualificazione di Borgo Castello verrà presentato proprio domani sera a margine del concerto dominato dalla cantante irlandese.

Da qualche anno trapiantata in Francia, Hawkins ha mantenuto il legame con la terra d’origine nelle sonorità che fondono blues, folk, soul, jazz e ritmi celtici, il tutto accompagnato da indicibile talento ed energia, indispensabili per dare corpo alla travolgente carica emotiva delle sue canzoni. Dalla prestigiosa scuderia della Dixiefrog Records (Parigi), Kaz si è fatta un nome grazie alle sue esibizioni appassionate, quando non sfrontate, sempre e comunque non incasellabili in un genere preciso anche in virtù dei temi di grande drammaticità trattati dai suoi testi.

La violenza domestica, la salute mentale e la tossicodipendenza son argomenti che, toccando le corde più profonde degli ascoltatori, incoraggiano e suggeriscono il cambiamento grazie anche alla patina di realtà proveniente dalla sofferta storia personale dell’artista. Attraverso l’ufficio stampa della manifestazione, abbiamo avuto la possibilità intervistare l'artista.

Come è stato lasciare la tua "casa" irlandese per spostarti in Francia?
Sto molto bene: sicuramente mi mancano le mie radici, ma a un certo punto era necessario poiché lì ogni cosa mi ricordava il mio passato, i miei traumi, la mia sofferenza, il mio percorso di grande malessere e di disperazione. E poi, anche dal punto di vista della carriera, la Francia è centrale, da qui mi muovo in tutta Europa con facilità, ci sono più stimoli. Inoltre è un bellissimo Paese e ora che sono qui sto riprendendo addirittura dei brani composti 30 anni fa, che solo ora riesco a riprendere in mano perché non mi fanno così male e sono riuscita a metabolizzarli. 

Ti muovi da sola o hai un manager? 

Ho un'agenzia di booking, quella sì, ma non un manager: è una scelta. Spesso il ruolo del manager ti distacca dalla realtà, ti toglie la libertà di poter fare delle cose che magari possono non essere contemplate. E io, con la mia musica e le tante cose che ho da dire, ho bisogno di essere libera. Alla fine è un gesto d'amore per me stessa: perché quando ti vuoi bene tu per primo, poi tutto è possibile!

Come definiresti il tuo genere di musica?  
Non è Blues, Non è Jazz... e "simply Kaz": suona allo stesso modo, ed è un genere tutto mio. Non ci sono etichette in questo caso.

Che rapporto hai con la tua voce?

Sincero. È il mio strumento di comunicazione. Sfrutto una mia "fortuna", un talento naturale per arrivare agli altri: ci sono storyteller che cantano "male", ci sono cantanti bravissimi che non sanno fare gli storyteller. Io non mi sono mai posta questo problema: canto per comunicare delle cose, per creare relazioni, per dare speranza. Per questo il focus della mia voce è sulla comprensione delle parole, dell'espressività: le mie emozioni si devono comprendere per condividerle.



Com’è per te venire in Italia e in particolare a Gorizia? Come sai tra poco saremo Capitale europea della cultura in un contesto transfrontaliero...
Conosco poco l'Italia ed è la seconda volta che vengo qui nella vostra zona. Questo territorio mi affascina per la complessità che tutte le aree di confine hanno. Cerco di capirlo e venendo dall'Irlanda, da sempre dilaniata da conflitti interni, credo di percepirne le emozioni, la storia, la sofferenza. Cercherò di portare buone parole alla città di Gorizia e Nova Gorica per questa grandissima occasione di affrontare insieme una festa così grande.

Madrina del Cahors Blues Festival del 2022, Hawkins è anche stata al fianco di alcuni tra i vincitori del Grammy Award come Christone "Kingfish" Ingram, Popa Chubby e Kirk Fletcher come headliner della stessa manifestazione. Invitata dal compositore irlandese e candidato al Golden Globe Brian Byrne per esibirsi in Irlanda e Los Angeles, ha cantato con cast internazionali che includevano Fra Fee, Joe Rooney, Adele King, nonché un coro di 70 membri e l'Orchestra del Concerto RTÉ per il lancio della produzione di Angel of Broadway a Dublino.cold-smooth-tasty

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