Vita e opere del maestro Munaro nella sua Grado: storia, natura e umanità nella sua arte

Vita e opere di Vincenzo Munaro nella sua Grado: storia, natura e umanità nella sua arte

La manifestazione

Vita e opere di Vincenzo Munaro nella sua Grado: storia, natura e umanità nella sua arte

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 15 Ott 2023
Copertina per Vita e opere di Vincenzo Munaro nella sua Grado: storia, natura e umanità nella sua arte

Tra i temi trattati anche la futura Capitale della Cultura con uno sguardo sempre proiettato a una visione più ampia.

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Pennellate con cui pare di percepire la risacca del mare, lieve come quando si appoggia all’orecchio una conchiglia. Quadri che raffigurano spiagge deserte, quelle degli ultimi giorni di sole, con i lettini chiusi impilati e la luce che non tramonta mai. Senza tralasciare le opere scultoree, che assorbono tanta energia all’autore, i cui volti estatici simboleggiano quasi un inno alla purezza dell’arte. Si è svolto ieri mattina, presso la sala Marina del Grand hotel Astoria di Grado, l’incontro dedicato al grande artista nato a Funes, ma gradese d’adozione.

A introdurre l’evento, di fronte a un pubblico proveniente anche dal vicino Veneto, il direttore artistico Tullio Svettini, dell’associazione Grado Teatro. Il quale ha voluto ricordare la formazione dell’artista a opera di allievo di Francesco Messina e Armando Pizzinato, narrando dei primi esordi nel 1968 – con l’apertura a Belluno di un suo studio e la prima mostra a Grado l’anno consecutivo. Nel 2015, durante una manifestazione in via Marina, vengono lette alcune pagine di Dino Buzzati e Biagio Marin - costruendo “un po’ quella porta fra il bellunese e la città di Grado” - che già nel 1998 si era aperta a Belluno, con la mostra fotografica di Domenico Marocco e Giuseppe Zanfron. “Munaro ha partecipato anche ai Vini per la pace” di Cormons, portando le proprie sculture alle cantine delle cooperative cormonesi”, ha ricordato ancora Svettini. Impegni su territori diversi, parallelismi che nel tempo si sono tradotti in lavori a ridosso di Veneto e Friuli Venezia Giulia. Un’attività artistica “che lega due sentieri”, ha sottolineato anche il commissario del comune di Grado, Augusto Viola.

“Un proverbio dice ‘Roma caput mundi, Venezia al secondo posto e Udine al terzo’ - ancora Viola – ma non è così, qui. Grado è al secondo posto, poi viene Venezia. Una figlia che deve tanto, alla mater Grado. Un’unione che si manifesta con la storia, con la cultura antica e le invasioni subite. Grado non è solo spiagge e peculiarità culinarie, ma anche arte”. Una città ricca di storia, nella quale “la cultura diviene elemento di coesione territoriale e fondante di un popolo”, ha rimarcato il commissario, aggiungendo come “il comune affiancherà tutte le manifestazioni culturali che mirino a valorizzare il territorio regionale e le altre regioni, fra cui il Veneto”. Sono poi stati letti brani tratti da un articolo del Giro d’Italia di Dino Buzzati e versi de “Il non tempo del mare” di Biagio Marin.

A portare i saluti di Gianluca Dal Borgo - sindaco di Chies d’Alpago - è stato invece il consigliere Franz Zanne. “Munaro ha fatto conoscere la nostra realtà in tutta Europa. Quella Mitteleuropa collegata a Grado, ma anche alle nostre montagne. Vincenzo ha sempre parlato a tutti, perché grazie all’arte riesce a connettere, a mettere assieme le anime di popoli differenti. E di questo, Chies ne sta beneficiando”. Ospite d’onore all’incontro è stata poi Silvia Cestaro, consigliere della regione Veneto nella VI commissione alla cultura. Che portando anche i saluti del consigliere Roberto Ciambetti, ha letto la lettera scritta dal presidente regionale del Veneto Luca Zaia. Dalle cui parole traspare un artista a tutto tondo, “un autorevole rappresentante dell’intero Nord-Est, in grado di creare collegamenti fra le Dolomiti e il mare”. Augurandosi di poter beneficiare dell’attività artistica di Vincenzo anche in occasione dei Giochi olimpici che si svolgeranno a Cortina nel 2026. “I fili sono tanti – ha rimarcato Cestaro. Legami che noi sentiamo forti” anche grazie alla storia e al passato. “Una parte del bellunese dipendeva dal patriarcato di Aquileia, e anche Cortina, fino al 1511. Proprio di recente i sindaci dei litorali veneti e friulani si sono riuniti per poter gestire le opportunità su una scala più vasta”. Politiche comuni di sviluppo di un territorio che è in primis una punta di diamante del turismo transfrontaliero. “Vincenzo è una chiusura di questo filo, un’ipoteca per i nostri figli. Perché gli artisti legano i territori, consentendo ai nostri figli di esplorare il mondo anche seguendo le orme di chi è stato il nostro ambasciatore in tutta Europa”. Sono seguite poi proiezioni dell’intervista rilasciata a Bruno Pizzul il 10 agosto del 2014.

L’artista è stato poi incalzato dalla scrivente per approfondire insieme al pubblico i tratti della sua sperimentazione artistica.
“Gorizia capitale della cultura. Come si interseca il suo lavoro con questa grande opportunità, che in qualche modo abbraccerà anche Grado?”.

"E’ certamente un’occasione da non perdere, perché sono un artista del territorio, e ho portato sei o sette mostre anche all’estero, in Austria”. 
“Che ruolo deve ricoprire un intellettuale e un artista poliedrico come lei, sul territorio cittadino?”. 

“L’artista deve esserlo fino in fondo, perché la sua non è solo passione, ma vocazione. Deve ricercare, sperimentare su più fronti, non solo adoperare la tecnica”. 
“Veneto e Friuli Venezia Giulia, due regioni del Nord-Est Italia sempre più legate assieme da un comune denominatore: quello della ricchezza artistica e culturale”.
“Il Veneto ha tutto, da Venezia a Giotto, alle Dolomiti. E anche Grado, ha le basiliche, le spiagge. Quando sono arrivato ho visto Sant’Eufemia e mi sembrava quasi sospesa”. 
“Una vita intera divisa fra il bellunese e Grado. Che cosa l’affascina, di questo mare, di questi orizzonti senza fine, e delle montagne venete?” 
“A Grado sono rimasto colpito quel dodici ottobre. Quando ho visto il campanile, ho pensato ‘la mia piccola Venezia!’. Io non amo andare in spiaggia. Infatti, nelle mie tele si percepisce la presenza dell’uomo, anche se non si vede”. 
“Le sue spiagge deserte, le sdraio chiuse, gli ombrelloni e gli sterminati cieli azzurri richiamano alla mente il surrealismo sognante di Magritte, o le tele metafisiche di De Chirico e Dino Buzzati. Quali sono davvero i maestri che l’hanno influenzata?” 
“Picasso, principalmente. Ma devo trovare altre idee, devo imparare a dipingere il nulla, le nebbie che avvolgono Barbana”.
“Una vita intera condivisa con il suo amore più grande, sua moglie Maria. Quanta forza le ha dato? Quanta importanza ha avuto, per la sua carriera?” 
“Maria è stata la luce della mia vita. Sembra banale, ma è iniziato tutto con lei. Ci siamo incontrati a Udine, ma mi ha portato a Grado, dove veniva da bambina”. 
“In questo periodo di guerra e conflitti, non può mancare una domanda cruciale: può l’artista farsi portavoce di pace fra i popoli?” 
“L’artista produce segni, macchie di colore. Forse attraverso la scultura, a cui devo tornare, ma ora non ho tempo”. 

A concludere, le parole di Svettini, che si è augurato come Grado possa essere davvero un ponte fra l’Italia e la Mitteleuropa. “Speriamo che il 2025 sia un’occasione, grazie a Gorizia e Nova Gorica”. 

Fotoservizio Enrico Cester.

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