Visco, don Federico prende il posto di don Verzier in parrocchia

Il sacerdote guidava già sette comunità, don Verzier ritorna a Trieste dopo 6 mesi.

All’atto della soppressione, il 19 agosto 1788, la diocesi di Pedena, cittadina arroccata su un colle nell’Istria orientale, contava dodici parrocchie totali. Una realtà ecclesiastica ben antica che, secondo la tradizione, fu eretta ancora nel IV secolo da San Niceforo, primo vescovo. Volendo fare un paragone atemporale, potremmo dire che le dimensioni giuridiche minime della sede petinense assomigliano a quelle che attualmente ricopre, nella Bassa Friulana, don Federico Basso.

Di fatto, da oggi, il sacerdote è anche amministratore parrocchiale di Visco e Crauglio. “La Cancelleria della Curia comunica che l’arcivescovo ha nominato don Federico Basso amministratore parrocchiale delle parrocchie di Santa Maria Maggiore in Visco e di San Canciano martire in Crauglio”, questo il comunicato apparso oggi sul sito ufficiale dell’Arcidiocesi di Gorizia.

Don Basso, in ogni caso, è già parroco di Ajello, dal 2009, di Joannis, dal 2010, di Medea e San Vito al Torre (con annessa Nogaredo) dal 2016, lo stesso anno anche di San Michele Arcangelo e Zenone in Chiopris Viscone e, da oggi, delle due realtà. Nove comunità, un po' meno di quella Pedena citata a inizio articolo. “È giusto che le vostre due comunità – aveva sottolineato l’arcivescovo Redaeli appena sei mesi fa dopo avere ringraziato don Giorgio Longo per la sua disponibilità a lasciare Visco e Crauglio e andare parroco di Fogliano, Redipuglia e Polazzo – nonostante la nota penuria di sacerdoti continuino ad avere un loro pastore”.

In una lettera l’ordinario aveva annunciato l’arrivo di don Cristiano Verzier da Trieste che “in accordo con il suo vescovo, si è reso disponibile per tale incarico”, aveva detto Redaelli. A quanto appreso, don Verzier è tornato nella propria diocesi nella città giuliana. Quest'ultimo - classe 1970 e ordinato nel 2002 - era arrivato nella località friulana appena sei mesi fa, a sostituzione di don Longo trasferito a sua volta in Bisiacaria.

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