la serata
Quei vini dal Collio all'Istria, brindisi e piatti al Park Wine Party di Nova Gorica
L’edizione 2024 della manifestazione enoica ha letteralmente superato i confini, proponendo per la prima volta vini prodotti anche nella parte italiana.
«Di nuovo c’hanno dato / le viti, amici, un dolce vino, / che vene ha ravvivato […]». E di nuovo – parafrasando le parole di France Prešeren, così tradotte da Miran Košuta – si è potuto assaggiare il meglio dei vini del Litorale sloveno (Primorska), grazie al Park Wine Party di ieri sera (venerdì 30 agosto). Ma l’edizione 2024 di questa ricca manifestazione enoica – organizzata annualmente dal gruppo Hit all’esterno del casinò-hotel Park di Nova Gorica – ha letteralmente superato i confini, proponendo per la prima volta vini prodotti anche nella parte italiana del Goriziano transfrontaliero.
Infatti, sarà per lo spirito stesso del poeta nazionale sloveno – che, con la sua poesia “Zdravljica”, brindava proprio al giorno in cui i popoli, liberi, avrebbero visto nell’altro non il confinante, ma il vicino di casa – o per quello di Go! 2025, quest’anno ha partecipato anche l’Enoteca di Cormons. «Si tratta del frutto della cooperazione avviata da tempo con Vinoteka Brda», spiega Gaia Rossella Sain, rappresentante della società cooperativa friulana. «È da almeno tre anni che partecipiamo quasi sempre insieme ai principali eventi enogastronomici dell’area. L’ultimo è stato il festival istriano “Che gusto!”, che ha avuto luogo a Cittanova (Novigrad) lo scorso 25 luglio», conferma la sua controparte slovena, David Lipovšek.
Fa un certo effetto vedere insieme i brand del Collio e della Brda, rappresentativi di un territorio diviso innaturalmente dal confine di Stato e capace di produrre vini tra i migliori al mondo. E tutto fa ben sperare che questo prestigioso biglietto da visita del Goriziano transfrontaliero continui nel tempo. «Ci presenteremo con uno stand unico anche a settembre, alle Feste dell’uva di Cormons e di San Floriano del Collio, e a novembre, per la Festa di San Martino a Šmartno».
Per il nuovo presidente della Hit, Sandi Brataševec, l’evento di ieri «è la chiara dimostrazione del fatto che la società non offre solo intrattenimento ludico, ma anche vino, gastronomia e musica di qualità». Infatti, oltre alle bottiglie di una trentina di produttori di un territorio che si estende dal Collio-Brda all’Istria, passando per la Valle del Vipacco e il Carso, nel corso della serata si è potuto assaggiare anche i piatti di sei chef sloveni di alto livello, abitualmente impiegati nelle strutture ricettive del gruppo. Il tutto con l’accompagnamento musicale del trio Dinamitke – composto dalle cantanti slovene Alenka Godec, Simona Vodopivec e Damjana Golavšek – e del dj Adriano Roy.
Ce n’era veramente per tutti i gusti. Dal più classico, come gli gnocchi con prosciutto e terrano di Jure Bizjak, all’esotico, come le capesante fritte al gazpacho di Tadej Jug, condite con ciliegini canditi, spuma bianca di pomodoro e olio al basilico. Per i più curiosi, sicuramente sarà risultata interessante – se non ardita – la proposta “mare e monti” di Marko Stankovič: faraona con pistacchio e gambero, risotto d'orzo perlato, lardo, salsa di scampi e fragola. E infine il dessert, preparato da Alen Pernek: crema di mascarpone, gel di fichi con lamponi, crumble alla vaniglia, gel di lamponi, pan di Spagna alle mandorle, sorbetto al lampone e fichi freschi.
Tornando ai vini invece, a sorprendere di più, oltre ai soliti ed eccellenti Friulano (Sauvignon Vert), Pinot, Cabernet-Sauvignon e Ribolla del Collio-Brda, o ai Malvasia e Terrano del Carso e dell’Istria, e agli Zelen autoctoni della Valle del Vipacco, è stato il Marselan di Koglot, storica cantina di Vrtojba. Spiega infatti Matej Koglot, senza troppo nascondere un certo entusiasmo, che «di questo vitigno a bacca nera francese, il cui nome deriva dalla città Marseillan (in Occitania, ndr), era vietata l’importazione e la coltivazione in Slovenia fino a soli sei anni fa».
I Koglot possono quindi vantare la produzione delle prime bottiglie di Marselan in assoluto nell’area, per quanto riguarda almeno la parte slovena del confine. Chissà se sarà solo un esperimento di breve durata, o se riuscirà a mettere radici e sopravvivere all’agguerrita competizione degli altri vitigni più tradizionali. La sua presenza o meno alle prossime edizioni del Park Wine Party sarà senz’altro indicativa.
Foto Tibaldi
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