La povertà fuori dalla perla di Zanzibar, l'aiuto di Michela parte da Gorizia

Quello di Michela è un gesto nato al termine di un percorso che, da turista, l'ha portata nel mondo fuori dal suo centro vacanze in Tanzania.

Come di consueto, l’approssimarsi delle Feste implica il moltiplicarsi di iniziative di beneficenza. Fra le tante, ce n’è una che però non si esaurirà il 25 dicembre ma proseguirà fino a febbraio quando, esattamente il 6 febbraio, Michela Schabetz (nella foto) di Gorizia partirà per Zanzibar insieme alla famiglia per portare aiuti alle popolazioni locali. Quello di Michela è un gesto nato al termine di un percorso che, da turista, l’ha vista poi incuriosirsi rispetto alle condizioni di vita dei villaggi che popolano l’entroterra del Paese che, sulla costa, è invece inflazionato dalla presenza di resort più o meno lussuosi.

Nel gennaio scorso lei stessa, titolare del salone di parrucchiera Romantic Room di Sant’Andrea, è volata a Zanzibar per una vacanza durante la quale ha stretto amicizia con Haji, uno dei tanti ragazzi impiegati all’interno del resort, responsabile delle escursioni degli ospiti della struttura. È stato lui ad accompagnarli in un safari in Tanzania ed è proprio durante quell’esperienza che ha iniziato a raccontare come vivano le persone nell’entroterra fino a fargli conoscere la propria famiglia e ospitarli nella propria abitazione. Al rientro in Italia, questo rapporto di amicizia non si è interrotto.

Questo anzi è proseguito con messaggi e telefonate che hanno convinto Michela a tornare in settembre, con solo una delle figlie e un obiettivo preciso: aiutare la popolazione locale. Dai racconti di Haji aveva infatti cominciato a capire che, al di fuori dei resort, esiste un mondo parallelo e assolutamente non comunicante con quella realtà, dove le abitazioni sono capanne di fango costruite sul fango delle strade, dove la madri sono pronte a buttare i propri figli nella mischia pur di farli arrivare a una manciata di riso bollito. Prima di partire, tramite un semplice tam tam fra le clienti del salone, è riuscita a raccogliere donazioni, giochi e saponette imbarcandosi con circa 80 chili di bagaglio.

Parte di questo materiale è stata portata nelle scuole dei villaggi masai, ma è stato subito chiaro che la prima necessità è legata alla sopravvivenza. Sempre affiancata dalla figlia e dalla loro guida (cui, nel frattempo, era nata una bimba chiamata Sofia, come una delle figlie di Michela) ha deciso di usare il denaro raccolto per comprare riso nei mercati locali, dove un sacco da cinque chili costa cinque euro: poco per noi, una follia per gli abitanti del posto. Impossibile, una volta rientrata a Gorizia, dimenticare quanto visto e voltare le spalle a persone che non hanno nulla, nemmeno la sicurezza di poter mangiare il giorno successivo e che quindi vivono alla giornata.

Il pensiero è subito andato all’organizzazione di un nuovo viaggio nel quale tornare nei villaggi dell’interno con il denaro per acquistare cibo e altri beni di prima necessità, direttamente dalla popolazione in modo da dare un seppur minimo sostegno all’economia locale. La raccolta riguarda prevalentemente offerte in denaro ma saranno ben accette anche saponette o qualche gioco che, da adesso e fino ai primi giorni di febbraio, verranno raccolti direttamente nel salone Romantic Room (via San Michele 128) a cui ci si può rivolgere per informazioni chiamando il numero 380 5883272.

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