la mattinata
Vendemmia solidale con l'Unione ciechi, grappoli e Ribolla tra le viti di Oslavia
Questa mattina l'appuntamento con persone non vedenti e volontari dell'associazione tra i filari di Fiegl, poi il laboratorio sensoriale con gli occhi bendati.
La morbidezza del chicco che scivola tra le dita, il ruvido del rametto che tiene ancorato il frutto alla vite e l’odore fresco delle foglie scaldate dal sole. È stata una mattinata contraddistinta dai sensi, quella che ha visto quest’oggi (lunedì 16 settembre) alcuni soci dell’Unione italiana ciechi ed ipovedenti di Gorizia prendere parte alla Vendemmia solidale, in collaborazione con l’Associazione dei produttori della Ribolla di Oslavia. Un appuntamento che si rinnova per la quarta edizione, proprio sul Collio goriziano.
Ad ospitare quest’anno la raccolta è stata la cantina Fiegl, dopo la prima esperienza vissuta dal Carpino per poi andare a scendere verso il resto del paese. Nel 2023 è stato il turno di Gravner, anche se fisicamente la vendemmia non si è tenuta a causa del maltempo, e oggi il testimone è passato da quest’ultima all’azienda di Matej Fiegl, con il "grappolo" ideato dai bambini dell’asilo Pikapolonica di Piuma composto da tappi di sughero colorati. A impugnare le forbici sono stati così persone ipovedenti e volontari del sodalizio, baciati dal sole.
Fino alla fine della vendemmia, infatti, il beltempo ha illuminato i filari a ridosso dell’obelisco di Oslavia, a pochi passi da una delle tante panchine arancione che popolano questa zona. Uno ad uno, sono finiti nelle ceste grappoli di uva bianca che tra qualche tempo si trasformeranno in Ribolla. Nei prossimi giorni, peraltro, le stese viti si animeranno con i bambini della scuola materna in lingua slovena di Piuma, rinnovando anche in questo caso un appuntamento che sta diventando sempre più tradizione e che l’anno scorso ha portato i suoi frutti.
Ritornando a oggi, a guidare il gruppetto è stato lo stesso Matej: «Mostrare anche ad altri come vendemmiamo - ha raccontato - è un qualcosa di bellissimo». Lo stesso imprenditore ha rilevato come quella del 2024 sia stata un’annata particolare, poiché fino a giugno ha piovuto molto per poi lasciare spazio al secco. A fine agosto, con l’avvio della vendemmia, ecco cadere una grande quantità d’acqua. In ogni caso, la resa appare molto buona, anche se la quantità di prodotto è stata ridotta dalle forti grandinate che ci sono state.
Nell’arco di un’oretta, sono state diverse le vasche rosse che vengono riempite di grappoli, tagliate delle vite già ampiamente ripulite precedentemente. In realtà, la raccolta vera e propria per la Ribolla inizierà solo tra qualche giorno, mentre il vino che nascerà da questa raccolta si potrà gustare tra circa due anni. Finite le operazioni tra i filari, e sotto qualche goccia di pioggia, i partecipanti hanno preso parte ad un laboratorio sensoriale organizzato dall'Uici, in cui si sono esplorate le diverse sensazioni legate al vino e alla frutta attraverso l’olfatto e il gusto con una benda sugli occhi.
«Il laboratorio è stato importante perché abbiamo lavorato tutti senza uno dei sensi più utilizzati, la vista, equiparando le nostre capacità di scoperta» ha commentato il presidente della sezione goriziana del sodalizio, Nicolò Finocchiaro. Per Saša Radikon, presidente dell'Associazione dei produttori della Ribolla di Oslavia, «la nostra terra e il vino che produciamo sono legati a doppio filo ai valori di comunità e inclusione, e questo evento n'è una testimonianza tangibile». Alla mattinata c’era anche Martin Figelj, presidente regionale di Coldiretti.
L’evento si è concluso con un momento conviviale, cogliendo l’occasione per brindare proprio con la Ribolla gialla. L’appuntamento annuale di RibolliAmo, invece, si sposta quest’anno a novembre in quanto le sette cantine di Apro (Dario Princic, La Castellada, Primosic, Fiegl, Gravner, Radikon e Il Carpino) stanno organizzando un lancio importante assieme ad una rinomata realtà del Friuli Venezia Giulia, frutto di un anno di ricerche e di sperimentazioni per dar ancor di più valore al territorio e al vino che lo rappresenta.
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