Unione popolare rilancia l'attenzione su A2A, Cisint scrive alla società: «Ci aiuti con le bollette»

Unione popolare rilancia l'attenzione su A2A, Cisint scrive alla società: «Ci aiuti con le bollette»

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Unione popolare rilancia l'attenzione su A2A, Cisint scrive alla società: «Ci aiuti con le bollette»

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 23 Set 2022
Copertina per Unione popolare rilancia l'attenzione su A2A, Cisint scrive alla società: «Ci aiuti con le bollette»

Il primo cittadino si è unito ad altri sei comuni italiani che ospitano centrali a carbone, «non possiamo restare immobili ad aspettare che la situazione cambi».

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In un altro venerdì - l'ultimo di campagna elettorale prima del voto di domenica - segnato da un nuovo sciopero globale per il clima promosso da "Fridays For Future", l'Unione Popolare del Friuli Venezia Giulia, riporta l'attenzione sull'impatto ambientale della centrale termoelettrica A2A di Monfalcone e sull' impellente tema della riconversione totale del settore energetico nazionale.

"A2A dopo che sta riutilizzando i gruppi alimentati dal carbone, per effetto delle decisioni del governo Draghi - che ha pure contemporaneamente innalzato i limiti delle emissioni inquinanti - interviene nel pieno della campagna elettorale, per spiegare all'opinione pubblica regionale e in particolare del monfalconese, che nel suo futuro ci sarà l'utilizzo dell'idrogeno, senza però specificare che il ricorso a tale elemento è ancora sperimentale, lungi dall'avere una certezza di copertura nazionale, quindi dati e cifre sono teorici o campati in aria", sostiene Alessandro Perrone di "Unione Popolare con De Magistris", della sezione Monfalcone.

Per gli esponenti della sinistra popolare si tratta quindi solo di "fumo negli occhi dell'opinione pubblica" , di ecologia di facciata, ovvero del cosiddetto "green washing". Nella pratica - sempre secondo Unione Popolare - il ritorno al carbone a Monfalcone, scarica nell'aria una quantità di Co2 superiore all'intero parco macchine di tutto il Friuli Venezia Giulia. "Tutto ciò avviene nel totale silenzio assenso delle destre, come del centrosinistra a trazione PD. Monfalcone e il Mandamento, per troppi decenni hanno dovuto fare i conti con le ricadute dell'inquinamento della centrale termoelettrica e la popolazione della zona è sovraesposta a una maggiore possibilità di contrarre malattie polmonari, cardiache e patologie tumorali alla vescica e ai reni, che vanno ben oltre la media nazionale" ha aggiunto Perrone. Salvaguardare la salute pubblica prima dei profitti privati è quindi la missione dell'Unione Popolare che sostiene lo stop all'uso di fonti energetiche fossili, la riconversione del settore unicamente con l'utilizzo di energia rinnovabile e la promozione dei piani di riconversione energetica.

Il sindaco, Anna Maria Cisint, vista la situazione economica generale, nel frattempo, ha chiesto ad A2A Energia di farsi carico degli oneri relativi alle bollette dell’energia dei monfalconesi e del Comune di Monfalcone. Un’iniziativa che nasce dalla sinergia tra i sindaci dei sette Comuni - Civitavecchia, Venezia, La Spezia, Sassari, Brindisi e Portoscuso - che hanno una centrale a carbone sui propri territori.

Nella missiva inviata ad A2A, attraverso la quale si chiede alla società che gestisce la centrale termoelettrica a carbone presente in città un incontro formale, il primo cittadino, pur prendendo atto che le attuali difficoltà del mercato energetico hanno causato la ripresa produttiva degli impianti a carbone - nonostante permangano gli obiettivi e le prescrizioni comunitarie e nazionali di decarbonizzazione dei processi produttivi - evidenza che “le pesanti conseguenze di carattere ambientale e sanitario che stanno gravando sul territorio di Monfalcone sono legati a un interesse di carattere nazionale e generale e, nel contempo, consentono alla Società A2A di ricavare utili e benefici gestionali”.

Ciò considerato, Cisint ritiene che “si debbano stabilire le indispensabili e congrue compensazioni per i cittadini monfalconesi, penalizzati da questa decisione e costretti a convivere con fonti inquinanti, comprese quelle rumorose, che insistono in maniera insostenibile su un’area urbana delimitata fra il litorale e l’ambiente carsico”.

Infatti, il sindaco di Monfalcone, accogliendo l’invito del suo omologo di Civitavecchia, Ernesto Tedesco, ha comunicato di condividere l’opportunità e l’esigenza di intraprendere un’azione unitaria e coordinata fra tutti i Comuni sul cui territorio sono collocate centrali a carbone, per coinvolgere il Governo e per intraprendere ogni iniziativa utile a sensibilizzare quanto più possibile su questo tema.

Cisint spiega che “non possiamo restare immobili ad aspettare che la situazione cambi, soprattutto perché non è dato sapere quando rientrerà l’emergenza energetica che ci troviamo ad affrontare in questo periodo. Siamo consapevoli del fatto che la ripresa produttiva degli impianti a carbone serve a tamponare le gravi carenze che ha l’Italia nell’ambito dell’approvvigionamento energetico, ma non è giusto che siano i cittadini che hanno la sfortuna di abitare e lavorare in territori in cui sono ancora operativi questi impianti debbano pagare un prezzo particolarmente alto in termini di vivibilità”, conclude Cisint.

Ha collaborato Ivan Bianchi.

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