L'ultimo addio a San Canzian all'ex sindaco Fabris, «animava i ragazzi»

L'ultimo addio a San Canzian all'ex sindaco Fabris, «animava i ragazzi»

LE ESEQUIE

L'ultimo addio a San Canzian all'ex sindaco Fabris, «animava i ragazzi»

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 29 Ago 2023
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Fece parte della Divisione Garibaldi Natisone durante la Resistenza e fu sindaco dal 1957 al 1977. Il ricordo del consigliere regionale.

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Sabato scorso alle 10.30, nella chiesa di Sant'Andrea Apostolo di Pieris, è stato dato l'ultimo saluto al partigiano Bepi Fabris. Le esequie sono state celebrate dal vicario generale dell'arcidiocesi di Gorizia, monsignor Armando Zorzin, alla presenza dei familiari, delle autorità civili locali e quelle delegate di Turriaco, Ronchi e Starazano, dell'Anpi e delle associazioni cittadine. Dopo il momento religioso, a tenere l'orazione funebre a nome dell'Anpi, è stato l'ex sindaco di Turriaco Enrico Bullian.

“Con la scomparsa di Giuseppe Fabris abbiamo perso una figura di spicco del Mandamento Monfalconese – sono le parole di Bullian - uno degli ultimi partigiani della Divisione Garibaldi Natisone, ovvero la più grande formazione partigiana della Resistenza italiana, che su queste terre di confine ha lottato contro il nazifascismo con i suoi 5.500 combattenti e i 1.500 caduti”. Già sindaco di San Canzian d’Isonzo per vent’anni, dal 1957 al 1977, era soprannominato Bepi Ciola, è stato un uomo competente ed amato.

“Sempre attivo, costruttivo e propositivo fino all’ultimo – continua nel suo ricordo Bullian - è stato lui ad ispirare, durante un recente incontro assieme, il mio intervento istituzionale per la Festa di Liberazione di quest’anno, rivolto in particolare ai diciottenni di Turriaco ai quali consegnavamo la Costituzione”.

“Fabris – racconta ancora l'ex primo cittadino di Turriaco - mi invitò a studiare e a trovare soluzioni ai problemi delle persone, con passione ed entusiasmo. Così ho sollecitato i diciottenni del comune a occuparsi di politica e di amministrazione, della gestione del bene comune, fin da giovani. Bepi mi raccontò di aver visto piangere, da sindaco, le stesse donne in due occasioni: quando venivano in municipio perché erano senza casa e – a distanza di anni – quando quella casa gliela consegnavano, con il rischio di essersi accollati i mutui necessari a dare un tetto alle famiglie".


"Ecco cos’ha significato ricostruire l’Italia dopo il regime fascista e dopo la guerra. Se oggi abbiamo un compito più facile – conclude Bullian – lo dobbiamo a chi ha scelto la Resistenza antifascista e contribuito a creare una repubblica democratica fondata sulla Costituzione”. Commosso e sentito è statao anche il ricordo di Franco Devidè, già presidente dei donatori di sangue di Monfalcone.

"Come anziano della sezione donatori di sangue di San Canzian d'Isonzo - spiega Devidè - ho avuto il piacere e l'onore di aver conosciuto Bepi come amico dell'associazione e come sindaco. Fu Lui a chiedere e volere che la festa annuale dei donatori uscisse da Monfalcone per farla poi a rotazione nei vari comuni del Mandamento. Così nel marzo 1965 si tenne nel nostro comune la prima rotazione e grazie al suo interessamento, nel 1971 ci venne dato in concessione un locale nella ex Inam in via Roma a Pieris".

"Colse il nostro suggerimento affinché venisse intitolata un via del nostro comune ai donatori di sangue - prosegue Devidè - e nel 1974,alla presenza del Presidente nazionale donatori di sangue, il senatore Rosa, si scoprì la targa di intitolazione". Anche l'Advs di Monfalcone era presente al funerale con il proprio labaro.

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