Ultimo Consiglio comunale prima delle elezioni a Monfalcone: al centro Piano Regolatore e servizi di pubblico interesse

Ultimo Consiglio comunale prima delle elezioni a Monfalcone: al centro Piano Regolatore e servizi di pubblico interesse

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Ultimo Consiglio comunale prima delle elezioni a Monfalcone: al centro Piano Regolatore e servizi di pubblico interesse

Di Federico De Giovannini • Pubblicato il 26 Feb 2025
Copertina per Ultimo Consiglio comunale prima delle elezioni a Monfalcone: al centro Piano Regolatore e servizi di pubblico interesse

Discussione sull'interpretazione autentica dell'articolo 7 comma 2 della sezione Norme Tecniche. Tra i temi anche lavori pubblici, niqāb e l'accoltellamento di domenica scorsa.

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Assenti solo i consiglieri Ciro del Pizzo e Kuliar Suzana alla convocazione, prevista questa mattina alle 8:30, dell’ultimo Consiglio comunale a Monfalcone prima dell’inizio della campagna elettorale. Ad aprirlo, ringraziando i presenti per la collaborazione portata avanti nel tempo, il vicesindaco reggente Antonio Garritani, che ha anche comunicato un ritardo nell’approntare con l’ufficio la risposta all’ultima interrogazione presentata dalla consigliera Pd Lucia Giurissa.

Il Consiglio, oggi presieduto da Alessandro Saullo, è proseguito con il momento delle domande. Prima in ordine la questione dei lavori alle fognature in via Invalidi del Lavoro, strada privata, con la consigliera Cristiana Morsolin che si è fatta portavoce dei dubbi dei cittadini su chi si farà carico dell’intervento e delle relative spese. Successivamente, il consigliere Gabriele Bergantini ha citato l’accoltellamento di domenica in piazza Cavour, sostenendo che «da quanto sta emergendo dalle prime testimonianze, racconti e probabili ricostruzioni, esso può essere riconducibile al fenomeno del pizzo islamico» e chiedendo all’amministrazione «come intenda procedere». Ha risposto l’assessore alle priorità strategiche Anna Maria Cisint, sottolineando che l’accoltellatore di domenica si era già reso protagonista di un atto simile all’interno di Fincantieri pochi giorni prima. «La vera domanda è: com’è possibile che in Italia, a causa di un certo permissivismo e di protezioni umanitarie, una persona del genere possa continuare a girare in libertà? – così Cisint – noi non molliamo la presa, supportando con azioni e consapevolezza chi denuncia determinati torti».

Ad indirizzare invece l’argomento del velo integrale nelle scuole il consigliere di “Cisint per Monfalcone” Maurizio Caradonna, definendolo uno «svilimento della nostra Costituzione che impedisce l’integrazione» per poi chiedere all’amministrazione un punto sulla situazione. Nella sua risposta, il vicesindaco reggente Garritani ha citato gli approfondimenti giuridici legati alla legge del 1975 che vieta di girare in luogo a volto coperto e le istanze che propongo di aggiornarla, dichiarando che «non si tratta di razzismo o di contrastare idee religiose, ma di uguaglianza dei cittadini di fronte alla Legge: se non si può andare con un casco che copre integralmente il volto, allora non lo si può fare neanche con un velo».

La questione centrale di cui si è dibattuto è stata però l’interpretazione autentica dell’articolo 7 comma 2 delle Norme Tecniche di Attuazione del vigente Piano Regolatore Comunale. Un «argomento di carattere quasi esclusivamente tecnico», lo ha definito nell’introduzione il vicesindaco reggente, ma sul quale comunque «l’ufficio dedicato all’urbanistica ha ritenuto necessaria l’espressione del Consiglio comunale». Concretamente, la questione riguarda la necessità di fornire una chiara ed inequivocabile interpretazione della definizione di “servizi e attrezzature collettive” - ovvero le «superfici di unità immobiliari o aree destinate a opere pubbliche o di pubblico interesse, nonché le strutture ricettive a carattere sociale» - e delle modalità per la loro destinazione d’uso.

A tal riguardo è stata emanata una delibera dell’amministrazione, la quale specifica che la destinazione d’uso per servizi e attrezzature collettive può essere attuata solo mediante un progetto, il quale va valutato dall’amministrazione comunale per verificare che esso rispecchi effettivamente un interesse pubblico qualificato. Proprio riguardo a ciò si è espresso per primo il consigliere del Pd Paolo Frisenna, sostenendo che «la delibera introduce una condizione nuova e non esplicitata nella norma originaria, ossia l’approvazione discrezionale del comune sulla base dell’interesse qualificato». «Si parla di interpretazione autentica – ha proseguito Frisenna – ma questa condizione potrebbe renderla una modifica sostanziale. Se la delibera venisse adottata con il vero scopo di introdurre un filtro discrezionale per controllare chi può accedere a questa destinazione d’uso, se alcuni enti ed associazioni ottenessero approvazione più facilmente rispetto ad altri, allora saremmo di fronte a una violazione del principio di imparzialità».

A definirla una modifica e non una semplice “interpretazione autentica” è stata anche la consigliera Morsolin. «Il fatto che un cittadino debba portare un progetto che va valutato dall’amministrazione comunale implicherebbe anche un aggravio di tempi tecnici e burocrazia» ha anche commentato.

«Si tratta solo di un’interpretazione proposta dall’ufficio ma che non porta con sé nessuna modifica sostanziale o urbanistica e non ha alcun carattere retroattivo» ha specificato nella prima replica Garritani. Ferma su questo punto anche la risposta di Cisint: «L’interpretazione autentica proposta in delibera non crea variante: non c’è nessun “progetto in più” da fare rispetto a quanto è già previsto a riguardo». «Quando si parla di opere di “interesse pubblico”, come in questo caso, esso dev’essere tale – ha aggiunto - tutta l’interpretazione della delibera sentita finora è sbagliata e rimane nel tentativo di fare opposizione, ma manca di sostanza giuridica».

L’interpretazione dell’articolo proposta dall'amministrazione, dopo una serie di ulteriori secondi interventi, è stata infine approvata con 15 voti favorevoli e 6 contrari. Come previsto dalla delibera, si è tenuta anche la votazione per la sua pronta eseguibilità, confermata con il medesimo risultato.  

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