A Gorizia apre la sede Uil Scuola Fvg, «riformare ex alternanza lavoro»

A Gorizia apre la sede Uil Scuola Fvg, «riformare ex alternanza lavoro»

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A Gorizia apre la sede Uil Scuola Fvg, «riformare ex alternanza lavoro»

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 06 Giu 2023
Copertina per A Gorizia apre la sede Uil Scuola Fvg, «riformare ex alternanza lavoro»

La sede ha aperto oggi in via Diaz, davanti al liceo Slataper. Focus sulle problematiche della scuola, criticità sull'ex alternanza scuola-lavoro.

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Si è inaugurata nella serata di oggi, martedì 6 giugno, la nuova sede regionale della Uil Scuola Rua in via Diaz a Gorizia, a cui hanno presenziato i maggiori esponenti sindacali. Oltre a Ugo Previti, segretario del Friuli Venezia Giulia, era presente il segretario nazionale della Federazione Giuseppe d’Aprile. Una realtà, quella sindacale, che va di pari passo con i diritti dei lavoratori, spesso privi di risorse e calati in contesti difficili da gestire, qual è ad esempio l’ambito scolastico. Docenti costretti a pensionamenti in età avanzata, alle prese con pratiche burocratiche estenuanti, o percorsi e progetti da seguire anche durante il tradizionale periodo estivo.

“Certo che mandare le maestre elementari a 70 o a 67 anni, fanno giro giro tondo, tutti giù per terra, poi i ragazzini si alzano e le maestre no”, ha commentato con amara ironia Previti. L’ipotesi al vaglio dei sindacati sarebbe quella di inserire il personale in là con gli anni in percorsi formativi per altri insegnanti: “Dopo una certa età, per fare in modo che formino nuove leve”. È anche vero, purtroppo, che nella nostra regione “ci sono state quasi 600 domande di trasferimento, ma hanno liberato altri posti per i precari, che prima magari erano ultimi in graduatoria”. Quindi, si tratta di un “turnover utile per tutti i precari”.

Il segretario provinciale di Trieste, Michele Angeloro, ha osservato invece come “in un meccanismo nel quale ormai prevale il calcolo pensionistico in forma contributiva, ciascuno ha il diritto di esercitare il proprio pensionamento sulla base delle proprie necessità e delle proprie esigenze, in qualunque professione. Non c’è una data precisa di età, c’è gente che potrebbe continuare a lavorare brillantemente a 70 anni e gente che dovrebbe cessare a 60”. C'è poi la spinosa questione dei docenti ex-articolo 59, “bloccati” in sedi anche molto lontane dal proprio domicilio.

Insegnanti pendolari che quotidianamente affrontano grandi distanze: c’è chi da Gorizia si reca nelle scuole di Tolmezzo, o da Pordenone raggiunge Gorizia. Un circolo vizioso sul quale il Ministero non pare voglia scendere a compromessi: “Finché non sostengono la prova finale, restano precari, e finché non concludono l’iter non possono chiedere il trasferimento”, ammette Previti. I sindacati si sono mobilitati per consentire di effettuare le prove prima della conclusione dell’anno scolastico, “in modo da chiedere l’assegnazione provvisoria”, ma non vi è nulla di certo. “Ci sono forti contraddizioni”, ha commentato d’Aprile.

“In questo paese non si può ritenere che un fiore all’occhiello possa essere la continuità didattica quando ci sono 250mila precari. Quindi bisogna agevolare gli spostamenti”, e il personale di ruolo “deve essere svincolato da ogni vincolo. Possiamo parlare di continuità didattica quando sistemeremo quei 250mila precari che sono quei docenti e personale Ata” che invece “vengono assunti il primo settembre e vengono licenziati puntualmente il 30 giugno e il 31 agosto”, venendo così a “ledere un sacrosanto diritto allo studio degli alunni, che rappresentano il futuro di questo Paese”. Previti si è poi espresso sui Percorsi per competenze trasversali e per l’orientamento.

“Come dice il segretario nazionale, non vanno bene così come sono. Bisogna garantire la sicurezza sui posti di lavoro, per il personale docente e il personale Ata, ma soprattutto per i ragazzi. Abbiamo troppi morti sul lavoro; tra questi, alcuni sono ragazzi, con tanti casi anche nella nostra regione”. Sulla questione, d’Aprile ha voluto aggiungere come “il Pcto è stato un nostro cavallo di battaglia nell’ultimo nostro congresso. Il Pcto deve essere riformato. Non è ammissibile che muoiano i ragazzi, che invece di fare scuola vanno a morire sul posto di lavoro. A scuola si studia, non si lavora".

"Il ministro Valditara ha annunciato alcuni provvedimenti che dovrebbero essere parte integrante del decreto lavoro appena approvato. Se la direzione corrisponde a quelle che sono le rivendicazioni del sindacato, cioè un Pcto sicuro fatto da aziende che non sfruttano i ragazzi ma gli facciano conoscere le complessità del mondo del lavoro, il progetto sarà appoggiato dalla federazione di scuola-lavoro”. Di diverso avviso Angeloro, per il quale l’ex Alternanza scuola-lavoro “è stata un’esperienza arricchente. Io ho lavorato in un istituto tecnico ad indirizzo biologico, ed è stata un’occasione nella quale i ragazzi si sono potuti confrontare con delle realtà lavorative che non erano solo di lavoro, ma anche di ricerca e nel campo del sociale”.

Attività che grazie alle competenze acquisite in aula consentivano loro di esercitarle nella figura individuata. “Ho avuto esperienze positive e la percezione che ho avuto è che anche i ragazzi l’avessero”. Abbiamo quindi interrogato d’Aprile anche in relazione alla nuova figura del docente tutor prevista dal Pnrr, che quest’anno ogni istituzione scolastica è stata chiamata a individuare sulla base delle esperienze e delle capacità del singolo. “È un progetto che abbiamo criticato molto al ministro Valditara, perché la figura del tutor è già insita nella professione docente: non c’era bisogno di inventarsi una nuova figura, bastava retribuire i docenti di più”.

In merito al Pnrr e al bando “Futura” offerto alle scuole si è espresso invece Igor Giacomini, vice-direttore dell’Ufficio scolastico regionale, il quale ha ricordato come “anche i docenti possono inserirsi” nell’ambito “della progettualità”, nel rispetto delle regole previste, in quanto “ogni bando prevede dei fondi che sono a destinazione vincolata: se servono monitor, visori, lavagne interattive, un docente può inserirsi come progettista”, portando le proprie proposte, mentre per progettare spazi “dal punto di vista architettonico, ci vuole un appalto” e la figura di professionisti.

Valter Goglia (Uil Trieste), ha invece affrontato la tematica del calo di iscritti in alcuni istituti: “C’è un calo di iscrizioni per un calo demografico. Chi ancora tutt’oggi fa la parte del leone sono i licei, soprattutto per una scelta della famiglia voler indirizzare i figli in un certo ambito, quando sarebbe invece da coprire quei settori tecnologici che non sono coperti, per cui poi la società si trova in difficoltà perché mancano figure professionali” di cui il nostro territorio necessita.

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