«Tutti utili per la vittoria»: Diego Moretti lancia la sua corsa a sindaco di Monfalcone

«Tutti utili per la vittoria»: Diego Moretti lancia la sua corsa a sindaco di Monfalcone

LA PRESENTAZIONE

«Tutti utili per la vittoria»: Diego Moretti lancia la sua corsa a sindaco di Monfalcone

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 22 Feb 2025
Copertina per «Tutti utili per la vittoria»: Diego Moretti lancia la sua corsa a sindaco di Monfalcone

Il dem, capogruppo in consiglio regionale, elenca i punti fondamentali del programma e le liste. Tra i temi il niqāb e Fincantieri. Richiesto il confronto pubblico a Fasan.

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Ha davanti a sé due mesi tosti quanto decisivi per il futuro della città. Diego Moretti, candidato unitario del centrosinistra per la carica di sindaco a Monfalcone, si è presentato al corpo elettorale stamattina, sabato 22 febbraio, al Kinemax di via Grado. Piena all’inverosimile - tanta la gente che ha ascoltato in piedi - la sala del cinema cittadino ha ospitato la presentazione delle quattro liste che lo sostengono: Pd, Insieme con Moretti, Monfalcone Civica e Solidale e Progressisti per Monfalcone. «È l’inizio di una nuova avventura che vuole andare a cambiare questa città – ha esordito – dopo quasi 9 anni di questa amministrazione negativa caratterizzata da un dibattito politico amministrativo basato sul dileggio dell’avversario, dalla mancanza di rispetto e dall’aggressività linguistica. C’è per esempio la paura di esporsi da parte di molti per il timore di ritorsioni dell’amministrazione comunale».

Moretti parla davanti ai cittadini, agli amministratori dei Comuni vicini che sono rappresentati dal sindaco di Ronchi Mauro Benvenuto che parlerà a nome di tutti loro. In sala anche la segretaria regionale del Pd Caterina Conti e quella provinciale, Sara Vito, i rappresentanti di lista di cui vi parleremo in un servizio dedicato e il consigliere regionale Enrico Bullian. Moderatore dell’incontro, il giornalista Roberto Covaz. «Monfalcone non sarà chiamata ad essere solo il Comune che ordina e chiama ma poi non ottiene nessun risultato». Le parole chiave sono tre: competenza, comunità e futuro. Elementi che vanno a riflettersi per poi fondersi attraverso un dialogo - che il candidato stesso ha definito «senza filtri» - nei principali punti programmatici affrontati stamane.

Motivando la “chiamata” alla candidatura dopo 35 anni di politica, ha riferito di aver detto di sì per «mettersi a disposizione senza la pretesa di garanzie» trovando un «centrosinistra maturo» al cambiamento ed un Pd che «non è un partito personale, o meglio, tenta di non esserlo». «Dovessi perdere, una volta concluso il mandato in Regione nel 2028, tornerò al mio lavoro – ha precisato – spero che anche gli altri sappiano farlo visti i curriculum che si ritrovano».
Ricordando il sindaco Adriano Persi «che gestì la prima fase complessa dell’immigrazione per lavoro legata al sistema Fincantieri, quella dei lavoratori provenienti da Castellamare di Stabia e prima ancora dalla Puglia», il primo tema affrontato è stato quello del rapporto con la grande fabbrica «che condiziona in maniera pesante la città». Quindi le critiche a slogan e grandi proclami del centrodestra su questo. «Il Comune non può pensare di essere da solo ma deve reagire con le comunità vicine e con il Governo Nazionale. Bisogna agire sui patti sociali».

«La vocazione industriale di Monfalcone deve rimanere tale. Altre narrazioni come “Il punto più a nord del Mediterraneo” o le definizioni turistiche legate al futuro dell’economia monfalconese non sono possibili. Ad essere consapevoli della diversificazione industriale della città e di sviluppo del porto erano già gli amministratori degli anni Cinquanta e Sessanta. Ora c’è la necessità di un nuovo modello industriale. Fincantieri non può essere solo occasione di lavoro povero ma un modello qualificato». La prevenzione delle devianze giovanili, l’accompagnamento dei minori stranieri e il supporto dei giovani con problematiche relazionali sono stati poi i temi sociali messi al centro dell’attenzione per far sì che «associazioni e Terzo Settore non vengano lasciati da soli». Sulla sanità, evidentemente in riferimento al destino della Utic e del piano oncologico regionale, «non bisogna aprire contenziosi con altri territori».

Mentre sulla carenza dei medici di famiglia: «Pensare ad una “vertenza pilota monfalconese” senza nascondere le complessità». Quanto alla “piaga delle piaghe” sociali – l’amianto – Moretti non ha taciuto difronte ad «un decreto che insulta le famiglie». «Il Comune non ha avuto il coraggio di andare contro il Governo – affonda – impedire ad un territorio e all’Ambito Socio Assistenziale di esprimersi sulla questione, è stato insultante. Una ferita aperta per il territorio». Ritiene invece si sia perso tempo sulla conversione a gas della centrale elettrica. «Il Consiglio Comunale è stato preso in giro dall’amministrazione Cisint. Il Comune era d’accordo sulla conversione ma nel 2022 ha fatto finta di essere contraria perché c’erano le elezioni. L’amministrazione in realtà si è sempre espressa a favore di quel cambiamento anche in sede di Conferenza dei Servizi. Si poteva avere quindi un sito operativo già due anni fa».

Non è mancato il passaggio sul niqāb e sull’integrazione «che è necessaria e non bisogna girare la testa dall’altra parte». «Il velo è un problema serio che incide sulla libertà delle donne. Il Comune deve essere protagonista su questo tema» ha aggiunto. Critiche anche ai «subappalti in Comune». Su questo «bisogna invertire la rotta». Moretti non manca di aprire al confronto con il candidato del centrodestra, Fasan e – auspicando un cambio di approccio alla politica – afferma: «Il mio interlocutore ufficiale è Fasan, il candidato occulto è un suo problema». «Quanto di meno democratico si possa fare» è stato il commento rispetto al fatto di abbassare al 40% dei voti - invece della maggioranza assoluta - la soglia oltre la quale un candidato sindaco di un Comune sopra i 15mila abitanti viene eletto al primo turno, senza passare dal ballottaggio.

Spazio anche alla «scelta non capita» di veder candidato con Forza Italia, Francesco Volante, alla “giravolta” di Sabina Cauci e a Cisint che «ha cambiato tre o quattro partiti». Sulle infrastrutture, affrontato il neo dei passaggi a livello ferroviari tra Monfalcone e Ronchi. L’appello finale – dal sapore politicamente “ecumenico” - è stato rivolto al pacificare e all’unire. Un po’ sull’esempio di Gorizia che «nella storia ha dimostrato di avviare dialoghi». Quindi niente muri, odi e conflittualità perché «Monfalcone ha sempre accolto tutti». Ora «ogni granello di sabbia è utile» per combattere le paure. I buoni lo sono stati per troppo tempo ma sanno essere «i peggiori quando ad un certo punto, colti nel vivo, si arrabbiano e reagiscono».

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