Troppa acqua nella pozza, domani il recupero del pesce a Gradisca

Troppa acqua nella pozza, domani il recupero del pesce a Gradisca

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Troppa acqua nella pozza, domani il recupero del pesce a Gradisca

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 20 Lug 2022
Copertina per Troppa acqua nella pozza, domani il recupero del pesce a Gradisca

Rinviate le operazioni nell'Isonzo, sul campo pescatori ed Etp. Saranno spostati sopra Gorizia.

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Sono state rinviate a domani le operazioni per recuperare il pesce nell’Isonzo, laddove l’Ente tutela pesca e diversi volontari lo avevano lasciato nei giorni scorsi. A causa della sempre più grave siccità del fiume, infatti, le pozze tra Gradisca d’Isonzo e Sagrado rischiano sempre più di scomparire, con la falda che ha raggiunto i limiti storici dell’estate 2003. Questa mattina, una trentina di persone si è quindi ritrovata sotto il vecchio ponte in ferro, dove si trova un piccolo bacino alimentato.

Grazie alla collaborazione con il Consorzio di bonifica della Venezia Giulia, è stata garantita l’alimentazione dell’acqua in questo punto, necessario per far sopravvivere le oltre dieci tonnellate di fauna ittica recuperata prima che il ritiro dell’acqua ne provocasse la morte certa. Depositi qui nell’attesa di trovare una soluzione, alla fine i tentativi di recuperare gli esemplari si è rivelato inutile. Troppa acqua nella pozza, nonostante parte del flusso fosse stato deviato nel frattempo anche su Turriaco.

Pescatori e personale dell’Ente pesca, insieme a quello della Guarda forestale lì presente, hanno distribuito le reti nel tratto, ma ben pochi pesci hanno abboccato. Operazioni quindi rinviate a domani, quando il livello dell’acqua è atteso ben più basso, permettendo di individuare con più facilità gli animali e riporli nelle ceste. Una volta recuperati, saranno trasferiti al bacino idrico sopra Gorizia, dove la presenza dell’Isonzo è ben più certa rispetto al tratto a valle. Dopodiché, i mezzi meccanici si metteranno in moto.

Il Consorzio si occuperà infatti dei lavori per deviare il corso d’acqua, affinché il fiume non finisca nella pozza ma procedeva parallelamente, senza condensarsi lì. Sul posto c’erano anche la sindaca Linda Tomasinsig, e il suo vice con delega all’Ambiente Alessandro Pagotto. “Siamo qui come amministrazione per capire come muoverci - il commento - e se possiamo dare una mano. Ieri abbiamo parlato con il Consorzio, ringraziamo l’Ente tutela pesca, i volontari e il consorzio stesso per essere qui e fare il meglio per la fauna del fiume”.

A rendere insostenibile la sopravvivenza del pesce in zona anche le alte temperature raggiunte. Nelle pozze, infatti, si è arrivati a 28 gradi, ma già a 20 gradi il pesce inizia a subire danni. Tra gli esemplari salvati e in attesa di recupero, ci sono numerose carpe e amur.

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