il soccorso
Tramortito da un'auto a San Martino, lo sciacallo Sergio ora corre libero nel Carso
L'esemplare, rimasto cieco per qualche giorno, fa parte di una specie rara in Italia. Ora si muove in giro per il Carso, inviando dati.
Era stato investito a fine marzo, ora sta meglio ma l'ha vista brutta. Uno sciacallo dorato di 24 mesi era stato trovato gravemente ferito a San Martino del Carso, frazione di Sagrado, venendo subito trasportato al Centro di ricerca e coordinamento per il recupero della fauna selvatica, nella sede di Pagnacco dell’Azienda agraria “Antonio Servadei” dell’Università di Udine. L'operazione è stata condotta dalla Direzione centrale risorse agroalimentari, forestali e ittiche della Regione. L’animale, visitato dal medico responsabile Stefano Pesaro, e sottoposto ad accurati accertamenti per escludere fratture o altre lesioni traumatiche gravi, si presentava sofferente, iperattivo e gravemente ipovedente.
Dopo due giorni di completo deficit visivo (cecità completa transitoria), Sergio – così soprannominato dal nome dell’operatore della ditta Arca che si occupa del recupero della fauna nel territorio dell’ex provincia Gorizia - ha ripreso la vista, condizione che ne ha permesso il rilascio, nella zona dov’era stato recuperato. Nel periodo di degenza, l’esemplare è stato stabilizzato e sottoposto a terapia specifica. È stato inoltre esaminato per indagini sanitarie in collaborazione con l’Istituto zooprofilattico delle Venezie a Basaldella, e della Clinica Campo Marzio di Trieste. Prima del rilascio, per seguire gli spostamenti dell’animale e per studiare il suo comportamento, i ricercatori del DI4A dell’Università di Udine hanno dotato Sergio di un radio collare satellitare.
Dopo i primi i giorni di rilascio, dai dati descritti dal collare, Sergio appare in buona salute, e ogni notte si muove per diversi chilometri sull’altopiano carsico. Si tratta del terzo sciacallo soccorso in Italia, il secondo curato e rilasciato a seguito della convalescenza presso il Centro di recupero dell’ateneo friulano, dopo Alberto, anch’esso recuperato a seguito di un investimento stradale nel 2019, e che ancora vive tra la Val Resia e il Canal del Ferro. Il collare di cui era stato dotato ha permesso di studiare i suoi movimenti lungo il Tagliamento, il Fella e le zone Prealpine circostanti, permettendo di raccogliere circa 800-1200 punti di localizzazione, per un periodo di circa 8-12 mesi.
Il collare è stato donato dall’Associazione italiana guardiani di zoo (Aigzoo), dedicata alla conservazione della natura e costituita da operatori delle strutture zoologiche italiane. "Ad oggi – ricordano Stefano Filacorda, coordinatore dei progetti di ricerca sulla fauna selvatica dell’Università di Udine, e Stefano Pesaro - la causa di maggior mortalità riscontrata per questa specie in Italia è legata agli incidenti sulla rete viaria, che nel solo 2021 in Friuli Venezia Giulia ha portato alla morte di ben sei individui. Questa specie rara sul territorio italiano, con una popolazione di poche centinaia di individui, risulta essere ancora poco nota nei suoi comportamenti ed esigenze ecologiche".
"I dati di localizzazione – spiega Filacorda - vengono inviati giornalmente attraverso il sistema telefonico ai laboratori dell’ateneo, dove vengono analizzati. Il collare, che è stato predisposto nel rispetto della forma e della dimensione dell’animale e del suo benessere, è molto leggero, meno del 2,5% del peso dell’animale, in modo da non rappresentare una limitazione per i suoi movimenti, ed è dotato di un sistema di distacco. Oltre che del sistema Gps, il collare è dotato di sensori di temperatura e di attività che permetteranno, quando il collare sarà recuperato, di studiare il comportamento dell’animale in termini di tempo dedicato a muoversi, dormire e alimentarsi, e i periodi del giorno e della notte in cui si sposta o si riposa".
"Lo studio dello sciacallo Sergio andrà a integrarsi con le altre ricerche che raccolgono i dati di telemetria di altre istituzioni di ricerca europee, in particolare slovene, serbe ed ungheresi". Al recupero dell’animale investito hanno partecipato: Sergio Hlacia della ditta Arca, stazione forestale di Gorizia e Monfalcone. Le valutazioni sanitarie sono state condotte da Stefano Pesaro, medico veterinario, e Paola Beraldo, ricercatrice e parassitologa del DI4A dell’Università di Udine, Marco Bregoli, medico veterinario dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie. Il rilevamento radio telemetrico è condotto da Stefano Filacorda con il tecnico Andrea Madinelli, il dottorando di ricerca Marcello Frangini, e dall’assegnista di ricerca Lorenzo Frangini, tutti del DI4A.
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