IL PROGETTO
Torna Cinema senza confini - Film Brez Meja: proiezioni e dibattiti per le scuole
L'iniziativa si rivolge agli istituti di ogni ordine e grado. Proposti percorsi contro il bullismo e la violenza di genere ma anche incontri sull'autismo.
Un cinema che unisca, senza muri o barriere. In una parola, un cinema senza confini, che offra uno sguardo pieno sul mondo e un’interpretazione consapevole. È questo l’obiettivo del progetto “Cinema senza confini – Film Brez Meja” partito a inizio anno scolastico e proposto agli istituti di Gorizia e del territorio. Un’attività che si colloca nell’ambito del Piano nazionale cinema e immagini per la scuola, promossa dalla Direzione generale cinema e audiovisivo (Mic) e dal Ministero dell’Istruzione e del merito (Mim) in collaborazione con il Palazzo del cinema, Kinoatelje e Young for fun. La proposta è aperta alle scuole di ogni ordine e grado, con un piano diversificato fino alle scuole superiori.
«I corsi sono attivi per l’intero anno scolastico – precisa la referente della Mediateca provinciale di Gorizia Sara Malni – Si tratta di attività che possono essere svolte fino a maggio del prossimo anno». Tra le finalità del progetto, il consolidamento del linguaggio cinematografico e la trasformazione degli spettatori in partecipanti attivi, in grado di orientarsi in modo critico e consapevole nel mondo del cinema. Fondamentale è poi il lavoro di gruppo a sostegno della creatività come mezzo di espressione individuale, oltre che la valorizzazione della ricchezza culturale e linguistica del territorio come priorità della Capitale Europea della Cultura.
Già sottoscritte le adesioni con alcuni istituti della regione, mentre le tre associazioni coinvolte sono impegnate da settimane nell’organizzazione delle lezioni, per un bacino di utenza che abbraccia l’intero Friuli Venezia Giulia. «Siamo comunque aperti al coinvolgimento di ulteriori scuole che non abbiano sottoscritto un’ adesione – rimarca Malni – Prevediamo di coinvolgere complessivamente 37 plessi scolastici dislocati in tutta la regione, con un totale di oltre 1.900 studenti».
Per le scuole primarie e dell’infanzia si potrà scegliere fra due proposte. “Yuku e il fiore dell’Himalaya” (66’) di Arnaud Demuynck o in alternativa “Zog” (27’) di Max Lang e Daniel Snaddon, mentre per le scuole primarie la scelta ricade fra “Mary e lo spirito di mezzanotte” (88’) di Enzo d’Alò e “Titina” (91’) di Kajsa Naess. Per le scuole medie vengono proposte due tematiche. Da un lato il tema del confine, espresso dal film “Torna a casa, Jimi!” (92’) di Marios Piperides o, in alternativa, da “The Idol” (100’) di Hany Abu-Assad. Dall’altro, la questione ambientale, con il documentario sui cambiamenti climatici “Home” (118’) di Yann Arthus-Bertrand e il capolavoro d’animazione “La principessa Mononoke” (134’) del geniale Hayao Miyazaki.
Diverso e maggiormente articolato il percorso sul bullismo della durata di 8 ore, a prevenzione e contrasto del disagio giovanile. Come spunto di riflessione per la classe si potrà scegliere fra la proiezione de “Il patto del silenzio – Playground” (72’) di Laura Wandel e “La forma della voce” (130’) di Naoko Yamada. Attraverso l’interpretazione del lungometraggio si approfondiranno le emozioni dei protagonisti e degli stessi studenti, per condurli alla responsabilizzazione e all’empatia verso chi subisce atti di bullismo e cyberbullismo. Un sentiero parallelo – sempre della durata di 8 ore – lo apre invece l’approfondimento della camera stenoscopica, nota fin dall’antichità. Un laboratorio attraverso cui la classe si cimenterà nel ricostruire la tradizionale “camera obscura”, per realizzare delle fotografie su carta fotosensibile senza l’uso di una macchina fotografica.
«Il progetto è articolato e non si basa soltanto sulle proiezioni cinematografiche: si propongono principalmente attività formative e laboratoriali – spiega ancora Malni – Si spazia dai film di animazione per i più piccoli a film in sloveno per gli istituti scolastici con insegnamento di lingua slovena. La selezione avviene di comune accordo con gli insegnanti referenti, anche a seconda del percorso intrapreso dagli studenti. Al momento è prematuro indicare quali sono i film maggiormente richiesti, considerata la grossa portata delle scuole coinvolte».
Due le tematiche proposte anche agli istituti superiori, che possono orientarsi fra la narrazione del confine e quello scottante della violenza contro le donne. La scelta ricade fra “Mur” (107’) di Kasia Smutniak e “Moja meja (Il mio confine)” (50’) di Anja Medved e Nadja Velušček, storie della linea di demarcazione che divide due realtà. Da un lato la Polonia separata dalla Bielorussia, dall’altra quella della Gorizia del 1947, dove la tragedia della guerra si concretizza nella dolorosa separazione fra strade e famiglie. “Un altro domani” (109’) di Silvio Soldini e Cristiana Mainardi si affianca in alternativa a “Mia” (108’) del regista Ivano De Matteo, con l’obiettivo di educare al rispetto e alla comprensione reciproca.
Sull’approfondimento dei videogiochi si pone invece il laboratorio di alfabetizzazione al linguaggio videoludico della durata di 8 ore, durante le quali sarà possibile approfondire l’evoluzione storica, tecnologica e industriale del videogioco. Non meno accattivante il corso sul tema dell’autismo e della neurodivergenza di 10 ore, che comprende la proiezione di “Life, animated” (89’) di Roger Ross Williams oppure di “Quanto basta” (92’) di Francesco Falaschi. Di grande respiro, infine, il laboratorio di found footage della durata di 16 ore, durante il quale gli studenti verranno affiancati da filmaker professionisti per creare esperienze visive attraverso documenti d’archivio. Le lezioni verteranno su home movie e modalità di proiezione ai tempi della pellicola, oltre che attività pratiche di realizzazione di un cortometraggio e la conclusiva proiezione in sala cinematografica dei filmati prodotti.
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