Tesoro da 8,2 milioni sulla Capitale della cultura, «guardiamo oltre il 2025»

Tesoro da 8,2 milioni sulla Capitale della cultura, «guardiamo oltre il 2025»

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Tesoro da 8,2 milioni sulla Capitale della cultura, «guardiamo oltre il 2025»

Di Daniele Tibaldi • Pubblicato il 05 Nov 2022
Copertina per Tesoro da 8,2 milioni sulla Capitale della cultura, «guardiamo oltre il 2025»

Illustrate ieri le progettualità, primi bandi entro l'anno. Al Gect risorse per 8 milioni.

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Ha riempito tutta la platea il pubblico che ha raccolto l'invito all'incontro di ieri sera, al Teatro Verdi di Gorizia, con tutte le istituzioni coinvolte nella Capitale europea della cultura 2025. Sul palco erano presenti la Regione, con gli assessori alla Cultura Tiziana Gibelli e alle Finanze Barbara Zilli - quest'ultima da remoto -; il Gect Go con il presidente Paolo Petiziol e la direttrice Romina Kocina; i sindaci di Gorizia e Nova Gorica Rodolfo Ziberna e Klemen Miklavič, il direttore di zavod Go! 2025 Gorazd Božič, il presidente della Fondazione Carigo Alberto Bergamin e il segretario generale della Camera di commercio Venezia Giulia, Pierluigi Medeot.

Il moderatore dell'incontro, il giornalista de Il Piccolo Francesco Fain, ha subito interpellato gli spettatori chiedendo alcune parole chiave che definiscano un po' le proprie aspettative sul maxi-evento del 2025. "Condivisione", "riscatto", "skupaj" (insieme) e un sarcastico "piste ciclabili" sono state le varie suggestioni raccolte e da cui poi è partito il confronto. A prendere la parola per primo è stato Ziberna, per il quale "Gorizia e Nova Gorica sono due città diverse, con leggi diverse, ma con un obiettivo comune: crescere insieme e contemporaneamente".

"Dal punto di vista urbanistico mai è accaduto prima – ha rivendicato il primo cittadino – che due città di Stati diversi studiassero un comune piano regolatore generale". Ha quindi ringraziato la Regione per la grande sensibilità dimostrata verso il nostro territorio; sostegno condiviso anche dalla Camera di commercio, dalla Fondazione Carigo e dall'Erpac. Le principali preoccupazioni, come ha fatto notare Fain, ruotano intorno alla durata dei grandi lavori pubblici, con un esplicito riferimento al caso dell'ascensore del castello.

Ziberna ha colto la provocazione per rimarcare il fatto che i progetti in cantiere guardano al 2025 non come un punto di arrivo, ma di passaggio. L'amministrazione ha scelto di investire risorse che il territorio non aveva visto almeno da 40 anni su infrastrutture come il PalaBigot, su Borgo Castello, sulle università con nuovi corsi di laurea, sul polo scolastico in via Vittorio Veneto e sulle zone industriali, dove già oggi "abbiamo nuove imprese che bussano su entrambi i lati del confine – ha dichiarato con soddisfazione – per creare ricchezza e nuove opportunità di lavoro".

"Dobbiamo diventare il centro di una grande regione transfrontaliera in grado di unire" è l'auspicio di Miklavič, che ha ricordato come il Goriziano sia già stato "un importante centro europeo nel XIX secolo". "Gorizia e Nova Gorica possono creare l'opportunità per uno sviluppo a lungo termine" ha continuato il sindaco sloveno, per cui il 2025 è "un'opportunità unica per attirare i giovani, creando posti di lavoro in più settori, come la ricerca". Il suo auspicio è che il nostro territorio diventi "un modello di sviluppo per Bruxelles", considerando che il 50% del delle regioni europee sono a cavallo di un confine.

Un modello che, secondo Petiziol, è stato pienamente riconosciuto anche in occasione del XVIII Forum internazionale dell’Euroregione aquileiese, tenutosi poco più di un mese fa a Udine, Trieste e Gorizia, e a cui hanno partecipato i rappresentanti di altre città con caratteristiche simili a quelle di Gorizia. Il presidente del Gect ha così colto l'occasione per annunciare l'invito ricevuto da una delegazione di deputati della Corsica - Bastia è candidata alla Capitale europea della cultura per il 2028 - a illustrare il nostro territorio all'Assemblea nazionale francese.

Alla domanda di Fain sul Gect, se è diventato quanto auspicato in origine, Petiziol ha ricordato la figura di monsignor Luigi Faidutti, ultimo deputato austriaco della Contea di Gorizia, dichiarandolo come "fonte di ispirazione" nel suo mandato al vertice dell'ente transfrontaliero. Apprezzamenti nei confronti dell'ente, "strumento fondamentale per la Capitale europea della cultura", sono arrivati anche da Zilli, nel cui intervento pre-registrato ha voluto ricordare il sostegno finanziario già garantito al territorio dalla Regione, con risorse derivanti dal Pnrr e altre integrative per Borgo Castello.

"La nostra regione è diventata teatro di grandi investimenti con occasioni culturali, economiche e sociali irripetibili", ha osservato con soddisfazione l'assessore alle Finanze, con l'obiettivo di continuare "a lavorare per migliorare i nostri tesori ancora da scoprire". Un tesoro, quello rappresentato dal Goriziano, che persino Gibelli ammette di non aver conosciuto fino a quando non assunse la carica di assessore regionale alla Cultura. "La storia è debitrice a tutta 'la' Gorizia" ha riconosciuto Gibelli, sottolineando l'articolo 'la' in riferimento a tutta la Contea precedentemente richiamata da Petiziol.

L'impegno della Regione verso l'Isontino, rivendica l'assessore, è stato evidenziato attraverso "il sistema di premialità introdotto già con i bandi del 2022 per eventi da realizzare a Gorizia o su Gorizia". Go! 2025 è un'occasione irripetibile sia per la Regione sia per la Slovenia, diventando "uno dei punti più qualificanti di una nuova Europa". Ed ecco i numeri più attesi della serata, annunciati direttamente dalla direttrice del Gect: saranno 8,2 i milioni di euro gestiti direttamente dall'ente transfrontaliero. "Per la prima volta il Gect si troverà nella condizione non solo di gestire dei fondi, ma anche di concederli attraverso una serie di bandi", annuncia Kocina.

Saranno quindi finanziati progetti della durata fino a 24 mesi e con un tetto massimo di 200mila euro. Il primo bando sarà pubblicato entro dicembre e interesserà sia attività culturali che turistiche e, trattandosi di fondi europei, dovranno riguardare un'area più vasta del Goriziano. Si tratta del 10% dei fondi destinati anche alla Capitale europea della cultura. 88 milioni del programma Interreg, quindi, da destinare anche alla realizzazione del Bid Book (per il quale lo zavod ha attualmente risorse per 15 milioni), come ha rimarcato il suo direttore Božič, con lo scopo di rafforzare l'offerta culturale di tutto il territorio transfrontaliero.

"Adesso stiamo cercando partner affidabili e stabili per l'uso del logo della capitale", aggiunge sempre Božič, per cui la creatività rappresenta un valore aggiunto. Tra il 2022 e il 2026 saranno pubblicati circa due bandi all'anno, con l'obiettivo che il 2025 diventi un nuovo punto di partenza. Sul fronte della ricettività, ancora molto carente nel Goriziano, è intervenuto Medeot. La Camera di Commercio sta infatti sviluppando un master plan "volto a creare una mentalità imprenditoriale diffusa". L'obiettivo è quello di creare una rete di collegamenti che renda raggiungibili Gorizia e Nova Gorica entro i 90 minuti, facendo riferimento a un'area che si estende dal confine con il Veneto a Lubiana.

Dal punto di vista culturale, Medeot ha anche dichiarato che "èStoria, pur augurando ogni bene alla famiglia Ossola, deve essere istituzionalizzata sul modello di Pordenonelegge". Sempre grazie a Go! 2025 si sta tornando a pensare di creare in via Rastello un outlet che sfrutti i tanti locali attualmente ancora inutilizzati, essendo ora la città tornata a essere più appetibile per gli imprenditori. Proprio per promuovere lo sviluppo imprenditoriale, la Camera di Commercio sta studiando anche un protocollo d'intesa con il Comune di Gorizia che mira allo sviluppo di un distretto aerospaziale e tecnologico in sinergia con i centri di ricerca di Trieste.

"La sfida di Go! 2025 può essere vinta solo se affrontata insieme", conclude Medeot, che ritiene lo sviluppo del piano regolatore unico tra le due città di confine un vero e proprio emblema. Un'esortazione fatta propria anche da Bergamin: "Ci siamo messi a disposizione per creare un patrimonio da condividere". Il riferimento è alla rete di tutti i comuni coinvolti nelle attività finanziate dalle Carigo, che include anche Aquileia, Terzo di Aquileia e Corno di Rosazzo, "unendo popoli che per secoli hanno avuto una storia comune".

Foto Daniele Tibaldi

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