Tesi sulla Grande Guerra premiate a Sagrado, gli studenti ungheresi in ricordo di Roberto Visintin

Tesi sulla Grande Guerra premiate a Sagrado, gli studenti ungheresi in ricordo di Roberto Visintin

LA CERIMONIA

Tesi sulla Grande Guerra premiate a Sagrado, gli studenti ungheresi in ricordo di Roberto Visintin

Di FEDERICO DE GIOVANNINI • Pubblicato il 19 Ott 2024
Copertina per Tesi sulla Grande Guerra premiate a Sagrado, gli studenti ungheresi in ricordo di Roberto Visintin

Assegnato stamattina a Tibor Bartakovics il riconoscimento a tema storico intitolato alla memoria del giovane studioso.

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Si è tenuta questa mattina alle ore 11 alla sala del Consiglio Comunale di Sagrado la cerimonia di premiazione promossa dalla Fondazione Roberto Visintin per sostenere gli studenti ungheresi autori di tesi di laurea sul tema della Grande Guerra. Si tratta della quinta edizione dell’iniziativa, organizzata in accordo con la fondazione ungherese Onlus per la ricerca sulla Grande Guerra. Presenti fra il pubblico anche i genitori di Roberto, Marino Visintin e Evelyn Ann Todd, presidente della fondazione a lui dedicata.

A prendere per primo la parola Paolo Polli, direttore della fondazione, che ne ha ricordato il percorso, le ulteriori iniziative di premiazione promosse (il premio letterario dedicato a Roberto Visintin e quello rivolto alla sicurezza sul lavoro in collaborazione con l’Università di Trieste) e la figura stessa di Roberto, prematuramente scomparso nel 2018, con la sua grande passione per la ricerca e per la storia locale. Ha portato poi i saluti la vicesindaca di Sagrado Simonetta Visintin: «È un onore e piacere presenziare oggi alla cerimonia e consegnare questo premio in memoria di Roberto Visintin. Ringrazio la famiglia qui presente, gli storici ungheresi venuti oggi a consegnare il premio e la commissione che ha esaminato le tesi. Oltre a questo premio, la fondazione Visintin cura altre borse di studio e concorsi dedicati alle materie cui Roberto era appassionato». 

La giuria, composta dagli studiosi Norbert Stensinger, Bela Bartòk, Balàzs Juhàsz e Pintér Tamàs (presidente della fondazione Onlus ungherese), ha selezionato come vincitori i due lavori di Tibor Bartakovics e Farkas Monika Kitti, entrambi studenti dell’università di Budapest. «La tesi scritta da Tibor Bartakovics utilizza diari e memorie per ricostruire la prospettiva umana sulla guerra, ossia come i soldati dell’esercito italiano al fronte l’abbiano vissuta durante le battaglie dell’Isonzo – ha spiegato il direttore Polli - La seconda classificata Farkas Monika Kitti, purtroppo oggi assente, ha trattato invece la sorte degli italiani detenuti alla fortezza-prigione ungherese di Szeged prima del 1848: i motivi della prigionia, il rapporto con la popolazione locale e la loro memoria postuma».

Esprime la soddisfazione di partecipare alla premiazione anche il professor Bartok, attraverso la traduzione in italiano in tempo reale del collega Balàzs Juhàsz, ripercorrendo il cammino che ha portato vent’anni fa alla nascita della fondazione di ricerca sulla Grande Guerra e all’istituzione del premio storico con la fondazione Visintin, mosso da un legame innanzitutto umano. «Ciascuno di noi ha qualche antenato che ha combattuto in questi territori: la storia locale è anche la nostra storia familiare» ha detto Bartok.

Prima dell’assegnazione del riconoscimento da parte della vicensindaca di Sagrado, Tibor ha brevemente presentato la sua tesi “Soggettività e guerra, il fronte isontino nei diari”. «Ho selezionato la mia letteratura primaria in modo tale da comprendere diari di guerra italiani scritti non solo in anni diversi, ma anche da diverse fasce d’età, gradi e prospettive di guerra (per esempio neutralisti e interventisti) – così lo studente ventottenne – Attraverso essi, il mio obiettivo è stato quello di presentare in ordine cronologico l’evoluzione dello stato d’animo dei soldati di fanteria italiani in servizio sul fronte negli anni 1915, 1916 e 1917. Questo approccio offre una nuova prospettiva su un evento storico ben noto incentrandolo sull’uomo ed è anche un’opportunità per rendere omaggio ai sacrifici di tutti coloro che sono morti eroicamente sui campi di battaglia nella regione del Carso».

La cerimonia si è conclusa con un momento conviviale, durante il quale abbiamo brevemente chiesto a Tibor da dove sia nato l’interesse per l’argomento e soprattutto l’idea di collegarsi al nostro territorio. «Sono originario della Slovacchia, dove dopo la Prima guerra mondiale la mia famiglia, di lingua ungherese, è diventata una minoranza - ci racconta - Il mio trisnonno ha inoltre combattuto nella Grande Guerra. Durante i miei studi ho realizzato una tesi simile a questa ma incentrata sulla prospettiva dei soldati austro-ungarici; mi interessava fare lo stesso con i diari italiani per studiare come abbiano visto e vissuto la guerra anche i soldati di questo Paese». 

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