Terre di confine, gli esperti spiegano le guerre nel mondo a Gorizia

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Terre di confine, gli esperti spiegano le guerre nel mondo a Gorizia

Di Redazione • Pubblicato il 21 Feb 2023
Copertina per Terre di confine, gli esperti spiegano le guerre nel mondo a Gorizia

Storici, analisti e docenti ospiti grazie alla collaborazione tra Università di Udine e Harvard.

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La Guerra fredda come antefatto degli scenari del nostro tempo: un periodo storico da indagare e rileggere per comprendere pienamente, sin dalla loro genesi, i contesti drammatici e conflittuali in cui l’Europa e il mondo si trovano immersi oggi. Perché l’impatto della Guerra fredda sulle zone di confine è durato ben oltre il crollo del muro di Berlino. Questo il filo rosso del prestigioso Forum internazionale “Terre di confine. Dalla Guerra fredda ai conflitti del nostro tempo”, in programma all’indomani del primo anniversario dell’invasione ucraina, dal 9 all’11 marzo a Udine e Gorizia.

Il tutto per iniziativa dell’Associazione Friuli Storia: un think tank che riunisce per la prima volta in una partnership di ricerca l’Università di Udine e quella di Harvard-Cold War Studies Project, e che potrà contare sul contributo di una quarantina di analisti e studiosi internazionali, impegnati in otto percorsi tematici per analizzare capillarmente gli accadimenti prodotti nel corso della Guerra fredda e la loro onda lunga su quanto stiamo vivendo. A inaugurarlo sarà Mark Kramer (nella foto), direttore del Cold War Studies Project dell’Università di Harvard e Senior Fellow del Davis Center for Russian and Eurasian Studies di Harvard.

Pronta anche un’ulteriore iniziativa: il progetto Frontiera Est avviato dall’Università di Udine in sinergia con l’associazione Friuli Storia: un format che per la prima volta metterà a sistema le strutture difensive realizzate sul confine orientale nel corso del XX secolo, patrimonio storico e culturale che è prerogativa geostrategica del Friuli Venezia Giulia. Una vera e propria “regione sotto la regione”, composta da oltre 1300 strutture, completamente abbandonata con la fine della Guerra fredda e adesso in procinto di essere dettagliatamente mappata per una valorizzazione in chiave di ricerca e recupero.

"Per noi è un grande piacere poter essere parte attiva di questo Forum internazionale - le parole del presidente della Fondazione Carigo, Alberto Bergamin, partner del progetto - il periodo della Guerra fredda è una parentesi storica che ha influenzato l'evoluzione di questi territori, in particolare della città di Gorizia. La Fondazione ha fortemente voluto che uno degli appuntamenti del Forum fosse ospitato proprio nella sua sede, nella città che nel 2025 insieme a Nova Gorica ospiterà la Capitale europea della cultura, perché il dialogo e lo studio di un periodo complesso e conflittuale, siano il viatico di una fruttuosa e continua collaborazione".

L'appuntamento in riva all'Isonzo sarà quindi sabato 11 marzo, nella sede di via Carducci: dalle 10 si parlerà di Nazioni divise e città divise, con riferimento alla Corea e alla Germania (Eilin Rafael Perez e Ben Van Zee) e focalizzando sull’enclave occidentale di Berlino ovest, isola occidentale nel territorio della Germania est (Sonja Schmalenberger). Il ruolo delle Grandi potenze sarà indagato con riferimento al conflitto russo-giapponese (Yasuhiro Izumikawa) e alla disputa sino-sovietico sui confini (Sergey Radchenko), così come alle minoranze linguistiche nella polveriera dei Balcani (Nadia Boyadjieva).

Spazio poi al punto di vista britannico (Grace Huxford), al presidio anche marittimo dei confini italiani (Fabio De Ninno). A suggellare il Forum sarà, sabato alle 16.15, l’intervento dello storico e saggista Charles Maier, ordinario ad Harvard, intorno alle micro e macrostorie di confine nel tempo della Guerra fredda. Il legame speciale del Forum con il territorio si riverbera nella collaborazione con le aziende enologiche del Friuli Venezia Giulia: Rodaro, Specogna e Livio Felluga, che metteranno a disposizione i loro vini per gli ospiti nei contesti conviviali del convegno.

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