il ricordo
La targa per Norma Cossetto nel suo liceo a Gorizia, «superare l'odio»
Svelata questa mattina la targa, poi l'incontro con gli studenti. Critiche da alcuni insegnanti sulla cerimonia, la preside: «Collegio docenti si sta confrontando».
C’era anche la cugina di Norma Cossetto, Erminia Dionis Bernobi, questa mattina allo svelamento della targa nell’atrio del liceo classico Alighieri di Gorizia. Una cerimonia tenutasi in concomitanza con il Giorno del Ricordo, che cade ufficialmente domani, nel luogo dove la giovane istriana, morta infoibata, si diplomò quando l’istituto si chiama ancora Regio ginnasio Vittorio Emanuele III. Presenti anche i giovani nipoti che hanno accolto l’invito della Lega nazionale, promotrice dell’iniziativa in seno al ministero dell’Istruzione.
A nome del dicastero, c’era la sottosegretaria Paola Frassinetti, che sarà impegnata tra oggi e domani anche in altre cerimonie e incontri con gli studenti. Quest’ultimi erano invece assenti all’appuntamento mattutino, rinviando l’approfondimento sul significato della giornata - istituita per legge 20 anni esatti fa dal Parlamento - all’appuntamento nell’Aula magna del liceo e dell’Iti Galilei (quest’oggi alle 12) e al Teatro Verdi (domani pomeriggio). Presente in viale XX settembre anche i deputati regionali di Fratelli d’Italia, Walter Rizzetto e Nicole Matteoni.
Lo svelamento della targa è stato accompagnato da polemiche e malumori, anche all’interno del corpo insegnanti, ricordando che pochi anni fa era stato proposto di apporre una targa sia con il nome di Cossetto che di Milojka Štrukelj. Quest’ultima, anch’essa studentessa al classico, era staffetta partigiana jugoslava e venne uccisa dai nazifascisti a Salcano. Era anche sorella di Jožko, futuro sindaco di Nova Gorica che, con l’omologo goriziano Michele Martina, avviò un percorso di riavvicinamento tra le due città durante la Guerra fredda.
Richiesta ricordata (e bocciata) anche dal presidente della Lega nazionale, Luca Urizio, nel suo discorso: «Più che martire delle foibe, Norma Cossetto è stata martire del comunismo. Per questo era inopportuna la doppia intitolazione con Milojka Štrukelj. Accumunare idealmente Norma ai partigiani di Tito, suo carnefici, sarebbe stato un vilipendio alla sua memoria». In ogni caso, la dirigente scolastica Giovanna Petitti ha spiegato che «il collegio docenti si sta confrontando, questa è l’occasione per riprendere il progetto e parlare con gli studenti per una formazione profonda, nel segno della pacificazione».
L’obiettivo posto dalla preside è di creare «coscienze pronte a raccogliere nuove sfide», ripercorrendo «quella strada affinché ci sia una comunione che abbatta il confine e sia fatta di interrogativi, difficili ma anche appassionanti e utili per un futuro comunitario». Diversi professori, alla vigilia di questa mattina, avevano mosso critiche alla cerimonia e al modo in cui è stata organizzata. Urizio, indirettamente, ha ribadito che la targa era stata richiesta già all'unanimità nel 2017 dall’allora Comitato studentesco del polo liceale, presieduto da Luca Michelutti.
Frassinetti ha quindi rilevato come «la scuola è importante, il luogo dove tramandare il ricordo e spiegare che certe atrocità della storia non devono più accadere. I docenti hanno il grande ruolo di raccontare queste vicende con la finalità di pace e superamento dell’odio». Le parole impresse sull'epigrafe sono quelle riportate nella motivazione di conferimento della medaglia d’oro al valore civile, assegnata nel 2005 dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, dove si rileva che la 23enne venne «catturata e imprigionata dai partigiani slavi».
Il sindaco Rodolfo Ziberna, plaudendo a questo risultato, ha poi evidenziato come questo riconoscimento «consentirà a tanti ragazzi e ragazze di chiedere ai loro insegnanti perché c'è questa targa e perché in Italia abbiamo impiegato decenni per ricordare queste cose». Annunciato anche un pannello trilingue fuori dal liceo sulla storia della giovane, promosso dall’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Comitato 10 febbraio e Lega nazionale. Realtà rappresentata dai labari e propri esponenti nell’atrio della scuola.
«A 15 anni sono sopravvissuta alla foiba, speriamo che le giovani generazioni non dimentichino» sono state le parole di Dionis Bernobi, apponendo una foto della cugina sotto la targa. Per l’assessore regionale Sebastiano Callari, «Norma può rappresentare il dolore della Patria ma anche, in una città che si appresta a diventare Capitale europea della cultura (insieme a Nova Gorica, ndr), un elemento di pacificazione per questi territori».
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