La visita
Tajani in visita a Gorizia, «ottimo lavoro congiunto con Lubiana»
Il vicepremier visita la mostra di Ungaretti al Museo Santa Chiara: «Gorizia e Nova Gorica sono un modello esportabile nel mondo, anche dove oggi si fa la guerra».
Concluso a Brdo, nei pressi di Lubiana, il Comitato di coordinamento dei ministri di Italia e Slovenia, il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha fatto tappa questo pomeriggio a Gorizia. Nel corso della visita il capo della Farnesina ha annunciato che il prossimo summit italo-sloveno, nel 2025, potrebbe svolgersi proprio a Gorizia: «L’idea è stata accolta con entusiasmo dagli sloveni. Ora vediamo di organizzarci, se sarà possibile farlo qui lo faremo con grande piacere».
Molto caloroso il benvenuto da parte del sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna: «Poter contare su un vicepremier che ti risponde un’ora dopo un mio messaggino, è una grande fortuna. Tajani conosce perfettamente il nostro territorio ed è doveroso per me ringraziarlo per quello che ha fatto e che continua a fare ogni volta che si presenta un problema».
Per l’occasione, accolto dalle autorità locali e dai vertici regionali di Forza Italia, il ministro ha visitato la mostra su Giuseppe Ungaretti, recentemente allestita al Museo Santa Chiara. «Ritengo questa mostra esemplare – il commento di Tajani – perché sono stati chiamati tanti artisti contemporanei a raffigurare ciò che il poeta suscitava in loro. È un’esposizione che farei vedere a tutti gli studenti per conoscere meglio la nostra storia, la storia dell’unità nazionale, di cui si parla ancora troppo poco».
I controlli al confine
Una storia che sarà certamente valorizzata in occasione di Go! 2025. E proprio guardando all’anno della Capitale europea della cultura, il vicepremier ha confermato che al vertice interministeriale è stato discusso anche di Schengen, il trattato sulla libera circolazione tra Paesi attualmente sospeso da Italia, Slovenia, Croazia e Austria.
«Si potrà alleggerire ulteriormente i controlli alla frontiera – assicura il vicepremier – come già fatto in molte parti. Tutto dipenderà dal livello di sicurezza in considerazione della situazione internazionale. Purtroppo, la situazione in Palestina, prima, e ora in Libano non è buona e resta il rischio che, attraverso la rotta balcanica, si infiltri anche qualcuno con finalità terroristiche. La priorità del governo resta quella di tutelare tutti i cittadini». A confortare Tajani sono, in particolare, i dati sui flussi migratori dal Mediterraneo, che hanno registrato quest’anno «un calo del 62, 63 per cento».
L’auspicio del governo è che si riesca a fare altrettanto anche lungo la rotta balcanica. «A Lubiana – continua Tajani – abbiamo ribadito l’importanza del lavoro congiunto con sloveni e croati per proteggere le frontiere esterne. Ci saranno le pattuglie miste e presenteremo questo modello anche al presidente del Consiglio francese».
La crisi in Medio Oriente
Sempre per il ministro, «il territorio transfrontaliero di Gorizia e Nova Gorica può rappresentare un modello esportabile nel mondo, perché dimostra che ci si può mettere dietro le spalle l’orrore del passato, le guerre, la morte, gli stermini di popolazioni inermi». Secondo Tajani «il fatto che Gorizia e Nova Gorica siano due città che vivono insieme, dandosi la mano, significa che si può guardare avanti facendo tesoro del passato». L’augurio del capo della Farnesina è che, guardando a Israele, Libano e Palestina, «possa instaurarsi una convivenza civile: l’obiettivo finale è quello di dare al popolo palestinese uno Stato che possa convivere con Israele, a cui riconosciamo il diritto all’autodifesa».
Per quanto riguarda la missione Unifil in Libano, che prossimamente vedrà la brigata di cavalleria “Pozzuolo del Friuli” di nuovo al comando dell’operazione Leonte, rimangono molte preoccupazioni. Afferma Tajani: «La situazione è molto complicata, credo che la missione Onu in futuro dovrà avere più poteri. A cominciare da un cambio delle regole d’ingaggio, perché possa veramente rappresentare un cuscinetto che impedisca lo scontro tra Israele ed Hezbollah. Va rivisto il mandato in modo che la zona cuscinetto sia estesa oltre il fiume Leonte, allontanando il rischio di un nuovo conflitto, una volta ottenuto il cessate il fuoco».
Tra Ius Italiae e separazione dei poteri
Sullo Ius Scholae, che Tajani ha preferito ribattezzare in Ius Italiae, resta la convinzione, in Forza Italia, della necessità di una riforma: «Abbiamo presentato una proposta di legge complessiva in Parlamento che riguarda la cittadinanza. In particolare, vogliamo offrire ai giovani non di origine italiana, ma figli di immigrati regolari, la possibilità di diventare cittadini italiani. Credo che sia giusto, perché hanno imparato l’italiano, la storia, la geografia e la nostra Costituzione. La realtà è questa: sono quasi un milione i ragazzi che frequentano le nostre scuole, parlano dialetti e lingue locali come i loro amici e dobbiamo renderci conto che l’Italia debba essere in grado di integrarli».
Netto anche il giudizio del vicepremier sul rinvio alla Corte Ue, da parte del Tribunale di Bologna, del decreto legge sui “Paesi sicuri”: «Credo fortemente nella separazione dei poteri tipica della democrazia. Come la politica non debba intromettersi in materia giudiziaria, allo stesso tempo il potere giudiziario non deve intromettersi nelle scelte del potere legislativo. Evidentemente ci sono magistrati che continuano a fare questo tipo di scelta, ma non è, secondo me, la scelta giusta».
Nelle immagini, la visita del vicepremier al museo Santa Chiara (foto Tibaldi)
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