Lo sviluppo nato dalle infastrutture nella Šempeter di Milan Turk

Lo sviluppo nato dalle infastrutture nella Šempeter di Milan Turk

Oltre il confine

Lo sviluppo nato dalle infastrutture nella Šempeter di Milan Turk

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 31 Ott 2020
Copertina per Lo sviluppo nato dalle infastrutture nella Šempeter di Milan Turk

Il racconto di dieci anni di sviluppo industriale e urbano nel piccolo centro sloveno.

Condividi
Tempo di lettura

Posto a sud di Nova Gorica, il Comune di Šempeter-Vrtojba è il terzo partner nel processo di cooperazione transfrontaliera insieme alla cittadina slovena e Gorizia. Da un decennio è amministrata da Milan Turk, 51 anni, che abbiamo incontrato nei giorni scorsi per scoprire questo piccolo centro. Dinamismo industriale e miglioramento della qualità della vita tra i punti che hanno segnato il mandato del primo cittadino.

Lei è sindaco dal 2010, com’è cambiato Šempeter-Vrtojba da quando si è insediato la prima volta?
In questi dieci anni abbiamo realizzato molte infrastrutture importanti. I risultati più importanti li abbiamo avuti nel campo industriale: già dal 1990 avevamo alcune strutture abbandonate e qualche anno fa sono tornate ad essere utilizzate dalle imprese. In totale, abbiamo più di 24 mila metri quadri di capannoni. È stato realizzato poi il depuratore, in sinergia con Nova Gorica e Merna, che serve a 52 mila abitanti ed è stato finanziato con un investimento europeo da 40 milioni di euro.

Dal punto di vista dell’occupazione, qual è la situazione locale?
Abbiamo molti posti di lavoro, oltre due volte rispetto al numero di abitanti disponibili. Nei comuni limitrofi c’è un bacino di 6 mila persone, di cui 2.500 sono attivi, e oltre 5 mila posti di lavoro. Tutto ciò creava dei problemi con la viabilità, ma siamo riusciti ad ottenere degli ottimi risultati con la realizzazione di rotonde e altre migliorie stradali. La strada statale prima passava per il centro del paese, mentre ora c’è una tangenziale che passa per fuori.

Il centro storico del comune sembra di recente riqualificazione…
Sì, abbiamo migliorato le piazze sia di Šempeter che di Vrtojba. Lo abbiamo fatto per poter vivere meglio questi spazi cittadini, così come abbiamo realizzato un ampio parco sportivo per attività urbane, vicino all’ospedale. Recentemente, abbiamo acquistato dal gruppo Hit (proprietario di molti dei casinò di Nova Gorica, ndr) un centro sportivo con 5 mila metri quadri coperti e 8 mila metri quadri attorno.

Dopo la chiusura del punto nascita di Gorizia, c’è un accordo con l’ospedale di Šempeter per far nascere lì i bambini goriziani. Che ruolo può avere il vostro nosocomio per l’area transfrontaliera?
In Slovenia, gli ospedali sono responsabilità dello Stato e non dei Comuni. Per quanto ne so, sono poche le donne che sono venute qui a partorire ma non so il perché. Ci sono sicuramente tante difficoltà, i sistemi sanitari sono diversi e tra le diverse assicurazioni non ci sono gli stessi accordi da una parte e dall’altra del confine. Siamo comunque tutti disposti a collaborare ma le cose vanno lentamente.

Negli ultima anni, il GECT ha acquisito un ruolo importante. È ancora uno strumento valido?
Certamente, va usato anche di più, ma questo ente dev’essere più operativo. I fondi che abbiamo ottenuto, circa 10 milioni, sono stai usati in modo positivo, realizzando un posteggio camper e sarà importante in chiave turistica. Vanno trovati nuove risorse per la prossima programmazione e il GECT deve trovare il modo di avere il numero giusto di dipendenti, con personale abile e con una visione strategica.

Viceversa, con l’epidemia abbiamo rivisto la chiusura del confine. Come ha reagito e sta reagendo la sua comunità?
Spero che questa cosa sia solo temporanea. Ora gli spostamenti sono limitati, altrimenti il virus si sparge e la situazione non migliora. Ma nessuno voleva chiudere il confine, siamo rimasti tutti delusi di questa decisione e la gente vuole poterlo attraversare liberamente.

Il Comune di Gorizia vorrebbe realizzare un carcere europeo negli spazi dell’ex Ospedale Vecchio di via Vittorio Veneto, proprio a ridosso del confine con il suo Comune. Cosa ne pensa di questo progetto?
Purtroppo anche i carceri devono esistere. Dove metterlo è un altro discorso: a Gorizia ci sono tante strutture abbandonate, come la vecchia scuola dietro al tribunale (l’ex scuola elementare Pitteri, ndr) e lo stesso vecchio ospedale. Anche le caserme sono vuote, da noi le abbiamo riconvertite per le industrie. È un’idea interessante questo progetto, ma non credo sarà facile da realizzare.

Articoli correlati
...
Occhiello

Notizia 1 sezione

...
Occhiello

Notizia 2 sezione

...
Occhiello

Notizia 3 sezione