la cerimonia
Le suore di Cormons in festa, fiori per gli 80 anni di fede a madre Rosita
L'omelia dell'arcivescovo dedicata alle religiose, «non c’è bisogno di penitenze».
Grande sabato di festa a Cormons dato che, presso il santuario di Rosa Mistica, l’arcivescovo di Gorizia Carlo Maria Roberto Radaelli ha celebrato una solenne messa per la ricorrenza dei giubilei di vita consacrata delle suore che abitano presso il convento delle sorelle della Provvidenza di San Luigi Scrosoppi. Il tutto assieme a don Giorgio Giordani, vicario episcopale per la vita religiosa, e don Stefano Goina affiancato da don Joseph N’Zi e don Mauro Belletti.
Il fondatore del convento, Padre Luigi, nel 1866 acquistò parte del vecchio convento appartenuto alle Sorelle della Dottrina Cristiana per aprirvi una scuola popolare e vi trasferì da Udine anche la casa generalizia. Successivamente la casa ospitò anche un giardino d’infanzia, una scuola di lavoro, un oratorio festivo e fu pure sede del Noviziato. Dalla fine dell'Ottocento è l’infermeria della congregazione e, ad oggi, accoglie un centinaio di sorelle anziane e ammalate.
Sono 19 le religiose che quest’anno celebrano il giubileo: suor Rosita Zaccaria taglia gli 80 anni di consacrazione religiosa, traguardo mai raggiunto tra le suore della Provvidenza; suor Rosetta Goss e suor Ettorina Zanoi ricordano i 75 anni di professione; suor Assunta Delladio, suor Floriana Pallaro, suor Natalia Favro vivranno i loro 70 anni; suor Bruna Camillotto, suor Irmarosa Villotti, suor Luisantonia Nosella, suor Ubertina Cinat, suor Annalilia Grandesso, suor Annaluisa Chini, suor Anna Teresa D’Agaro, suor Eldarosa Bettega, suor Emanuela Nitta, suor Idalberta Baradel, suor Lorenzina Pavan, suor Maria Josè Vite e suor Remigia Favaro tagliano, infine, 60 anni di vita consacrata.
“In una composizione musicale la prima battuta scritta, e tra le più importanti, c’è il silenzio – ha esordito l’arcivescovo durante l’omelia – Ecco che anche quando leggiamo i passi della Bibbia dobbiamo tenere d’occhio anche le pagine precedenti: tra i capitoli precedenti del passaggio propostivi oggi dal vangelo di Giovanni, c’è il brano della vite e dei tralci. Ecco a voi, quindi, il vero messaggio di questa parabola, ossia quello di risurrezione e di speranza: 'Io sono la vite, voi i tralci… chi rimane in me porta molto frutto'".
"Gesù non ci chiede di aderire a dottrine o a credere a dogmi - ancora il vertice della curia -. È venuto invece per insegnarci a vivere e ad invitarci a 'portare frutto', ad essere fecondi e a “partorire” speranza. Seguire la strada del Vangelo non vuol dire rinunciare alle cose belle della vita. Non c’è bisogno di penitenze, ma di frutti, cioè di gesti concreti che diano sapore alla vita”. A chiusura dell’omelia, Radaelli ha invitato - visto la giornata di festa nel convento - a chiudere la Messa con un canto friulano di convivialità e sorellanza.
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