lo studio
Studiosi in campo per difendere un raro grillo a Monfalcone, nuova casa nel Lisert
Richiesa l'istituzione di un biotopo nell'area per tutelare la specie. Spostati alcuni esemplari dalle Risorgive.
Dopo diversi anni di monitoraggio in Friuli Venezia Giulia, e in particolare nella zona di Monfalcone, è partito il progetto pilota per il mantenimento delle popolazioni presenti del Grillastro marmorato dell’Adriatico. Si tratta di una particolare specie presente in questo angolo di Carso, studiata nei minimi dettagli dal gruppo di ricerca coordinato da Filippo Maria Buzzetti, entomologo della Fondazione Museo civico di Rovereto. Lo stesso ha eseguito un’importantissima azione per la conservazione di questo animale, martedì, con lo spostamento di alcuni esemplari presso un nuovo sito idoneo.
L’attività è stata autorizzata dalla Direzione centrale risorse agricole forestali e ittiche del Friuli Venezia Giulia. Il progetto di studio e ricerca sulla Zeuneriana marmorata, ossia il nome scientifico della specie, è finalizzato al miglioramento dello stato di consistenza della popolazione e alla scoperta di nuovi siti idonei per la specie. Si tratta di un grillo rarissimo e minacciato di estinzione, presente in un numero limitato di siti principalmente distribuiti nelle zone costiere della nostra regione, in Veneto, presso la foce dell’Adige, lungo il Taglio del Sile e in un’area nell’entroterra sloveno.
Questa specie è legata esclusivamente alle zone umide, in particolare ai canneti, e il danneggiamento anche di piccole porzioni di questi habitat rappresenta una perdita enorme per la specie. Le bonifiche e l’uso di fitofarmaci hanno notevolmente ridotto l’areale della specie che oggi è presente solo in località tra loro disgiunte. I due siti pilota su cui il gruppo di ricerca ha concentrato oggi gli sforzi di conservazione sono situati nel comune di Monfalcone, in particolare nell’area del Lisert e presso il biotopo Risorgive degli Schiavetti.
L’area umida del Lisert ospita una popolazione stabile che è stata usata come sorgente per la traslocazione di alcuni esemplari dalle risorgive, nel tentativo di creare una nuova popolazione in grado di espandere l’areale della specie in una zona in cui era storicamente già presente. Questa attività, se andrà a buon fine, consentirà di avere un nuovo nucleo di esemplari garantendo una maggior sicurezza per la loro sopravvivenza, nel caso in cui uno degli altri siti di presenza si estingua. In seguito ai primi rilasci si procederà al monitoraggio per verificare che si instauri una popolazione stabile della specie che depone le uova nelle cannucce palustri.
Attualmente, per l’area del Lisert è stata richiesta l’istituzione di un biotopo per garantirne un maggior livello di tutela e conservazione. Nel corso degli anni, la costruzione di varie infrastrutture e la ricolonizzazione da parte della vegetazione arborea e arbustiva hanno ridotto considerevolmente la superficie di habitat adatto a questa specie. Il progetto ha ricevuto finanziamenti da The Mohamed bin Zayed Species Conservation Fund. Il gruppo è coordinato da Buzzetti e da Axel Hochkirch, entomologo dell’Università di Trier, in Germania, ed è composto da Francesca Tami, Pierpaolo Merluzzi e Yannick Fanin che ha coadiuvato le operazioni di prelievo degli esemplari.
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