la situazione
La strada per la cima del Calvario resta chiusa, cantiere fermo a Gorizia

L'intervento è bloccato da quando si è verificata una frana sulla strada di accesso da Lucinico, richiesti ulteriori 300mila euro alla Regione.
«Tutto fermo per carenza di fondi». È questa l’amara constatazione dell’assessore di Gorizia all’Ambiente Francesco Del Sordi, interpellato sui lavori sul monte Calvario. Il sito ha un alto valore simbolico per la città non solo per l’area monumentale commemorativa delle tragiche vicende belliche della Grande guerra, ma anche per la presenza delle tre croci che da secoli svettano sulla sommità verso Lucinico, alle quali è dovuto il nome stesso del monte.
Proprio in considerazione di ciò, la Regione aveva finanziato un paio di anni fa un progetto comunale – frutto del coinvolgimento di varie associazioni locali – volto al recupero e alla valorizzare dell’area e dei vari sentieri con un contributo di 100mila euro. Nel frattempo erano partiti anche i lavori per la messa in sicurezza della strada di accesso all’area monumentale da Lucinico. «Avevamo affidato l’esecuzione dei lavori allo stesso architetto lucinichese Lino Visintin, da sempre promotore del recupero dell’area», aggiunge Del Sordi. Finché lo scorso autunno una frana ha investito il cantiere.
«Mutate le condizioni ambientali – spiega l’assessore – ci siamo resi conto che il contributo iniziale non era più sufficiente per proseguire, quindi abbiamo chiesto alla Regione ulteriori 300mila euro». Ma la domanda del Comune, affiancandosi a quella di numerosi altri enti locali del Friuli Venezia Giulia, non ha ancora trovato risposta. «In questo momento si può accedere alla zona monumentale solo attraverso i percorsi provenienti da Piedimonte».
Impossibile, quindi, sperare nella completa esecuzione del progetto – ideato dalle associazioni di quartiere di Lucinico e fatto proprio dall’amministrazione comunale – entro il 2025. Per il solito e semplice motivo, afferma sempre Del Sordi: «Mancanza di risorse». Non solo. «Resta ancora da capire come utilizzare il primo finanziamento regionale, perché di fatto quei soldi non riusciamo più a spenderli!»
Potrebbe certamente aiutare a sbloccare la situazione l’iniziativa dell’assessore comunale alla Cultura Fabrizio Oreti: «Tramite gli uffici sto sollecitando la presentazione di una domanda di riconoscimento dell’area come Sito di interesse storico-culturale regionale. L’operazione richiede il suo tempo, perché va verificata una serie di requisiti affinché la domanda sia completa e, soprattutto, vincente».
Del Sordi invece è apparso più ottimista sul monte Sabotino: «Siamo riusciti in extremis a presentare al Gect un progetto – ora in fase di valutazione da parte della commissione competente – di valorizzazione dell’area transfrontaliera. Prevediamo sia una serie di interventi veloci sia altri più impegnativi, in un quadro più ampio già sviluppato dalla fondazione slovena “Walk of Peace”». I risultati del bando saranno pubblicati nelle prossime settimane e in quell’occasione saranno esposti tutti i dettagli.
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