l'esposizione
Le storie di montagna a Palazzo Coronini, Kugy e quelle donne in vetta a Gorizia
Non si tratta di un’esposizione nel senso classico del termine: pochi gli oggetti originali presenti, molti invece i pannelli e le bacheche. Venerdì l'apertura.
Una mostra che racconta una storia, anzi: due. Da qualche giorno in città si sono già viste le prime locandine ad annunciare “Storie di montagna a Palazzo Coronini. Julius Kugy e donne in quota”, il nuovo allestimento realizzato nelle Scuderie di Palazzo Coronini Cronberg di viale XX settembre a Gorizia che verrà inaugurato venerdì alle 17.
Non si tratta di un’esposizione nel senso classico del termine: pochi gli oggetti originali presenti, molti invece i pannelli e le bacheche in cui sono riportati dei testi che raccontano appunto delle storie in italiano e inglese (con la possibilità, tramite qr code, di scaricare il pdf in sloveno e tedesco). Curata da Valentina Randazzo, seguita per progetto grafico e allestimento dall’Associazione Examina, la mostra si divide in due parti che hanno come comune protagonista la montagna.
Molte le motivazioni alla base dell’evento, spiegate dalla curatrice in apertura della preview per la stampa di questa mattina cui hanno preso parte il sindaco e presidente della Fondazione Coronini Rodolfo Ziberna, il direttore della stessa Claudio Polverino, l’assessore alla Cultura Oreti e il giovane staff di Examina: «Quest’anno ricorre l’ottantesimo anniversario dalla morte di Kugy, che peraltro è nato proprio nella villa che si trova di fronte alle Scuderie».
«Il secondo motivo è legato al ritrovamento nell’archivio Coronini di una lettera che l’esploratore ha inviato nel 1926 a Nicoletta per renderla partecipe del successo che stava riscontrando il suo primo libro “Dalla vita di un alpinista”, esprimendole nel contempo la volontà di scriverne altri. Inoltre abbiamo scoperto un ulteriore legame fra i Coronini e Kugy il cui cognato Victor Pozzi è stato l’amministratore dei beni della nobile famiglia». E se queste sono le ragioni che hanno dato il via alla mostra sull’alpinista goriziano, a sollecitare un’esposizione dedicata alle donne in montagna e alle donne di montagna è stato il ritrovamento di una foto che ritrae Carmen Coronini su una vetta delle Dolomiti.
La mostra dedicata a Kugy
Al pianoterra e nella prima sala al piano superiore delle Scuderie si trova dunque la parte dedicata a Kugy, articolata in sezioni che ricordano le sue passioni a cominciare dalla musica, con un video e un sottofondo curati da Examina riprendendo musiche tradizionali della montagna modernizzate anche con l’ausilio di suoni ripresi direttamente in natura in diverse zone della Carnia, dove sono state anche girate le immagini del filmato.
La seconda sezione è dedicata alla botanica e all’incessante quanto inutile ricerca della Scabiosa Trenta, un fiore mitico che ha permesso all’alpinista di scoprire luoghi per lui inediti e affascinanti. La terza parte è invece riservata a Kugy scrittore, con un tavolino sul quale è conservata la lettera inviata a Nicoletta Coronini mentre all’interno di quattro bacheche sono custodite ambientazioni legate alle parole che l’alpinista ha dedicato alla notte e al bivacco, alla Valbruna e alla sosta come momento topico dell’esplorazione.
Una teca nell’angolo della sezione raccoglie invece il carteggio fra Kugy e Gino Tornari, alpinista e fotografo goriziano che realizzò alcuni degli scatti di “Le Alpi Giulie attraverso le immagini”: grazie alla collaborazione dei nipoti di Tornari, accanto ai documenti sono esposte anche alcune delle sue macchine fotografiche. L’ultima parte del percorso dedicato a Kugy riguarda la Prima Guerra, momento che segna la fine della sua esperienza alpinistica ma anche l’incarico di referente alpino che gli valse la medaglia al valore militare per aver aiutato i soldati a conoscere la montagna e i suoi pericoli.
La sezione “Donne in quota”
La seconda sala al primo piano delle Scuderie è riservata alle donne che per prime hanno affrontato la montagna o che sulle vette vivevano. Si parte dal ricordo delle pioniere dell’alpinismo europeo, Marie Paradis (che, nel 1808, raggiunge la cima del Monte Bianco trasportata da altri causa le pessime condizioni di salute) e Henriette d’Angeville che conquistò la stessa vetta nel 1838 raccontando questa esperienza in un libro di memorie.
Si passa quindi all’alpinismo femminile nostrano con le imprese delle sorelle Grassi che nel 1878 raggiungono il Monte Canin assieme a Giovanni Marinelli, fondatore e presidente della Società Alpina Friulana che le usa come “cavie” per testare la capacità alpinistica delle donne. Donne che ai arrampicavano con corpetti e voluminose gonne fino all’inizio del Novecento quando è appunto la gigantografia di Carmen Coronini sulle Dolomiti a testimoniare un cambio di rotta nell’abbigliamento, che in quel momento si rivolge ai più comodi pantaloni alla zuava. L’ultima sezione è infine riservata alle donne della montagna, le portatrici che già prima della Grande Guerra nelle voluminose gerle trasportavano corde e picozze per agevolare gli alpinisti.
Eventi collaterali e promozioni
«Ciò che più mi rende fiera di questa mostra è che sia il frutto di una vera cordata, con numerosi parternariati pubblici e privati» ha dichiarato Valentina Randazzo prima di illustrare i numerosi eventi collaterali che verranno divulgati a cadenza bimestrale fino a catapultare la mostra nell’anno della Capitale europea della Cultura.
Non ci saranno solo semplici conferenze ma anche escursioni a cura di diverse sezioni Cai regionali, del Soccorso Alpino regionale e del Collegio delle Guide alpine fino a ipotizzare, in ottobre, una gita che partendo dalla visita alla mostra goriziana porti poi gli aderenti in Valbruna dove la Fondazione Coronini sta contribuendo alla realizzazione di un percorso urbano dedicato a Julius Kugy.
Interessante novità della mostra è la possibilità di avere un coupon timbrato al momento dell’acquisto del biglietto (del costo di 5 euro l’intero, 2 euro il ridotto). Con questo si potrà accedere a una vasta selezione di sconti in musei, negozi, attrazioni, ristoranti e alberghi non solo goriziani come il Kinemax, la palestra di roccia Deš di San Pietro, la telecabina del Monte Lussari.
Partnership
Realizzata con il contributo della Regione e della Fondazione Carigo, l’esposizione si avvale della collaborazione di Promoturismo Fvg, del museo Gortani di Tolmezzo, il Museo della Grande Guerra di Timau e l’Orto Botanico Juliana in Val Trenta. L’allestimento è stato reso possibile grazie alla disponibilità del negozio E.Qu. mentre il catalogo è pubblicato da Forum editore.
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