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Controlli sul confine di Gorizia, Pd: «A rischio la Capitale della cultura»
Marco Rossi, capogruppo Pd in Consiglio comunale, esprime le proprie preoccupazioni sulla decisione del governo. I timori del Movimento 5 stelle.
«È una scelta sbagliata e pericolosa quella di proseguire ancora nella sospensione di Schengen e nella continuazione del sistema di controlli al confine tra Italia e Slovena. Così si mette anche a rischio il successo della Capitale europea della Cultura». Commenta così l'annuncio della decisione del governo italiano Marco Rossi, capogruppo del Partito democratico in Consiglio comunale a Gorizia, anche alla luce delle parole di questa mattina del ministro Antonio Tajani in città. Già ieri sera in Aula, il sindaco Rodolfo Ziberna aveva risposto che l'orientamento di Roma è di prolungare i controlli al confine.
Rossi, peraltro, aveva presentato nei mesi scorsi una mozione, accolta dal primo cittadino affinché l'amministrazione comunale perorasse il ritorno alla normalità sul confine italo-sloveno e la fine del sistema di controlli introdotti dall'Italia (e dalla Slovenia) all'indomani della crisi in Palestina dopo il 7 ottobre. «È positivo che il ministro Tajani abbia annunciato che ci sarà un corridoio privilegiato per i frontalieri italiani e sloveni che passano ogni giorno il confine: questo va certamente nello spirito della mozione che avevamo presentato», commenta il dem, che però sottolinea gli aspetti negativi dell'intesa.
«Se il sistema dei controlli continuasse ad essere prorogato fino a fine anno, come sembra, si fa concreto il rischio che una misura straordinaria diventi invece ordinaria e si torni ai controlli di confine proprio quando, in questi giorni, festeggiamo i vent'anni dall'ingresso della Slovenia nell'Unione europea, e a 17 anni dal suo ingresso nello spazio Schengen e dall'abolizione dei controlli sul confine italo-slovena. Pare davvero una retromarcia antistorica e peraltro viene svilito il senso stesso degli Accordi di Schengen, che sono finalizzati a portare i controlli sul confine dell'Unione europea».
Misure, queste, «con standard di sicurezza particolarmente elevati che compensano il fatto di eliminarli all'interno dello spazio Schengen. Ma dopo otto mesi non si può più dire che si tratti di una misura straordinaria». A rischio, per il capogruppo democratico, è il successo della Capitale europea della Cultura. «I turisti inizieranno a programmare i loro viaggi già alla fine di quest'anno, la situazione va dunque risolta quanto prima: che biglietto da visita offriamo a chi viene qui a vedere il primo esempio di Capitale della cultura transfrontaliera? quello di un confine dove vigono ancora i controlli, mentre tra Francia e Germania, tra Germania e Paesi Bassi o Belgio già non ci sono nemmeno tracce di quello che là sono stati i confini?».
Analogo timori espressi anche da Mauro Capozzella del Movimento 5 stelle: «Preoccupa lo stato di attuazione dei controlli alla frontiera italo-slovena sia per i lavoratori transfrontalieri che per il traffico legato al turismo. Prevedere la chiusura di Schengen anche per l'estate rischia di creare problemi e difficoltà. In linea di massima si può condividere il principio di controllo ai confini in misura anti-terrorismo, ma fino ad oggi non ci sono stati risultati eclatanti ed è intuibile che i terroristi evitino i confini militarizzati. Vero è che i controlli nel periodo estivo produrranno problemi e rallentamenti così come è accaduto nelle scorse settimane per i transfrontalieri e soprattutto creerà problemi se resteranno in occasione di Go!2025, così come il superamento dei rapporti fra Italia e Slovenia».
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