Kinoatelje
A Stephan Komandarev il Premio Darko Bratina, il regista bulgaro a Gorizia
Presentato oggi il programma del 24esimo Omaggio a una visione, in programma dal 16 al 22 ottobre. Il premio al regista bulgaro.
Un’umanità disperata, ma che non s’arrende alla precarietà dei confini etnici e nazionali né alle proprie ferite. Un mondo dove “la salvezza si nasconde dietro l’angolo”, per dirla con il regista. Così durante la conferenza stampa svolta oggi presso il Palazzo del cinema di Gorizia, è stato reso noto il nome del vincitore al quale sarà conferito il premio Darko Bratina 2023 del Kinoatelje. È il regista produttore e sceneggiatore bulgaro Stephan Komandarev, nato a Sofia nel 1966, il cui profondo interesse per le diagnosi sociali e psicologiche nascono dalla laurea in medicina e dalla professione di psichiatra, abbandonata poi per il cinema.
Nel mondo filmico debutta con il lungometraggio “Pensione per cani”, presentato al festival di Berlino, al quale seguiranno due documentari che hanno come chiave di lettura l’apertura a un mondo senza confini. Un premio incastonato nel festival cinematografico transfrontaliero “Omaggio a una visione” giunto alla sua 24ma edizione, che avrà come teatro Gorizia e si svolgerà dal 16 al 22 ottobre. Rassegna che si propone di scegliere “un’autrice o un autore che racconta un’identità, una storia, una realtà” ha spiegato la direttrice del festival Mateja Zorn. Così come lo stesso fondatore Božidar "Darko" Bratina intendeva il cinema.
A questo conferiva “un valore specifico di conoscenza”, considerandola “una via privilegiata per comprendere e comunicare una società, una storia, una cultura”. Sociologo, critico cinematografico e primo senatore italiano di origini slovene, organizzò numerosi festival del cinema nel Nord Italia, nella convinzione che il cinema aiutasse a raccontare la realtà. La direttrice ha poi letto le motivazioni individuate dalla giuria, che evidenziano in Komandarev un ruolo di “cronista delle condizioni sociopolitiche della classe operaia” mediato da un linguaggio intriso di “realismo sociale”, in grado di dipingere un paese “eternamente al bivio, pieno di contraddizioni e permeato del suo passato doloroso”.
In questo modo potremo “conoscere la cultura e la realtà bulgara attraverso diversi confini, non solo fisici ma anche etnici e sociali”, ha aggiunto Zorn. La sua opera più nota è la Trilogia, che comprende “Directions”, “Rounds” e il terzo concluso proprio quest’anno, che sta per essere presentato alla 57ma rassegna cinematografica Karlovy Vary. Opera cinematografica “che sarà presentata anche al festival a Gorizia”, ha ricordato la direttrice: “Una bellissima opportunità di conoscere la società bulgara”. Il lungometraggio in questione è “Blaga’s lessons”, un film in cui la macchina da presa indaga la tematica degli anziani, spesso vulnerabili e preda di truffatori senza scrupoli.
Komanderov traspone così nel linguaggio filmico la disperazione del quotidiano, quella che s’insinua nelle crepe delle nostre certezze. Primo della trilogia è invece “Directions”, road movie che nell’arco di una notte mostra lo spaccato della società bulgara più tetra, un “voyage au bout de la nouit” dove ciò che conta è riemergere dalle macerie, come accade per i protagonisti del finlandese Aki Kaurismäki, rassegnati personaggi consapevoli di dover fare fronte a ottusità e ingiustizie. A seguire, l’esasperato “Rounds”, che trasmette la frustrazione del vivere in un paese dove poco o nulla è cambiato, e dove la democrazia attraversa ancora un duro travaglio per poter affiorare alla luce.
Il festival sarà poi arricchito da altre sezioni, fra cui “Primi voli”, fondata nel 2018 e curata da Sandra Jovanovska. Sarà quest’ultima a scegliere i cortometraggi più significativi, nell’ambito del bando internazionale al quale potranno partecipare sia cineasti nascenti che già affermati, inviando le opere entro il 10 agosto. Grande opportunità soprattutto per quei registi che iniziano a muovere i primi passi nel magico mondo del cinema, resa possibile grazie alla collaborazione fra l’Accademia di belle arti dell’università di Nova Gorica e il Dams dell’università di Udine.
Si tratta di “un open call a cortometraggi e film sperimentali” che ha lo scopo di “scoprire nuovi linguaggi audiovisivi”, ha aggiunto Ivanovska, al quale hanno risposto già un’ottantina di opere provenienti da tutto il mondo. Al cortometraggio vincitore sarà assegnato un premio di 500 euro. “Non è solo il denaro in sé, quanto la presentazione del film al pubblico. Dando importanza al cortometraggio spesso trascurato dal circuito cinematografico. Un lavoro dal quale poi i nostri studenti e quelli del Dams possano trarre ispirazione”, ha concluso Zorn.
“Un festival ricco di incontri, realizzato con la collaborazione di più enti, in quanto creare un festival non è un atto individuale, nasce dalla collaborazione con realtà transfrontaliere”, ha evidenziato invece Nadina Štefančič. Lo stesso Kinoatelje collabora con il premio Sergio Amidei con una sezione nata lo scorso anno, denominata Agorà, in cui dialogheranno due registi indipendenti: lo sloveno Erik Valenčič e il bielorusso, ma italiano di adozione, Hleb Papou. Ritornerà poi il regista Harut Khachatryan, già vincitore del premio Bratina nel 2009, con il quale si celebrerà il centenario della nascita del cinema armeno.
Foto Stephan Komandarev
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