Le stelle ammirate da Farra, 30 anni fa l'asteroide chiamato Isonzo

Le stelle ammirate da Farra, 30 anni fa l'asteroide chiamato Isonzo

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Le stelle ammirate da Farra, 30 anni fa l'asteroide chiamato Isonzo

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 11 Ago 2023
Copertina per Le stelle ammirate da Farra, 30 anni fa l'asteroide chiamato Isonzo

Mentre gli occhi cercano stelle cadenti nella notte di San Lorenzo, all'Osservatorio Ccaf da anni monitorano i corpi celesti e danno nomi agli asteroidi.

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La notte di San Lorenzo è certamente l’appuntamento più atteso per gli amanti dei cieli stellati, con milioni di pupille che cercano di scovare qualche scia. In quella appena trascorsa e nei prossimi giorni, in tantissimi cercheranno di trovare in mezzo a quei puntini illuminati il segno di una stella cadente. A Farra d’Isonzo, invece, l’occhio guarda ben oltre alle luci indistinte della volta, attraverso i due grandi telescopi custoditi all’Osservatorio astronomico Ccaf lunga la strada della Colombara.

Una realtà, questa, nata nel 1975 con il Circolo culturale astronomico ma le prime attività amatoriali erano avviate già negli anni Sessanta. Il 29 giugno 1980, quindi, ecco l’apertura del primo osservatorio, sorto dentro un box in lamiera. Cinque anni più tardi sarebbe sorta la prima cupola, presente ancora oggi, composta in vetroresina e dotata di un telescopio acquistato di seconda mano da un appassionato di Chions, nel pordenonese. Attraverso le sue lenti, gli amanti delle stelle farresi hanno riempito le prime pellicole.

Proprio grazie a quell’attenta osservazione dei cieli, trent’anni fa ormai è stato numerato il primo asteroide da questo punto di osservazione: Isonzo. Scientificamente, il nome completo è (6501) Isonzo = 1993 XD. “Lo si scoprì poco dopo essere passati ai sensori digitali - racconta il presidente del sodalizio, Enrico Pettarin - perché con la pellicola non si avrebbe avuto abbastanza luminosità”. Osservato per la prima volta nel ’56, quel corpo celeste continua ancora oggi a viaggiare nello spazio e non è stato il solo scoperto a Farra.

Sono diversi, infatti, gli asteroidi numerati e nominati dagli appassionati locali, tra cui il Gorizia numerato nel 1995. L’ultimo è stato il Parisi, nel 2022, in onore al fisico italiano premio Nobel per la fisica nel 2021 per i suoi studi sui sistemi complessi. “Quando un oggetto viene scoperto - spiega Pettarin - si osserva per 4 o 5 anni, prima di dargli un nome e il numero progressivo”. Negli ultimi anni, però, scoperte di questo tipo avvengono sempre meno in centri amatoriali, poiché i professionisti hanno iniziato ad interessarsene.

L’attenzione, in particolare, è rivolta a quei corpi che rischiano di entrare in rotta di collisione con la Terra: molto spesso sono destinati a bruciarsi interamente prima ancora di arrivare al suolo, mentre in alcuni casi gli effetti possono essere più marcati. Come quello piombato su un lago ghiacciato in Russia, che provocò 1500 feriti a causa delle onde d’urto che frantumarono le finestre, colpendo tanti curiosi che avevano appena assistito al passaggio spettacolare in cielo: era la meteora di Čeljabinsk, il 15 febbraio 2013.

A disposizione della struttura di Farra, che negli anni è riuscita ad aggiungere altre due cupole, l’ultima nel 2010 con il planetario al suo interno, ci sono quindi due telescopi. Oltre a quello già citato, il secondo è stato realizzato da un socio dell’associazione utilizzando il materiale concessogli dalle Goriziane group di Villesse. La lente, invece, venne acquistata dalla Fondazione Carigo, mentre la cupola è stata realizzata in alluminio. “Con i sensori attuali - ancora il presidente - si può mettere a fuoco la luce di una candela a Singapore”.

Si tratta ovviamente di un paragone meramente teorico, in quanto la Terra non è piatta. A impreziosire ulteriormente il centro è quindi il planetario, dov’è possibile proiettare filmati realizzati ad hoc sullo spazio e gli oggetti che lo popolano, sviluppatosi da una prima cupola gonfiabile installata nel 2009. Nel 2019, i visitatori sono stati 4mila, per poi calare a causa della pandemia ma l’obiettivo è tornare su quei ritmi. In campo, inoltre, ci sono progetti anche per GO!2025, in sinergia con una realtà analoga di Merna.

Foto Ccaf/Flickr

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