Staranzano tenta di salvare il suo amato Bobolar, paura sul futuro dell'albero

Staranzano tenta di salvare il suo amato Bobolar, paura sul futuro dell'albero

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Staranzano tenta di salvare il suo amato Bobolar, paura sul futuro dell'albero

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 01 Mar 2024
Copertina per Staranzano tenta di salvare il suo amato Bobolar, paura sul futuro dell'albero

L'agronomo Snidero spiega: «È una pianta in forte regressione». Per ora saranno operati dei tagli per ridurre altezza e peso del bagolaro.

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L’argomento “scotta”, ma la partecipazione all’assemblea pubblica di ieri sera sul futuro del Bobolar di Staranzano, simbolo del paese, è stata scarsa. Presenti una trentina di persone, tra di esse si sono visti - più che altri – gli amministratori uscenti della giunta Marchesan e i due candidati alle elezioni comunali, Giuliano Venudo e Marco Fragiacomo. Ve l’avevamo anticipato la scorsa settimana: il bagolaro staranzanese è sostanzialmente “in fin di vita”.

Al tavolo tecnico della riunione erano presenti il sindaco Riccardo Marchesan, l’architetto Alberto Furlan dell’ufficio tecnico comunale e l’agronomo Ivan Snidero della ditta iGreenProject di Cervignano. «Non si può ignorare la situazione – sono le parole del sindaco Marchesan – lo storico esemplare è gravemente malato e ci sono anche pericoli per l’incolumità pubblica. Per ora non si parla di abbattimento, ma si procederà in più fasi con dei tagli di tronco significativi. A seguito di questo vedremo come reagisce la pianta».

La situazione, chiara dopo il sopralluogo effettuato dai tecnici lo scorso 14 febbraio, ha generato ovviamente opinioni contrastanti. C’è chi tifa per “il salvataggio a tutti i costi” e chi – più realista – è per il taglio. «Abbiamo riscontrato le precarie condizioni in cui riversa la pianta –afferma Furlan, responsabile dell’ufficio tecnico comunale da poco più di un anno – provvederemo alla messa in sicurezza della pianta il prima possibile».

Da parte sua, l’agronomo Snidero ha parlato in maniera trasparente di «una pianta in forte regressione». L’esperto ha quindi confermato che non è garantito che il bagolaro continui a vivere a lungo. «Ridurremo drasticamente l’altezza della pianta per diminuirne il peso. Abbiamo comunque raccolto una cinquantina di marze per vedere se radicano – specifica Snidero – ma l’albero è spaccato in due, invaso da funghi ed una parte è incavata».

In sintesi, andando per ordine, dopo il taglio delle parti malate e un tentativo di bonifica, si potrebbe guardare alla – seppur difficile, ma possibile – operazione di un trapianto oppure provvedere alla piantagione di un clone, senza dimenticare che nell’area di fronte al secolare Bobolar, ne esiste già un altro. Nel pubblico era presente Dario Zorzin che abita, come suo cugino Ilario, dalla nascita di fronte al bagolaro. «La pianta ha evidentemente esaurito il suo ciclo vitale – dichiara Zorzin – con gli anni, come le persone, anche il verde si ammala, quindi forse ha più senso prendere in considerazione l’altro esemplare vicino risalente alla fine degli anni 70».

Tra le altre voci sentite in assemblea c’è stata quella di Grazia che si è detta «triste e dispiaciuta per qualsiasi decisione che verrà presa». C’è chi poi ha fatto riferimento ad una sorta di materiali inerti contenuti nella cavità venutasi a creare sul tronco dell’albero. Questi favoriscono ancora di più la presenza di funghi e parassiti. Sulla considerazione, Snidero si è espresso definendola «la parte più interessante».

«Lì – specifica l’agronomo – delle particolari cellule sono state stimolate da un materiale paragonabile all’humus, ma questo ha determinato che la maggior parte del tronco sia stata cariata. Nonostante in quella cavità sia nata una radice definita avventizia, non c’è alcun segno di rinascita». Tra le opinioni conclusive c’è stata quella dell’"accanimento terapeutico". I tecnici non hanno smentito, intanto la riduzione imminente è garantitae le cure continuano. Toccherà alla nuova amministrazione comunale prendere in mano la situazione.

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