Staranzano, stop agli edifici alti più di due piani

Staranzano, stop agli edifici alti più di due piani

La norma

Staranzano, stop agli edifici alti più di due piani

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 02 Apr 2022
Copertina per Staranzano, stop agli edifici alti più di due piani

Si tratta di una norma transitoria in attesa che venga stesa la variante definitiva.

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Nel consiglio comunale di Staranzano del 28 marzo è stata approvata all’unanimità la delibera per l’integrazione alle Direttive per la redazione della Variante al Piano Regolatore generale assunte con delibera consiliare del 30 settembre 2020. In particolare, è stato adottato un periodo di salvaguardia sulle norme edificatorie che riguardano l’ambito dell’insediamento storico del centro di Staranzano inerente alle altezze massime degli edifici che possono venire ristrutturati o demoliti e riedificati nei medesimi sedimi.

Nell’ambito della redazione in corso della Variante al Piano Regolatore Generale Comunale di conformazione al Piano Paesaggistico Regionale ed a seguito di ulteriori approfondimenti conoscitivi, sono state definite ed affinate alcune scelte che non incidono sulla struttura degli atti di indirizzo ma sono finalizzate ad assicurare una maggiore coerenza delle direttive con i contenuti del Piano Paesaggistico Regionale e con i valori e le caratteristiche identitari e dei luoghi.

L’integrazione delle direttive riguarda infatti il punto 1. delle direttive dedicate alla città consolidata e programmata relativo ai tessuti edilizi della zona centrale dell’abitato, in parte disciplinati dal vigente PRG come Zona B1. Gli approfondimenti conoscitivi relativi a tale ambito territoriale hanno confermato quanto già emerso nell’ambito della redazione del documento di indirizzo “Masterplan” propedeutico alla prima emissione delle direttive.

Si tratta in sostanza di riconoscere come l’attuale delimitazione della zona B1 debba essere riconsiderata in quanto pur comprendendo le parti di tessuto di più antico impianto, esclude edifici e cortine edilizie che appartengono di fatto al contesto paesaggistico del centro urbano determinandone carattere e qualità della scena urbana. Il tema dello skyline identitario dei centri storici è uno degli aspetti paesaggistici degli insediamenti a cui porre particolare attenzione come indicato dal Piano Paesaggistico Regionale per la tutela e conservazione dei caratteri identitari. Uno degli aspetti in particolare che merita di essere attentamente valutato per i possibili effetti di alterazione dello skyline identitario e della gerarchia percettiva della scena urbana riguarda l’altezza degli edifici cui si collega l’uniformità ed organicità delle facciate edilizie.

Il centro urbano di Staranzano presenta cortine edilizie e sequenze di edifici che prospettano sugli spazi pubblici (strade e piazze) prevalentemente composte da edifici a due piani, un’altezza che conferisce al centro urbano uno specifico carattere percettivo di proporzioni dimensionali tra spazi edificati e spazi aperti. Al netto di alcuni episodi edilizi isolati, l’altezza contenuta degli edifici caratterizza la scena urbana ed assicura preminenza percettiva ai caposaldi storici e della città pubblica: la chiesa e campanile, gli edifici pubblici come il Municipio e le scuole.

L’integrazione delle direttive mira ad evidenziare tale aspetto, attualmente non disciplinato dal PRGC vigente, ponendo l’accento sulla necessità di predisporre una disciplina maggiormente dettagliata mirata non solo al singolo edificio, ma ai rapporti con la cortina edilizia di appartenenza e con il contesto di riferimento, con particolare riguardo all’affaccio sullo spazio pubblico.

È stata pertanto proposta una disciplina transitoria di salvaguardia che assuma il limite dei due piani di altezza in termini di regola prevalente, al fine di giungere alla stesura della variante generale valutando puntualmente le eccezioni all’interno di una disciplina particolareggiata estesa all’intera zona B1, così come rivista e riparametrata, anche considerando l’ampliamento di tale perimetro o estensione in ambiti oggi non compresi nell’attuale Piano Regolatore vigente.

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