Staranzano inaugura una mostra dedicata a Pasolini, «l'impegno civile e l'azione poetica»

Un percorso che segue la sua parabola esistenziale, testimonianza appassionata di un impegno civile che da azione poetica si fa fondamento della sua interna e poliedrica attività artistica ed intellettuale.

“Perché una mostra su Pasolini? Perché, al di là dell'occasione legata ai 100 anni dalla sua nascita, la figura e l'opera di questo straordinario protagonista della cultura italiana del secolo scorso continuano ad alimentare domande sulla nostra contemporaneità. E a suggerire visioni critiche che ci aiutano a leggere il nostro tempo, a smascherarne contraddizioni e a pensare possibili scenari futuri che non siano quelli imposti dall'omologazione forzata e indiscriminata e globale. E non sono solo attraverso le sue invettive "corsare", incisivi presagi del nostro impoverito e precario presente, ma soprattutto attraverso la sua stessa parabola esistenziale: testimonianza appassionata di un impegno civile che da azione poetica si fa fondamento della sua interna e poliedrica attività artistica ed intellettuale”. Così l’assessore alla cultura di Staranzano, Roberta Russi, presentando l’esposizione che sarà aperta stasera alle 18 in Sala Delbianco. Una mostra pensata e curata da Mario Brandolin e dal grafico Renato Danelone, in collaborazione con il Ccm, il Comune di Lignano Sabbiadoro e il Sistema Bibliotecario BiblioGo.

La mostra si compone di undici pannelli. Uno dedicato alla cronologia della vita e delle opere di Pasolini. Cinque a Pasolini e il Friuli, uno introduttiva dove si spiega come e perché Pasolini arriva in Friuli dove vive continuativamente del 1943 al 1950: uno dedicato Pasolini e la poesia (qui scopre il friulano di Casarsa e comincia a scrivere in quella vulgata le sue prime poesie e anche il suo primo libro intitolato appunto Poesie a Casarsa), il secondo è Pasolini e la vocazione pedagogica (durante la guerra insegna ai ragazzi che non possono frequentare la scuola e con loro nel 1947 fonda "l'Academiuta de lenga furlana" e una rivista "Stroligut" in cui pubblica le poesie e le composizioni dei suoi allievi e anche saggi di critica letteraria inerenti le lingue minoritarie, quelle neolatine in particolare. Il terzo è dedicato alla scoperta della politica: Pasolini si iscrive al PCI nell'immediato dopoguerra e diventa segretario della frazione di San Giovanni, dove attivamente partecipa alla vita pubblica e alle lotte dei contadini.

Ultimo pannello dedicato a Pasolini friulano è relativo ai libri, pubblicati postumi, in cui racconta la sua omosessualità che proprio nella frequentazione con i giovani del luogo, nella spontaneità e nella vitalità che essi esprimevano.

Dopo l'abbandono del Friuli nel gennaio del 1950, Pasolini approda a Roma dove frequenta un po' l'ambiente intellettuale e letterario, ma molto quello delle borgate e delle periferie urbane che gli ricordano per la loro autenticità incontaminata il Friuli contadino. Nascono così due romanzi che lo renderanno famoso, Ragazzi di Vita e Una vita violenta. (2 pannelli). 2Panneli per Pasolini e il cinema, con la descrizione della sua scelta di dedicarsi ormai solo alla scrittura cinematografica e l'elenco di tutti i suoi film. Ultimo pannello ritrae Pasolini corsaro ovvero gli ultimi anni del poeta e la sua appassionata polemica critica contro la società dei consumi e dell'omologazione e la stesura del suo ultimo romanzo incompiuto, Petrolio. 

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