Staranzano dice addio a Sergio Braida, artista e insegnante appassionato

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Staranzano dice addio a Sergio Braida, artista e insegnante appassionato

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 26 Feb 2024
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Domani alle 11 saranno celebrate le esequie del riservato artista e insegnante. Il ricordo di Gilberto Bolletti della Hobbies University.

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Staranzano piange l’artista e professore Sergio Braida, scomparso a seguito di una malattia. Le esequie saranno celebrate domani (martedì 27 febbraio) alle 11 nella chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo. Nato nel 1945 nella frazione di Dobbia, frequenta l’Istituto d’arte di Gorizia dove consegue il diploma di Maestro d’arte nel 1965. In seguito prende parte al Magistero d’arte a Venezia dove si diploma nel 1967. Nel 1971 consegue a Bologna l’abilitazione in Disegno e Storia dell’Arte, insegnando in vari istituti superiori dal 1973 fino al raggiungimento della pensione.

La vita dell’artista
Nella sua ricca e diversificata esperienza artistica e professionale, Sergio Braida ha avuto modo di affinare la propria naturale predisposizione per il disegno con un lavoro continuo anche all’ interno dell’insegnamento sia scolastico che al di fuori dello stesso, tenendo corsi di grafica, ceramica e studio del nudo. Di pari passo è proseguita la sua attività personale, ma sempre con quella discrezione e limitato interesse alla notorietà che lo hanno da sempre contraddistinto. Lavori interessanti che vedono nel tempo, sempre più dominante la rappresentazione plastica della realtà.

Dopo la stagione degli inizi, successiva alla frequentazione della scuola d’Arte di Gorizia e contemporanea all’esperienza di studio vissuta a Venezia dove era stato fortemente attratto dall’astratto, passa progressivamente al segno figurativo, pur conservando una modernità ancora più viva nelle ceramiche, dove il rispetto delle anatomie si integra con soluzioni descrittive e formali particolarmente fresche e originali.

In questo periodo nel suo studio in paese, si è impegnato nella rappresentazione di una figura di donna a grandezza naturale, una scultura che vede l’utilizzo di diversi materiali, nella quale si esalta la euritmia e la cinesi, con il corpo che risponde alle regole anatomiche, acquistando plasticità all’interno della materia e vita nel dinamismo del gesto in cui, abilmente, Braida l’ha sempre racchiuso. Nella sua vita ha partecipato a diverse mostre sia collettive che personali in Italia, Austria e Slovenia. Poi a Grado all’ Antica Villa Brent, a Monfalcone all’ Euro Palace, a Trieste alla XII e XIII edizione della Biennale Triestina e a Trento alla Mostra d’Arte Internazionale Dolomia.

Il ricordo
A tracciare un ricordo del maestro Braida, è Gilberto Bolletti dell’associazione Hobbies University che parla di «un grande artista che ha condotto una vita riservata, senza eccessi e protagonismi». «Dalle sue opere fuoriesce una vera sensibilità spirituale legata alla sua profonda fede – sono le parole di Bolletti – ha offerto al fruitore momenti importanti di riflessione. L'ultima stua opera dal titolo “Gli Emigranti” mostra una mamma e la sua piccola bambina aggrappate in balia delle onde del mare, un'altra il busto di una donna musulmana coperta dal velo islamico dal quale è riuscito a far trapelare, attraverso le sue forme, l'eleganza e la femminilità del soggetto».

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