Staranzano accoglie il 2025 con l’Accademia d’archi Arrigoni

Staranzano accoglie il 2025 con l’Accademia d’archi Arrigoni

IL PRIMO GENNAIO

Staranzano accoglie il 2025 con l’Accademia d’archi Arrigoni

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 01 Gen 2025
Copertina per Staranzano accoglie il 2025 con l’Accademia d’archi Arrigoni

Sul palco, assieme alla compagine diretta dal maestro Mason, si sono esibiti i violini solisti Mazzon e Sebastianutto. Dopo il concerto, è seguito il brindisi d’auguri.

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Staranzano ha salutato l’arrivo del 2025 con il tradizionale “Concerto di Capodanno”. L’evento ha riempito Sala San Pio X nel primo giorno dell'anno, quando si è esibita l’orchestra dell’Accademia d’archi Arrigoni, una compagine musicale di San Vito al Tagliamento tra le più attive e stimate in regione, nota per essersi esibita al fianco dei più importanti solisti e per aver organizzato il concorso internazionale Piccolo Violino Magico.

Al fianco dell’orchestra c’erano due giovani violinisti: Ulisse Mazzon, allievo di Accardo e già collaboratore dei Wiener Philharmoniker, che ha suonato con Muti, Baremboim, Harding, Gergiev, Thielemann e Dudamel, e Christian Sebastianutto, esibitosi alla Fenice di Venezia, a Santa Cecilia di Roma, al Palladio di Vicenza, oggi docente al Conservatorio di Udine.

Diretti da Domenico Mason, Direttore Artistico dell’Accademia Arrigoni, l’orchestra e i solisti hanno presentato un repertorio di grande virtuosismo: dal “Concerto in re minore” per violino e archi di Johann Sebastian Bach, al “Valse Scherzo in do maggiore” di Čajkovskij, una delle pagine più appassionate e virtuosistiche dell’autore, fino all’irresistibile “Navarra” di Pablo de Sarasate, brano ricco di ironia e spunti popolari, dove i due virtuosi violinisti hanno dialogato con impeto e divertimento.

Il programma si è concluso con la “Carmen fantasy”, dal capolavoro di Bizet, trascritta per archi con violino solista da Waxman e scelta come colonna sonora per il film Perdutamente con Joan Crawford, e infine con l’affascinante “Phanthasms 3, Flight of a Falcon” del compositore ucraino Alexey Shor, dalla narrazione musicale molto coinvolgente, quasi pittorica.

Un programma di rilievo, dunque, per la difficoltà affrontata e la passione dimostrata da orchestra e giovani solisti. Se le loro dita non si sono viste, ciò che si è potuto apprezzare – e sentire – è stata la gioia di suonare insieme, dialogando col pubblico, e il rispetto, la cura, la ricerca per ogni pagina musicale proposta. Alla fine del concerto, il pubblico è stato invitato a un brindisi condiviso per iniziare l’anno sotto i migliori auspici.

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