La Ssk riparte da San Floriano, apertura di Fedriga sul seggio in Regione

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La Ssk riparte da San Floriano, apertura di Fedriga sul seggio in Regione

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 27 Gen 2024
Copertina per La Ssk riparte da San Floriano, apertura di Fedriga sul seggio in Regione

Il presidente della Regione garantisce di voler inserire la modifica nella riforma elettorale, in sala numerosi esponenti delle forze politiche locali.

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È un inizio dell’anno certamente impegnativo, quello che la Slovenska skupnost ha salutato ieri sera a San Floriano del Collio. All’agriturismo Baronessa Tacco, il partito della minoranza slovena ha riunito i propri vertici dopo il recente congresso atteso da otto anni, insieme a tanti sostenitori ma anche esponenti delle istituzioni e delle altre forze politiche locali. All’orizzonte ci sono gli appuntamenti elettorali nei comuni del Goriziano, ma anche l’ottenimento di un seggio permanente in Consiglio regionale.

In questo senso, è arrivata la piena apertura dal presidente della Regione Massimiliano Fedriga, presente insieme al suo assessore alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti: «Penso che la minoranza slovena all'interno del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia debba essere rappresentata di diritto senza l'obbligo di aggregarsi a qualsiasi forza politica, esattamente come avviene in Sud Tirolo. Auspico un pieno coinvolgimento da parte delle diverse forze politiche, al fine di distinguere la rappresentanza delle minoranze dalle rappresentanze di partito».

Il vertice della giunta regionale pone quindi come obiettivo l’eliminazione dell’obbligo di coalizione per la Ssk, che ad oggi gli serve per poter fare eleggere un proprio rappresentante ottenendo almeno l’1% dei voti. Parole accolte con soddisfazione a partire dal presidente Damijan Terpin, ma anche dalla sottosegretaria per gli Sloveni all’estero di Lubiana, Vesna Humar, che ha preso il posto del ministro Matej Arčon, sottolineando anche lei il concetto della comunità slovena come un ponte tra Friuli Venezia Giulia e la piccola repubblica.

Numerosi gli interventi che si sono susseguiti nel corso dell’incontro, prima e dopo l’approfondita analisi della neo-eletta segretaria Fulvia Premolin. Guardando a quanto fatto da Roma e da Lubiana in quest’ultimo anno, ha rilevato che «la politica non si deve concentrare sull’efficacia immediata ma sul lungo termine. Senza piani a lungo termine non c'è cambiamento». Sollevando molti punti di discussione, ha quindi lanciato l’appello: «Quando si tratta di sopravvivere, ogni questione è secondaria. Il partito unico degli sloveni va salvaguardato a tutti i costi».

Nella sua analisi, Premolin ha quindi evidenziato la necessità di tutelare le scuole in lingua slovena («Non possiamo più fare a meno di ufficio scolastico indipendente») e di poter avere garantita una rappresentanza anche in Parlamento. Proprio dalla senatrice Tatjana Rojc (Pd) è arrivato un ulteriore invito all’unità nella comunità. Un’altra senatrice, Francesca Tubetti (Fratelli d’Italia), ha colto l’invito: «Segno che qualcosa sta cambiando» ha commentato felice Terpin. La coordinatrice provinciale del partito ha quindi rivolto un «messaggio di collaborazione».

Parole di stima che si sono sommate a quelle di altri ospiti, come quelle dell’europarlamentare altoatesino Herbert Dorfmann che ha sottolineato: «Noi (minoranze linguistiche, ndr) più di tutti abbiamo bisogno dell’Europa, in un mondo dove gli attriti vengano meno». A portare i saluti della comunità italiana in Slovenia è stato il deputato Felice Žiža, mentre il prefetto di Gorizia, Raffaele Ricciardi, ha evidenziato come «nella nazione italiana esistono tante comunità e l’apporto portato da quella slovena è fondamentale».

Prima dei saluti delle due organizzazioni principali Skz e Sso, con i rispettivi presidenti Ksenija Dobrila e Walter Bandelj, sono stati i rappresentati di Gorizia e Nova Gorica a portare i saluti. Per il sindaco Rodolfo Ziberna (accompagnato da diversi assessori e consiglieri di maggioranza), il percorso verso GO! 2025 «è una palestra di conoscenza e ancora non ci conosciamo appieno. Stiamo creando le condizioni per il 2026 e oltre». Per il vicesindaco Anton Harej, invece, «tutti gli sforzi investiti nell'ultimo decennio hanno maturato dei frutti».

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