l'appuntamento
La speranza di Fiumicello in un fiume di luci, otto anni senza verità per Giulio
Folta partecipazione questa sera per ricordare il giovane ucciso in Egitto, nell'attesa del processo. Il sindaco: «Comunità porta avanti questi valori».
Ancora un fiume di luci, ancora una comunità che chiede giustizia. E soprattutto verità. Questa sera, poco meno di un migliaio di persone sono arrivate a Fiumicello per sostenere la famiglia Regeni nella loro battaglia contro gli aguzzini del figlio Giulio, ucciso in Egitto. Sono passati ormai otto anni da quando il telefono del giovane ha smesso di squillare, momento divenuto simbolo di questa piazza, ammutolitasi in quell'orario esatto, alle 19:41. Da quell’istante, è iniziato una storia fatta di continui depistaggi e menzogne, fino ad arrivare al processo ormai prossimo a iniziare.
Quest’anno, l’appuntamento divenuto ormai tradizione ha cambiato luoghi e tappe. Anziché prendere il via dal piazzale delle scuole, dedicato proprio a Regeni, si è partiti dal piazzale dei Tigli, o del diritto al gioco com’è stato ribattezzato insieme a molte altre vie dedicate ai diritti dell'infanzia. Quello che era il punto di arrivo negli anni scorsi, per poi passare in sala Bison, è diventato la partenza per la camminata che ha illuminato le strade del paese fino alla pista di pattinaggio. Immancabile comunque il passaggio attraverso il plesso scolastico.
«Dal 14 ottobre 2016 - ha ricordato l’assessore all’Istruzione, Eva Sfiligoi - gli edifici istituzionali del Comune di Fiumicello Villa Vicentina espongono la bandiera italiana listata a lutto». Anche questo un ulteriore segno di quanto il peso del caso internazionale sia sulle spalle della piccola comunità friulana. Perché il tutto ha i contorni umani di un ragazzo cresciuto qui e impegnato ad aiutare gli altri, come ricordato da don Gigi Fontanot, raccontando di quando aveva conosciuto Giulio, che gli aveva chiesto un luogo dove fare aggregazione.
Davanti alla folta platea, prima di prendere il passo, si alternano le voci del Governo dei giovani: ragazzi di quinta elementare e delle medie che condividono questa esperienza di partecipazione con quanto fece Regeni a suo tempo. «Il Governo dei giovani è un’istituzione ormai decennale del nostro comune, lo rappresenta e lo valorizza al di fuori dei suoi confini» ha voluto sottolineare il sindaco, Alessandro Dijust, ai nostri microfoni prima di entrare nelle palestra per gli appuntamenti della serata con numerosi ospiti.
«C’è un’attesa perché si abbia completa verità e giustizia - ha rimarcato -. Fiumicello Villa Vicentina c’è, la famiglia sta combattendo aiutata in maniera encomiabile dal suo avvocato. La comunità è stretta a loro e vuole portare avanti questi principi, perché non sono solo per Giulio ma per tutti i Giulio del mondo» ha rimarcato il primo cittadino. A tenere alto l’iconico striscione giallo c’erano proprio Paola Defendi e Claudio Regeni con la loro figlia Irene e la legale Alessandra Ballerini, dopo il flash mob "Tutti i nodi vengono al pettine", come ci si augura accada presto davanti ai giudici.
Diversi gli esponenti della politica accorsi, tra cui l’ex presidente della Camera Roberto Fico, da sempre presente all’appuntamento. «Finalmente inizia il processo in Italia, un tassello importante nel percorso di ricerca di verità e giustizia» è il commento della sua collega del M5s e consigliera regionale, Rosaria Capozzi. Furio Honsell (Open) rileva che il processo che inizierà tra un mese «è un risultato importante dopo tanti anni di silenzio, mentre nel nome dell'interesse industriale importanti aziende nazionali facevano affari con il regime egiziano».
Per la segretaria regionale del Pd, Caterina Conti, «aspettiamo il 20 febbraio 2024 per la prima udienza alla Corte d'Assise di Roma, perché si cominci a stabilire una verità processuale, ma anche per ribadire la dignità della giustizia italiana a fronte del muro di gomma che l’Egitto ha alzato contro le richieste del nostro Paese. Giulio Regeni, un italiano, è stato ucciso e noi chiediamo che i responsabili siano processati, condannati e paghino la loro pena, su questo non si transige». Diverse anche le fasce tricolori presenti, in particolare dai comuni del Goriziano limitrofi.
Foto Fabio Bergamasco
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