«Soldi alle scuole non al cemento», sit-in contro il campus di via Grado a Monfalcone

«Soldi alle scuole non al cemento», sit-in contro il campus di via Grado a Monfalcone

la protesta

«Soldi alle scuole non al cemento», sit-in contro il campus di via Grado a Monfalcone

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 01 Giu 2024
Copertina per «Soldi alle scuole non al cemento», sit-in contro il campus di via Grado a Monfalcone

Contro il progetto di cementificazione si batte il comitato di cittadini, che questa mattina ha organizzato una manifestazione contro il progetto.

Condividi
Tempo di lettura

Minuscole e preziose, si aprono come diamanti sul lungo stelo, richiamando le api con il loro labello vellutato. Sono le orchidee spontanee, la cui varietà Ophrys apifera sboccia rigogliosa nell’area di risorgiva sulla quale si intende costruire il polo scolastico di Monfalcone. Contro il progetto di cementificazione si batte il comitato “Salviamo i campi di via Grado”, che sabato mattina si è riunito in un sit-in nell’area di fronte al Kinemax per manifestare il proprio dissenso. Oltre ai componenti del comitato, erano presenti i referenti di Legambiente e dell’associazione ambientalista Eugenio Rosmann, quest’ultima rappresentata dal presidente Claudio Siniscalchi.

«Abbiamo avanzato le nostre osservazioni a questa variante numero 69 al piano regolatore – spiega Siniscalchi – che prevede di spostare l’Isis Pertini e il liceo Buonarroti dalle sedi attuali, in centro e in posizione ben servita dalla stazione e dagli autobus, in quest’area verde». Trasformazione del territorio e urbanizzazione invasiva approvata dal Consiglio comunale il 24 aprile, senza prendere in esame l’inevitabile consumo di suolo monitorato dal Sistema per la protezione dell’ambiente.

Risorsa di ben 35mila metri quadri – per l’esattezza 35.309 – che secondo la giunta va destinata all’istruzione; preferendo così abbandonare le strutture scolastiche esistenti per edificarne di nuove, in una zona periferica e distante dal centro abitato. Soluzione che tuttavia si scontra con il problema della falda idrica prossima alla superficie, e della tutela di un habitat da preservare. «La falda è molto alta – rimarca Siniscalchi – È una zona di risorgive, bonificata, quindi l’acqua si ritrova a un metro e sessanta sottoterra. Dovendo costruire ci saranno costi aggiuntivi e problemi tecnici di gestione dell’acqua, perché l’area si allaga spesso».

Mentre in un primo momento il Consiglio comunale ha ritenuto non necessaria un’analisi geologica, «già compiuta con il piano regolatore di oltre vent’anni prima», a seguito delle osservazioni riportate dagli ambientalisti si è stabilito di affidare la perizia del suolo a un geologo. Grazie alla quale sono emerse le criticità già evidenziate da comitati e associazioni. «È una zona deliziosa, sia per la bellezza degli alberi che per gli animali che vi trovano riparo – commenta Vincenza D’Alba, abitante della zona – Ci sono fagiani, scoiattoli, alberi di noce, e un sentiero lungo cui rilassarsi o meditare».

«Distruggere tutto questo equivale a togliere alla Natura, che dà la vita, influenzando i cambiamenti climatici. Cerchiamo piuttosto di utilizzare le strutture dismesse, come la Coop consumatori, che è una cattedrale nel deserto sulla strada statale che da Monfalcone porta a Trieste. Dobbiamo essere grati per ciò che abbiamo». Distruzione di un habitat giustificata da un costo che risulterebbe maggiore per la ristrutturazione rispetto a una costruzione ex-novo. Una valutazione che non guarda al calo demografico in atto, che si sta ripercuotendo sulla sfera studentesca dell’intero territorio nazionale, ma esclusivamente al presente.

«Pur tutelando gli interessi dei licei e dei diversi istituti, chiediamo che vengano prese in considerazione soluzioni alternative – prosegue il referente - Utilizzando gli edifici esistenti ed evitando di costruire in un’area così preziosa. Lo stesso Comune di Monfalcone inseriva fra i suoi obiettivi una diminuzione del consumo di suolo, con particolare attenzione alle zone cuscinetto. Questa è esattamente una zona cuscinetto, in quanto intorno è tutto costruito ed è rimasta una delle poche zone agricole rimaste».

Zona boschiva e di prato che rappresenta «uno degli ultimi polmoni verdi» di cui dispone la città, da cancellare in nome di appalti edilizi pur in presenza di falde affioranti. «Fra l’altro, recentemente abbiamo rinvenuto una fioritura di orchidee di Ophrys apifera», racconta Siniscalchi. Non è comune imbattersi in queste specie protette, in Italia soggette a tutela integrale - a seguito della convenzione di Washington riguardante animali e vegetali - La delegazione si è spostata lungo il sentiero costellato di fragole di bosco per osservare le orchidee disseminate nei prati, alcune della quali sono state danneggiate o recise da gesti vandalici, incuranti della sanzione nella quale si incorre.

«Chiediamo che il progetto venga rivisto e che la zona sia sottoposta a tutela – ribadisce uno dei referenti del comitato “Salviamo i campi di via Grado” – Si tratta di prati che non vengono coltivati da più di vent’anni. C’è un vizio di forma, in quanto il Comune dichiara che si tratta solo di un’area agricola e seminativa – il che non corrisponde a vero – Siamo contrari alla cementificazione di uno degli ultimi cuscinetti di area non costruita a Monfalcone, che è la città con il più alto tasso di cementificazione». Un patrimonio da salvare e tutelare anche mediante appositi cartelloni informativi, per insegnare alla popolazione come il rispetto comune abbia inizio dal rispetto dell’ambiente in cui si vive.

«Il centro cittadino lamenta alcuni problemi di scarsa frequentazione. L’idea di portare i ragazzi qui in zona periferica si traduce in traffico e nuove strade. Mentre lì in centro c’è la ferrovia e la linea degli autobus, oltre che molti edifici in abbandono». Una società da un lato dominata dal calo di nascite, dall’altra da scarsa attenzione all’ambiente e al benessere dei cittadini. Dove l’ennesimo progetto di cementificazione rischia di lasciare in eredità ai nostri figli il prossimo baluardo in abbandono.

Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) la redazione de Il Goriziano è contattabile al +39 328 663 0311.

Articoli correlati
...
Occhiello

Notizia 1 sezione

...
Occhiello

Notizia 2 sezione

...
Occhiello

Notizia 3 sezione