Slovenia, gettati nella foiba di Macesnova Gorica: 3.200 vittime

Slovenia, gettati nella foiba di Macesnova Gorica: 3.200 vittime

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Slovenia, gettati nella foiba di Macesnova Gorica: 3.200 vittime

Di Daniele Tibaldi • Pubblicato il 31 Ott 2022
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Le operazioni di scavo erano in corso da almeno tre anni, i dettagli emersi.

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Si sono conclusi a metà ottobre i lavori di ricerca nella foiba di Macesnova Gorica. Come abbiamo già scritto alcuni mesi fa, le operazioni di scavo erano in corso da almeno tre anni e hanno portato alla luce i resti di oltre 3.200 vittime, temporaneamente conservate in un magazzino di Kočevje. Vittime, in prevalenza collaborazionisti sloveni delle forze di occupazione nazi-fascista, del vortice di violenze ed esecuzioni sommarie commesse dalle autorità titine in Jugoslavia nell'immediato secondo dopoguerra.

Quella di Macesnova Gorica, che si trova nella Bassa Carniola (Dolenjska) vicino al confine con la Croazia, risulta essere la più grande tra le varie foibe dei boschi di Kočevski Rog, dove, secondo le stime più condivise, sarebbero stati occultati i corpi di 14 mila vittime, di cui 12mila domobranci sloveni.

Per recuperare i resti, sono stati rimossi circa 2.800 metri cubi di detriti provocati da esplosioni innescate dalle autorità jugoslave negli anni Cinquanta, nel tentativo di coprire a tutti i costi le tracce del massacro. Secondo quanto dichiarato alla conferenza stampa di venerdì scorso dall'archeologo Luka Rozman, che ha condotto le operazioni di scavo nell'area, circa 40 persone, tra le vittime, sopravvissero sia alla fucilazione, sia alla successiva caduta nella fossa carsica, ma perirono ugualmente non essendo riusciti a trovare una via di uscita.

"La fossa comune sotto Mecesnova Gorica – ha dichiarato lo storico Mitja Ferenc, membro della Commissione d'inchiesta governativa sulle foibe – dovrebbe diventare parte della memoria nazionale, affinché quanto successo dopo la Seconda guerra mondiale tra sloveni non si ripeta mai più".

La priorità ora, secondo il capo della Commissione Jože Dežman, è trovare un luogo degno per la sepoltura delle vittime trovate in Slovenia. Le loro famiglie vorrebbero che venissero collocate in un'area ad hoc nel cimitero monumentale di Žale, nella periferia di Lubiana, nonostante le autorità cittadine abbiano dichiarato che, allo stato attuale, non ci sarebbe spazio.

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