Situazione post pandemia, nuove norme in diocesi per le celebrazioni da oggi

Situazione post pandemia, nuove norme in diocesi per le celebrazioni da oggi

La nota

Situazione post pandemia, nuove norme in diocesi per le celebrazioni da oggi

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 01 Apr 2022
Copertina per Situazione post pandemia, nuove norme in diocesi per le celebrazioni da oggi

L'arcivescovo Redaelli ha emanato una nota in seguito alle indicazioni della Cei. Niente distanziamento ma mascherine Ffp2.

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Dopo le diposizioni emanate dalla Cei, la Conferenza Episcopale Italiana, per le celebrazioni liturgiche, anche l’arcivescovo di Gorizia, monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli, ha firmato l’altro ieri una nota pastorale per la fine dello stato di emergenza epidemiologica.

“L’abrogazione del protocollo operativo – si legge nella nota - non può corrispondere tuttavia ad un abbandono di tutte le misure di sicurezza che ci hanno accompagnato in questi ultimi due anni, stante il fatto che l’epidemia da COVID-19 non può ancora dirsi del tutto superata. Per questo motivo, e per dare un’uniformità alla prassi pastorale diocesana in merito alle celebrazioni liturgiche, funzioni e riunioni pastorali, tenuto conto della nota della CEI e di quella emanata dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti lo scorso 25 marzo 2022 circa le celebrazioni della Settimana Santa, si offrono in seguito le seguenti indicazioni, a valere dal 1 aprile”.

In sostanza, l’arcivescovo sottolinea l’obbligo di mascherine fino al 30 aprile negli ambienti al chiuso, preferendo il tipo FFP2. Non sarà obbligatorio il distanziamento in chiesa ma “si predisponga però quanto necessario e opportuno per evitare assembramenti specialmente all’ingresso, all’uscita e tra le persone che, eventualmente, seguono le celebrazioni in piedi”.

“Si continui a osservare l’indicazione di igienizzare le mani all’ingresso delle chiese, degli oratori e dei luoghi delle riunioni pastorali” e anche tenere le acquasantiere vuote. Al segno di pace evitare la stretta di mano o l’abbraccio ma continuare a utilizzare lo sguardo o accennare un inchino.

Per la distribuzione dell’Eucaristia, “i Ministri continueranno a indossare la mascherina e a igienizzare le mani prima di distribuire l’Eucaristia. La Comunione sia ricevuta solo sulla mano. È preferibile che i fedeli si pongano in fila mantenendo una certa distanza interpersonale” e per i sintomi influenzali è meglio “non partecipare alle celebrazioni” così come chi è in isolamento perché positivo al Covid.

“Si abbia cura di favorire il ricambio dell’aria sempre, specie prima e dopo le celebrazioni. Durante le stesse è necessario lasciare aperta o almeno socchiusa qualche porta e/o finestra. I luoghi sacri, comprese le sagrestie, siano igienizzati periodicamente mediante pulizia delle superfici con idonei detergenti. Si mantenga la massima cura alla pulizia e alla igienizzazione di calici, pissidi, patene e altre suppellettili liturgiche”. Le processioni potranno riprendere avendo cura di “esercitare la massima cautela ed evitare assembramenti”. Per motivi igienici, infine, è preferibile mantenere la raccolta delle offerte dopo la Comunione.

Per quanto riguarda le riunioni e le attività pastorali, diverse dalle celebrazioni liturgiche, e ogni altro evento che si svolga al chiuso negli ambienti parrocchiali, “si chiede di indossare la mascherina FFP2 e di prevedere l’igienizzazione delle mani e degli ambienti dopo l’utilizzo. Fino al 30 aprile resta l’obbligo del green-pass rafforzato”.

Nel caso di utilizzo degli ambienti parrocchiali da parte di terzi, si chieda il massimo rispetto delle norme vigenti e degli accorgimenti atti a garantire sicurezza, pulizia e igienizzazione. Il soggetto che utilizza gli ambienti parrocchiali dovrà sottoscrivere un apposito impegno in merito assumendosi ogni responsabilità conseguente.

Le persone dipendenti dalle parrocchie (ed equiparate) sono tenute a rispettare le norme di sicurezza previste per il monto del lavoro. Tutti coloro che prestano servizio a nome della parrocchia, senza essere dipendenti o equiparati, e sono in contatto con terzi, in particolare i bambini e i ragazzi (catechisti, animatori, lettori, cantori, ecc.), sono tenuti a garantire l’osservanza di quanto previsto per evitare contagi (fino al 30 aprile: vaccinazione, guarigione, test; resta l’obbligo vaccinale per gli ultracinquantenni fino al 15 giugno).

Avvicinandosi la Settimana Santa e la Pasqua il Vescovo ha sottolineato alcune indicazioni: la Domenica delle Palme, ad esempio, ha chiesto di evitare consegne o scambio di rami mentre al Giovedì Santo per la Lavanda dei Piedi si indossi la mascherina e “ci si sanifichi le mani per ogni persona”.

Il Venerdì Santo, tenuto conto dell’indicazione del Messale Romano, nella preghiera universale si aggiungerà un’ulteriore intenzione “per quanti soffrono a causa della guerra”. Nell’atto di adorazione della Croce, si eviti assolutamente il bacio, esprimendo l’adorazione con la genuflessione o l’inchino del capo. La Veglia pasquale potrà essere celebrata in tutte le sue parti come previsto dal rito. 

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