Poligamia, la replica dalla Sinistra a Cisint: «Non conosce la legge»

Poligamia, la replica dalla Sinistra a Cisint: «Non conosce la legge»

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Poligamia, la replica dalla Sinistra a Cisint: «Non conosce la legge»

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 23 Mag 2024
Copertina per Poligamia, la replica dalla Sinistra a Cisint: «Non conosce la legge»

Gli esponenti de La Sinistra: «È trascrivibile soltanto il primo matrimonio celebrato con rito islamico tra un cittadino italiano e uno di religione islamica». Crtica anche Giurissa.

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«Sembra che Cisint in questi giorni abbia scoperto l'acqua calda, cioè che il mondo è grande e che ci sono posti pieni di conservatori e tradizionalisti, che esiste il patriarcato e che quindi ci sono alcuni luoghi in cui sono vigenti ancora degli istituti molto arretrati, come la poligamia, o la possibilità, per l'uomo di ripudiare la moglie». È la replica del consigliere Alessandro Saullo de La Sinistra per Monfalcone alle affermazioni del sindaco leghista Anna Maria Cisint, che denuncia la poligamia «non osteggiata in Italia».

«Nel nostro Paese – risponde Saullo - lei dovrebbe saperlo bene, la poligamia è vietata, la bigamia è reato, non è possibile ripudiare la moglie, né acquistarla. Le registrazioni dei matrimoni stranieri, in tutti i comuni seguono semplicemente il Codice Civile e la giurisprudenza vigente, come è ben spiegato nel massimario dell'ufficiale dello Stato civile che Cisint avrebbe dovuto consultare prima di spargere allarme, dicendo che i Comuni sarebbero acquiescenti con registrazione della poligamia».

Per il consigliere di minoranza quindi, non c’è niente di più falso. «In Italia i matrimoni stranieri vengono trascritti, purché regolarmente contratti nel paese di origine, e non c'entra nulla che in astratto in quello Stato o in quel Paese sia prevista o meno la poligamia, perché la poligamia deve essersi verificata "in concreto" con più matrimoni aventi tutti effetti civilistici».

Saullo fa inoltre notare che la circolare del Miacel - un organismo del ministero dell'Interno - numero 2 del 26 marzo 2001 ha precisato che, ai fini degli effetti civili, «è trascrivibile soltanto il primo matrimonio celebrato secondo il rito islamico tra un cittadino italiano e un cittadino di religione islamica». Sostanzialmente, le parti del contratto matrimoniale di uno Stato estero che prevedono istituti non validi in Italia non producono quindi alcun effetto giuridico da noi. Pertanto non c'è nessuna accettazione di nessuna legislazione straniera, ma il semplice rispetto del Codice civile italiano.

«Di cosa parli Cisint, e perché sparga tanto allarme, chiaramente ingiustificato, si spiega purtroppo nel tentativo di emergere e farsi conoscere. Ancora due settimane, coraggio» conclude l'esponente di minoranza. Stupita dalle affermazioni di Cisint anche la compagna di banco di Saullo, la consigliera Cristiana Morsolin che afferma: «Cisint dimostra di non conoscere la norma, quanto dice è palesemente in contrasto con quanto dice la legge».

Critica anche Lucia Giurissa, consigliere e capogruppo del Pd: «È già drammaticamente ridicolo che Cisint trascorra un’intera campagna elettorale a fare le crociate contro l’Islam, quando ci sarebbe bisogno, in un contesto internazionale di escalation di conflitti, di saggezza, equilibrio e consapevolezza. Forse non le sono chiare le funzioni del Parlamento europeo e il ruolo di legislatore che è quello di occuparsi di lavoro, ambiente, infrastrutture e non di fare guerre di religione. Il fatto che consideri tutti i musulmani integralisti la dice lunga sulla sua abissale ignoranza delle questioni e sul suo uso strumentale e demagogico».

«Il sindaco di una città deve unire, smussare gli angoli, far progredire tutti - continua l'esponente dem - impari Cisint dalle nostre associazioni, laiche e cattoliche, da chi, italiani e immigrati, ogni giorno lavora insieme, collabora, per la crescita economica e civile della nostra città. Poi, se la candidata ha notizie di reato, vada a denunciare, faccia nomi e cognomi anche dei funzionari pubblici che, da quello che dice, avvallerebbero certe pratiche che in Italia sono assolutamente illegali. Faccia il suo dovere, invece di buttare tutto in una caciara elettorale».

Giurissa si dice anche stanca «del parossismo di Cisint che non cita mai fonti verificabili, capiamo che voglia scappare via da Monfalcone, prendersi il lauto stipendio di parlamentare europeo, e lasciare la città dopo sette anni nei quali non ha combinato praticamente nulla di utile». «Noi vediamo tanti problemi in città, vediamo troppo lavoro povero, il commercio che fatica, l’ambiente dimenticato, strade e marciapiedi trasandati nel vuoto pneumatico di visione testimoniato dall’assenza del nuovo piano regolatore - critica ancora la consigliera di minoranza - di questo dovrebbe occuparsi e non di andare in cerca di immaginari imam che qui vorrebbero imporre la Sharia».

«Basta, basta davvero, glielo dicono tutti i monfalconesi che ogni giorno, lavorano, studiano, si impegnano e non hanno tempo da perdere con le sue sciocchezze - conclude Giurissa - e se vuole difendere il corpo delle donne faccia anche lei assieme a noi la battaglia laica in difesa della Legge 194, quella sì che sarebbe una battaglia di civiltà».

Foto di form PxHere

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