La rabbia del sindaco e cittadini in piazza, «Stato assente a Gradisca»

La rabbia del sindaco e cittadini in piazza, «Stato assente a Gradisca»

il presidio

La rabbia del sindaco e cittadini in piazza, «Stato assente a Gradisca»

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 24 Ott 2023
Copertina per La rabbia del sindaco e cittadini in piazza, «Stato assente a Gradisca»

Più di 6.300 abitanti convivono con la realtà dei migranti del Cara, ormai il 10% della popolazione locale. Oggi la protesta in piazza.

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La pioggia non ha fermato il centrosinistra di Gradisca, che capeggiato dalla sindaca Linda Tomasinsig si è ritrovato in piazza Vittoria per manifestare di fronte agli uffici del prefetto. Si è svolta nella serata di oggi, davanti al Palazzo del governo di Gorizia, il presidio tenuto dal consiglio comunale gradiscano per ricordare lo stato di abbandono in cui versa il comune. Più di 6.300 abitanti che convivono con la realtà dei migranti del Cara, che ormai hanno raggiunto il 10% della popolazione complessiva. Già lo scorso 31 luglio era stata presentata l’ennesima richiesta per ottenere la chiusura della struttura di accoglienza.

Mozione per la quale la Lega aveva abbandonato l’aula prima che si procedesse alla votazione, con la proposta di Cattarin di ripristinare i controlli ai confini. A conclusione del consiglio i membri della giunta si erano poi ritrovati a portare la propria voce di fronte al centro di via Udine. Manifestazione alla quale non ha fatto seguito alcuna azione concreta da parte dello Stato. In piazza erano presenti – oltre alla prima cittadina - consiglieri e rappresentanti dei gruppi del centrosinistra, dal Partito democratico, Borghi per la Fortezza, Rifondazione Comunista-Sinistra europea, Cittadini per Gradisca, a Gradisca che verrà-Gerometta e gruppo misto.

“Siamo qui davanti alla prefettura di Gorizia con i consiglieri comunali, con diversi cittadini, nonostante il maltempo, per dimostrare in un altro luogo – simbolo delle istituzioni e dello Stato nella nostra provincia, qual è la prefettura di Gorizia – tutto il malessere della nostra cittadinanza”, ha rimarcato la sindaca con forza. “Ci troviamo ormai da anni in una costante prima linea per affrontare il fenomeno migratorio a Gradisca. La situazione nell’ultimo anno è notevolmente peggiorata. Non abbiamo ottenuto nessun miglioramento, anzi".

"La situazione si è aggravata e ci sono ancora più persone accolte in situazioni disagevoli, precarie, malsane. Sotto questa pioggia loro stanno dentro tende non riscaldate, e ci sono anche persone per strada. Non è più una situazione d’emergenza”. Un’iniziativa che ha visto grande sintonia fra consiglieri e capigruppo - fatta eccezione per la Lega, che ha deciso di non prendere parte all’evento. “La nuova iniziativa delle forze politiche gradiscane – con incredibile esclusione della Lega – è conseguente a una lunga serie di richieste di intervento inviate dall’amministrazione comunale a Stato e Regione e, ahimè, ignorate o cadute nel vuoto”, sottolinea ancora Tomasinsig.

Richieste per le quali non si è ancora concretizzata una soluzione in grado di restituire dignità ai migranti. “È ormai passato un anno, dalla visita dell’assessore Roberti a Gradisca – in piena emergenza migranti nei parchi – e siamo al punto di partenza: il Cara accoglie in condizioni di estrema precarietà 650 persone, a fronte di una capienza di 200. E decine di altre persone si trovano senza nemmeno questa risposta, costrette per strada, se non vi fosse il riparo della parrocchia e l’intervento dei volontari”, rincara la dose. Una situazione drammatica e disumana che potrebbe aggravarsi a causa del nuovo fronte apertosi in Medio Oriente con il conflitto israelo-palestinese. Laddove la rotta balcanica costituisce una facile porta d’accesso da parte all’intera Europa.

“Dove sono i trasferimenti promessi? Dove sono le soluzioni per evitare bivacchi, condizioni di vita non dignitose per i migranti e insicure per loro e per i cittadini di Gradisca? Come sindaca sono davanti alla prefettura assieme alle forze politiche e ai cittadini che hanno voluto aderire, per protestare contro questo atteggiamento di disprezzo verso le persone e la volontà della comunità locale”, ha ribadito ancora. Una situazione precaria che si riflette sulla stessa città di Gorizia, dove mancano strutture di accoglienza e i migranti stazionano nei pressi di Casa Rossa in ricoveri di fortuna.

“Il Pd è a fianco dei gruppi consiliari di Gradisca d’Isonzo per dire che il limite è stato da tempo raggiunto e superato, che questa cittadina non può continuare a sopportare le angherie del governo e il disinteresse della giunta Fedriga. Cara e Cpr devono essere chiuse e nell’immediato deve essere disposta una drastica riduzione della presenza dei richiedenti asilo sul territorio, che invece sembrano aumentare costantemente”. Lo ha dichiarato la segretaria del Pd provinciale di Gorizia Sara Vito, che oggi ha partecipato al presidio.

“I cittadini gradiscani stanno già subendo ingiustamente – osserva la segretaria dem - l’impatto di queste grandi e sovraffollate strutture, e in più la destra vorrebbe farne altre ancora in Regione, scaricando sui territori problemi di complessità e peso almeno nazionali. Puntare sull’accoglienza diffusa e sostenibile – conclude Vito - è ragionevole e non è da demonizzare”. Un’accoglienza complessa, che richiede costante monitoraggio da parte della regione e soprattutto sostegno dell’intero Paese. “Noi chiediamo che lo Stato se ne faccia carico in maniera stabile".

"Stiamo chiedendo questo per i migranti e per i nostri cittadini, che ormai sono veramente stanchi. Molti di loro qui presenti sono anche cittadini volontari, perché per il secondo anno consecutivo stanno sostenendo con la loro azione quotidiana l’apertura di un dormitorio, per dare almeno un riparo alle persone in questi momenti in cui fa freddo e piove. Chiediamo più dignità per tutti, per i migranti e anche per i cittadini di Gradisca, che non vogliono essere considerati cittadini della non accoglienza, dei bivacchi o delle persone per strada”. A ribadire la stessa linea anche il vicesindaco Alessandro Pagotto.

“In rappresentanza della cittadinanza ribadiamo la forte contrarietà a queste forme di accoglienza. Oltretutto, questi centri e le zone limitrofe sono sovraffollate in maniera preoccupante. Ciò comporta problematiche sia di natura umanitaria che di natura sociale, con tensioni che si creano fra la cittadinanza. Ancora una volta ripetiamo che Gradisca ha già dato e che è ora di ripensare l’immigrazione in maniera diversa. Ridistribuendo i carichi in maniera più omogenea e in modo tale che non causino malessere dove vengono concentrati”.

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