Monfalcone, si amplia il Fondo Cividini grazie a una nuova donazione della famiglia

Monfalcone, si amplia il Fondo Cividini: nuova donazione della famiglia

Al consorzio

Monfalcone, si amplia il Fondo Cividini: nuova donazione della famiglia

Di I.B. • Pubblicato il 17 Dic 2022
Copertina per Monfalcone, si amplia il Fondo Cividini: nuova donazione della famiglia

I materiali appartenuti al fotografo triestino trasferiti al CCM in vista dell’apertura del nuovo spazio espositivo nell’ex Albergo impiegati di Monfalcone.

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In vista dell’apertura, prevista nei primi mesi del 2023 e fortemente voluta dal Comune di Monfalcone a valorizzazione di “un luogo della memoria” cittadina, nell’ex Albergo impiegati di Monfalcone di una nuova cellula dell’Ecomuseo Territori del CCM dedicata al fotografo Giovanni Cividini (1879-1959) e al medico anatomopatologo Claudio Bianchi (1935-2017), nuovi preziosi materiali sono stati donati da Alberto Cividini, nipote di Giovanni, al Consorzio Culturale del Monfalconese.

Il Fondo Cividini, che documenta soprattutto lo sviluppo e l’attività del Cantiere Navale Triestino di Monfalcone, e l’allestimento nell’ex Albergo impiegati, che il CCM sta realizzando secondo quanto concordato con il Comune di Monfalcone, si arricchiscono di quattro negativi su lastra di vetro in perfetto stato di conservazione. In due, risalenti alla metà degli anni ‘20 dello scorso secolo, è ritratto Gabriele D’Annunzio, cliente dello studio aperto dal fotografo a Trieste con l’inizio del Novecento, mentre negli altri due sono immortalati i tenenti piloti Pagliano e Gori, nell’aeroporto della Comina di Pordenone, durante il primo conflitto mondiale.

Della donazione fa parte anche un’ottica utilizzata dal fotografo, ma Alberto Cividini ha consegnato al Consorzio Culturale, perché siano riprodotti, anche dei documenti autografi e delle lettere inviate da Gabriele D’Annunzio al nonno. “E' giusto che questi materiali vadano al Consorzio Culturale, che già negli anni ha valorizzato il lavoro di mio nonno grazie all’impegno, tra gli altri, di Giampaolo Cuscunà - spiega Alberto Cividini -, e a fronte del progetto che prevede un magnifico spazio espositivo nell’ex Albergo impiegati".

"Se dovessi rinvenire altri materiali, li consegnerò senz’altro al CCM”. Altrettanto importante per l’ingegner Cividini, tuttora attivo nel campo della sicurezza sul lavoro, è che nell’ex Albergo impiegati sia valorizzata anche la figura di Claudio Bianchi, definito “un pioniere nel far emergere l’impatto dell’esposizione all’amianto sulla salute”. Il CCM è depositario dei volumi e dei documenti lasciati dal medico, già catalogati e che saranno resi accessibili on line.

Ottenuto di recente lo spazio destinato ad accogliere la nuova cellula ecomuseale, il Consorzio Culturale conta di completare l’allestimento nei primi mesi del 2023. “L’ex Albergo impiegati è uno spazio che ha respirato la storia della città, così legata da inizio Novecento alle sorti del cantiere navale - afferma il sindaco di Monfalcone Anna Cisint -. Oggi riportare lì importanti documenti, fotografie, materiali capaci di raccontarla attraverso le figure e le opere di Giovanni Cividini e Claudio Bianchi farà di nuovo vibrare di vita quello spazio”.

La volontà del CCM è del resto quella non solo di conservare, ma soprattutto di valorizzazione il patrimonio culturale del territorio sul territorio, come ricorda il presidente del Consorzio Culturale, Davide Iannis. “In questo percorso svolgono un ruolo fondamentale le cellule ecomuseali, come quella che sarà a breve realizzata nell’Albergo Impiegati - aggiunge Iannis -. Si tratta di una rete di punti da consolidare e mettere in rete per valorizzare il ruolo di sviluppo socioculturale che il Monfalconese sta assumendo sempre più e che sarà sicuramente punto di riferimento per il prossimo appuntamento di Nova Gorica Gorizia Capitale europea della Cultura 2025”.

Il Fondo Cividini è stato acquisito dalla fototeca del Centro Culturale Pubblico Polivalente (oggi Consorzio Culturale del Monfalconese) nel 1985 su donazione di Rolando Pangherz, titolare dello studio Rolli di Trieste, il quale aveva salvato dal degrado di un magazzino una copiosa quantità di lastre e pellicole (circa un migliaio) di mano del Cividini e, in minima parte, del suo collaboratore Mario Circovich.

L’importante opera di recupero che ha interessato il fondo negli anni successivi, a cura di Gianpaolo Cuscunà, ha condotto alla valorizzazione del fondo attraverso lo studio, la catalogazione, la stampa a contatto, l’allestimento di una serie di mostre, la pubblicazione di alcuni volumi dedicati interamente all'opera del fotografo triestino e, infine, la digitalizzazione dei suoi scatti e la catalogazione sul Sistema Informativo Regionale del Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia (SIRPaC).

Il contatto diretto con i familiari di Giovanni Cividini e un’accurata ricerca d’archivio a cura di Gianfranco Tedeschi e Giancarlo Brambilla, hanno reso possibile un’attenta ricostruzione della sua biografia, mettendo in luce il ritratto di un valente professionista e, per usare le parole del figlio Omero, “di una persona che ha manifestato la sua arte con modestia, onestà e laboriosità”. Il riconoscimento del lavoro di recupero e valorizzazione operato dal CCM da parte dei figli e dei nipoti del Cividini ha permesso, negli anni ‘90, l’ulteriore espansione del fondo con la donazione dell’album “Comina”, creato dallo stesso fotografo con scatti propri e di altri autori ritraenti gli aviatori dell’aeroporto militare della Comina (Pordenone) negli anni della Prima Guerra Mondiale, e di una serie di fotografie di famiglia. 

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