Sette sindaci chiedono modifiche alla legge Fondo Amianto: «Ambito sia portavoce»

Sette sindaci chiedono modifiche alla legge Fondo Amianto: «Ambito sia portavoce»

La discussione

Sette sindaci chiedono modifiche alla legge Fondo Amianto: «Ambito sia portavoce»

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 26 Feb 2024
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Mercoledì l'assemblea dell'ente socioassistenziale a Monfalcone. La richiesta è un documento congiunto che vada in Regione e poi a Roma.

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Se mercoledì è prevista la riunione congiunta della Commissione regionale amianto e della Commissione Sanità, anche l’assemblea dell’Ambito socioassistenziale si riunirà mercoledì alle 13 a Monfalcone. Nell’occasione, tra i punti all’ordine del giorno, ovvero la discussione sul sistema informativo dell’Ambito e modifica della piattaforma gestionale oltre che gli aggiornamenti sul nuovo assetto organizzativo dell’ente, anche la proposta di deliberazione di un documento sul tema amianto.

Si tratta di un testo condiviso da varie amministrazioni comunali, in particolare Doberdò del Lago, Ronchi dei Legionari, Sagrado, San Canzian d’Isonzo, San Pier d’Isonzo, Staranzano e Turriaco, nella forma di un parere “in merito all’articolo 24 del Decreto Legge n. 34/2023 convertito nella Legge 56/2023 e del successivo Decreto Interministeriale Calderone-Giorgetti del 5 dicembre 2023 di istituzione del Fondo Nazionale per le vittime dell’amianto”.

I primi cittadini, che hanno voluto raccontare la propria proposta in anteprima, hanno trovato punti di condivisione nella necessità di chiarire come la norma «oltre che discriminatoria per i lavoratori colpiti e le stesse aziende e ingiusta, rappresenta una beffa per gli ex esposti e i loro eredi e per lo stesso territorio del Basso Isontino che continua a essere colpito drammaticamente dalla tragedia dell’amianto in maniera diretta».

La Legge in questione era già stata oggetto di una lettera inviata dai consiglieri regionali Enrico Bullian e Diego Moretti all’Ambito e ai sindaci del mandamento monfalconese sulla stessa Legge del fondo amianto che non hanno esitato: «Non sfugge a nessuno di voi l’assurdità, l’illogicità e la beffa che rappresenta una norma del genere nel momento in cui interviene a risarcire direttamente le stesse aziende pubbliche (nello specifico del nostro territorio si ritiene potrà beneficiarne solo Fincantieri) dichiarate soccombenti con sentenza esecutiva o comunque parti debitrici nei verbali di conciliazione giudiziale relativamente al risarcimento di danni patrimoniali e non patrimoniali riconosciuti in favore di lavoratori, o loro eredi, che hanno contratto malattie asbesto-correlate riconosciute dall’Inail», così i due consiglieri. Sono stati gli stessi a chiedere «un pronunciamento sui contenuti di tale Decreto da parte di chi poi ne subisce le ricadute sulla popolazione amministrata».

Ecco, dunque, la proposta dei sindaci che sarà discussa, come detto, mercoledì. Il documento presentato oggi, e condiviso dagli amministratori di sette comuni, esclusi Monfalcone, Fogliano Redipuglia e la commissariata Grado, chiederà, se approvato, «un intervento della Regione Friuli Venezia Giulia e Anci Fvg a sostegno di una profonda modifica normativa che riguardi la destinazione delle risorse del fondo esclusivamente alle vittime dell’amianto, ex esposti e loro eredi, escludendo da tale beneficio le società partecipate pubbliche che sono state accertate quali responsabili delle patologie contratte dai lavoratori, superando così l’impostazione discriminatoria che limita l’intervento al solo comparto dei cantieri navali».

Si tratta di 20 milioni all’anno per tre anni, per un totale di 60 milioni di euro. «Bisogna farsi sentire – così il sindaco di San Canzian d’Isonzo, Claudio Fratta – per cambiare la norma ed estendere anche ad altri ambiti il risarcimento: non solo cantieri navali ma anche ferrovie, poste, reti elettriche». Per il primo cittadino di Staranzano, Riccardo Marchesan, è una «questione di rispetto per le vittime e per chi ancora soffre e soffrirà. Il nostro territorio ha sofferto in modo integrale, non solo la Bisiacaria: ricordo le corriere che partivano da Grado e raggiungevano Aquileia, Terzo, Fiumicello e portavano i lavoratori nei cantieri». Marchesan ha ribadito la necessità, assieme a tutti i presenti, di una decisione unanime sul tema. «Ogni comune ha un memoriale alle vittime dell’amianto e non votare un documento simile significherebbe tradirne la memoria».

Se dai sette c’è stata piena condivisione, la votazione sarà per quote e, come in ogni assemblea territoriale, ad avere il peso maggiore sarà Monfalcone. «Non può essere un tema politico», ha concluso il vicesindaco facente funzioni di Turriaco, Nicola Pieri.

Da Fogliano Redipuglia e Monfalcone, in ogni caso, nessuna dichiarazione: solo il sindaco monfalconese Anna Maria Cisint conferma la linea, «non è una tematica che può affrontare l’Ambito». 

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