I sentieri della Grande guerra sul Carso esempio in Europa, ora nuovi progetti

I sentieri della Grande guerra sul Carso esempio in Europa, ora nuovi progetti

a caporetto

I sentieri della Grande guerra sul Carso esempio in Europa, ora nuovi progetti

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 16 Feb 2024
Copertina per I sentieri della Grande guerra sul Carso esempio in Europa, ora nuovi progetti

Arriva la quarta fase del percorso tra Italia e Slovenia lungo oltre vent’anni, l'obiettivo è ampliare la rete in Europa Orientale fino all'Ucraina.

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Un percorso lungo oltre vent’anni, quello del progetto Walk of Peace che collega i luoghi della memoria dalle Alpi fino al Mar Adriatico lungo un tracciato ideale che ha come filo rosso i luoghi della Prima guerra mondiale. Così la Fundacija Pot Miru v Posičju ha organizzato stamattina a Kobarid (Caporetto) un incontro tra esperti e addetti ai lavori del settore dal titolo significativo: “Da una storia locale e transfrontaliero a un’iniziativa europea” per rilanciare le progettualità, ormai alla quarta fase, di lancio del progetto a livello europeo.

«Fondamentale che i popoli vicini vicano in pace e nella conoscenza reciproca e ciò avviene anche e grazie alla conoscenza della Grande Guerra, combattuta in questi luoghi - così Marko Koprivc, segretario di Stato di Lubiana alla Cooperazione regionale - Le battaglie della Prima guerra mondiale furono combattute non solo qui ma anche nelle Fiandre, in Galizia, nella Bucovina: un’Europa unita passa anche di qui». Koprivc ha lodato il lungo percorso della Fundacija Pot Miru che, con il suo progetto Walk of Peace, ha «trasformato luoghi di atroci sofferenze in laboratori di convivenza pacifica per un’Europa più unita e coesa».

La visione
«Una visione comune tra Pot Miru e i numerosi partner aiutano la comprensione comune e il dialogo interculturale. Cooperazione e dialogo reciproco possono essere reali e collegarci oggi e in futuro», ha concluso. Secondo il segretario di Stato alla cultura, Marko Rusjan, «la cultura della Grande guerra è viatico per i popoli e per le nuove generazioni. Io – si è rivolto al folto pubblico transfrontaliero, composto da esperti e addetti del settore oltre che amministratori locali e politici – ricordo bene quando si recuperavano i resti della guerra e quando c’era ancora odio per il diverso. Ora è necessario cancellare quei confini superandoli: nuovi popoli stanno arrivando qui e si stanno stabilendo e ciò ci obbliga a collaborare assieme e a vivere in armonia e pace in modo coeso».

«Abbiamo un’eredità cruenta oltre che condivisa. Pot Miru la sta utilizzando in modo corretto non solo per “digerirla” ma anche per sfruttarla dal punto di vista turistico», ha ribadito Rusjan, che ha ricordato la richiesta di far entrare questo progetto all’interno dei siti Unesco: «Vorremmo poter mostrare al resto del mondo la nostra storia affinché la capisca e se ne arricchisca in uno spirito di convivenza e pace».  Non solo un progetto ma una vera e propria missione: la direttrice della Fundacija, Maša Klavora, lo ha ribadito fin dall’inizio scherzandoci anche su: «Ci lavoriamo anche di notte».

I partner
La squadra è coesa e lavora «da anni, seguendo l’idea nata negli anni Ottanta quando si volle creare un unica linea dall’Austria alla Slovenia fino all’Italia collegando i luoghi della Prima guerra mondiale», ha sottolineato Klavora. Dal 2000 Pot Miru è una realtà ufficiale anche se il Museo di Caporetto ha dieci anni di vita in più. Il progetto, oltre alla collaborazione di numerose associazioni ed enti sloveni, si avvale a oggi anche di vari partner italiani tra cui Promoturismo Fvg ma anche associazioni locali come la Pro loco Fogliano Redipuglia e il Gruppo Hermada “Flavio Vidonis”. Oltre cinquecento i chilometri di percorsi che, in modo ideale, tocca la cima del Monte Nero-Krn, fino all’acqua del Golfo di Trieste.

«Il valore europeo viene assorbito dal locale al nazionale», ha ribadito il direttore del Posoški razvojni center, Simon Škvor secondo cui la condivisione della memoria sia «un tema tanto delicato quanto fondamentale per tutti noi». Proprio la condivisione, anche grazie alla rete di partner, è stato «uno dei fattori di successo del progetto. Questo percorso deve mantenere il suo significato di monito per quanto successo pur diventando, dove già non lo è, un volano per il turismo locale». Tra i partner, come detto, fondamentale è l’apporto di Promoturismo Fvg: il direttore, Antonio Bravo, ha ribadito la necessità di «trovare ancora più motivo di crescita con il turismo in un luogo dove questi eventi crearono grande dolore».

«Preservare è giusto - ha rimarcato - ricordare è corretto ma bisogna far sì che questa offerta turistica di allarghi oltre agli appassionati della storia e memoria ma anche i tanti altri che vengono a trovare questi territori, scoprendo le realtà enogastronomiche e i paesaggi in modo lento». «Recuperando il passato costruiamo i ponti per il futuro conservando vive le memorie e per le future generazioni. Con la sua azione l’ente turismo sloveno lavorerà per far conoscere ancora di più la Slovenia e questa storia a livello internazionale - ha promesso la direttrice dell’ente turismo sloveno (Slovenska Turistična organizacija), Romana Zorman - Auguro che questo evento stimoli a proseguire sulla strada della collaborazione e rinsaldi i nostri legami reciproci».

Verso GO!2025
Il percorso ha valenza, chiaramente, anche nell’ambito della Capitale europea della Cultura, come ha ribadito Neža Pavšič, responsabile delle attività culturali di GO!2025: «Il nostro è un territorio unico e unito, che va raccontato è vissuto. Walk of Peace è un esempio di collaborazione transfrontaliera che va avanti da anni ricordando anche, come sia necessario rallentare la velocità del turismo. Qui il tempo rallenta, parla di pace e di collaborazione, cancellando i confini apparenti, unendo nuovi capisaldi per un futuro comune».

«Un’Europa più verde, tecnologica e viva», ha ribadito Andreja Grom, del segretariato congiunto dell’Interreg Italia-Slovenia IV-A: «Il programma 2021-2027 ha assegnato 21 milioni di euro per una trentina di progetti e, a breve, ne saranno stanziati altri 26". Pot Miru è uno dei progetti che ci rende più orgogliosi, essendo diventato un marchio europeo riconosciuto» Per quanto riguarda il WalkofPeace+, la terza fase dell’intero progetto, Nicola Revelant di PromoTurismoFvg, in qualità di responsabile del progetto ha ricordato che lo stesso è nel pieno svolgimento, essendo iniziato il primo ottobre 2023 con un’attività di due anni per valorizzare i percorsi transfrontalieri del monte Hermada-Grmada.

La fase in corso intende valorizzare il tracciato attraverso attività di promozione e accoglienza e «ha l’obiettivo di costituire un partenariato e degli accordi permanenti sul territorio che possano garantire la manutenzione e la totale percorribilità del tracciato. In questa seconda fase saranno anche promossi i lavori di riqualificazione e per la realizzazione di un percorso – con relativa cartellonistica - che interessa il monte Hermada/Grmada, uno dei luoghi più simbolici della Grande guerra del Carso triestino, custode di molte testimonianze del primo conflitto mondiale, andando così ad ampliare l’offerta ai camminatori e, in prospettiva, cicloturisti».

Il Memorandum
Proprio in questo frangente si inserisce la firma del Memorandum of Understanding tra i vari attori del progetto “sulla cooperazione transfrontaliera per lo sviluppo sostenibile e la gestione del Walk of Peace”. «Il memorandum – così Revelant prima della firma da parte di quattro istituzioni (PromoTurismoFvg, Fundacija Pot Miru, Posoški razvojni center, Občina Komen e il comune di Duino Aurisina – vuole far si che il progetto prosegua e possa essere da esempio come modello di cooperazione aperto a partner e stakeholder». Gli enti firmatari si sono così impegnati per mantenere e promuovere i principi a livello culturale e di offerta turistica del WalkofPeace garantendo standard qualitativamente alti.

Tra gli altri anche approvare nuovi partner e redigere annualmente un report sulle attività svolte, oltre che aggiornare il Memorandum proponendo integrazioni, modifiche o cancellazioni. Ora il progetto intende guardare a livello europeo all’area centrale, dalla Croazia alla Repubblica Ceca, dalla Slovacchia alla Polonia fino all’Ungheria e all’Ucraina. «Parteciperemo con più partner, oltre a quelli già coinvolti per WalkofPeace+, per un’idea progettuale che durerà trenta mesi. Il nostro obiettivo – così Maša Klavora – è quello che i nostri partner devono occuparsi di settori diversi». Klavora ha annunciato il coinvolgimento non solo del Memoriale Veneto Grande Guerra ma anche di istituzioni francesi e belghe.

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