La sentenza del Tar accoglie i ricorsi dei centri islamici, «ha perso Monfalcone»

La sentenza del Tar accoglie i ricorsi dei centri islamici, «ha perso Monfalcone»

le reazioni

La sentenza del Tar accoglie i ricorsi dei centri islamici, «ha perso Monfalcone»

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 27 Giu 2024
Copertina per La sentenza del Tar accoglie i ricorsi dei centri islamici, «ha perso Monfalcone»

L'avvocato Vincenzo Latorraca spiega i punti che hanno dato ragione ai due centri islamici, l'invito al Comune: «È ora di chiudere questa vicenda».

Condividi
Tempo di lettura

È indubbiamente positivo l’umore di Bou Konate e Rejaul Haq Raju, alla guida rispettivamente dei centri musulmani Darus Salaam e Baitus Salat di Monfalcone, nel commentare la sentenza del Tar. Alla fine, però, «non mi sento di dire che qualcuno ha vinto - sottolinea Konate - perché comunque ha perso Monfalcone». A poche ore dalla pubblicazione delle sentenza sull'ordinanza comunale contro le preghiere nei due stabili, gli esponenti della comunità islamica cittadina hanno convocato una conferenza stampa con l’avvocato Vincenzo Latorraca, spiegando i motivi della decisione.

La camera di consiglio, presieduta da Carlo Modica de Mohac, ha quindi «accolto entrambi i ricorsi - ha illustrato il legale - e quindi le ordinanze risultano annullate. Il divieto imposto dal Comune da oggi non vige più. Le associazioni possono tornare a svolgere le loro attività». Tre i punti principali su cui, come rilevato da Latorraca, si sono soffermati i giudici: l’aspetto urbanistico, quello dei diritti costituzionali e il mancato mutamento della destinazione d’uso degli immobili in cui si svolgono le preghiere.

Sul primo aspetto, «il Comune - così il difensore dei centri culturali - aveva impedito la funzione religiosa sull’indicazione del Piano regolatore. Noi abbiamo sostenuto che anche in ambiti diversi non era vietato l’insediamento di luoghi di culto e il Tar ha accolto la nostra tesi». Ha quindi ricordato che «avevamo individuato anche altri luoghi di culto insediati in ambito residenziale, per i quali il Comune non aveva emesso alcun provvedimento», con particolare riferimento alla presenza della chiesa ortodossa di via IX giugno.

Guardando all’aspetto dei diritti, poi, quello di «culto non può subire limitazioni se non ci sono indicazioni coerenti e precise. Quelle che provenivano dalla disciplina urbanistica non impedivano questo tipo di insediamenti» ha rimarcato Latorraca. Infine, ha sottolineato come «la sentenza afferma che Il Comune non ha dimostrato la mutazione della destinazione d’uso come incompatibile». Se il sindaco Annamaria Cisint ha già annunciato ricorso al Consiglio di Stato, «le associazioni sono pronte a sostenere le proprie posizioni».

In ogni caso, sia da parte dell’avvocato che dai suoi assistiti, è arrivato l’appello a riunire quel tavolo di confronto già richiesto dallo stesso Consiglio di Stato. «Non ci sono altre soluzioni a questo punto - così Konate - il fronte aperto in città non è gradevole per nessuno. Non è una bella cosa per Monfalcone. Invitiamo il Comune anche a visitare i nostri centri e vedere di persona cosa sono, per discutere se ci sono problemi da risolvere. Siamo pronti a farlo. È ora di chiudere questa vicenda». Parole condivise da Haq Raju.

Quest’ultimo ha commentato: «Noi abbiamo sempre rispettato le regole, è tempo di risolvere i problemi e costruire una città pacifica». Dal canto suo, Latorraca ha invitato l’amministrazione locale «ad approfittare del dialogo auspicato dal Consiglio di Stato, che non è mai avvenuto se non in via formale. Qui stiamo parlando di diritti fondamentali e, finché siamo in uno Stato di diritto, il culto rientra tra quelli fondamentali della persona». Il Comune ha già annunciato di voler proseguire «per dimostrare la correttezza della nostra azione», così Cisint.

Nella foto: la manifestazione della comunità musulmana a Monfalcone del 23 dicembre 2023

Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram e Whatsapp, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) la redazione de Il Goriziano è contattabile al +39 328 663 0311.

Articoli correlati
...
Occhiello

Notizia 1 sezione

...
Occhiello

Notizia 2 sezione

...
Occhiello

Notizia 3 sezione