La sede Inail di Monfalcone rischia di chiudere, dipendenti in sciopero

La sede Inail di Monfalcone rischia di chiudere, dipendenti in sciopero

LA PROTESTA

La sede Inail di Monfalcone rischia di chiudere, dipendenti in sciopero

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 18 Apr 2023
Copertina per La sede Inail di Monfalcone rischia di chiudere, dipendenti in sciopero

Confermato lo stato di agitazione. Tra i problemi da risolvere la carenza di medici e rischi correlati allo stress dei dipendenti.

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Lo sciopero nazionale dei dipendenti Inail del prossimo 21 aprile è confermato. A comunicarlo alla nostra redazione è stata Graziella Manservigi, dipendente dell’Istituto e sindacalista della Cgil Funzione Pubblica di Trieste nonché coordinatrice regionale del sindacato per tutta la regione. “La protesta avrà luogo nelle ultime tre ore di lavoro – sono le parole di Manservigi – e questo avverrà nelle sedi locali di Inail, nelle direzioni regionali e in quella nazionale”. Le ragioni della protesta sono riconducibili alla carenza di personale, al definito “cronico malfunzionamento” delle procedure informatiche.

Attacco poi all’elevato rischio di stress da lavoro correlato e al ritardo nell’avvio delle politiche necessarie al sostegno del personale- Facendo riferimento alle sedi Inail di Monfalcone e Gorizia, Manservigi ha fatto intendere che la situazione non è del tutto “rosea”. “A Monfalcone si rischia la chiusura – continua la sindacalista – mancano due medici su cui l’organico dovrebbe effettivamente contare. In servizio c’è solo un medico che esercita la sua attività da libero professionista ma che può occuparsi solo di alcune tipologie di pratiche”. E ancora Manservigi: “Inoltre, abbiamo solo tre amministrativi".

Si tratta del "responsabile della struttura, l’addetto agli infortuni che andrà in pensione nel 2024 e l’amministrativo referente per le aziende. A Gorizia invece, c’è un solo medico e manca un infermiere che lo affianchi”. Nell’assemblea regionale della scorsa settimana che ha riunito Fp Cgil, Cisl FP, Uilpa, Federazione Confsal Unsa, Usb, Dirstat Fialp Unsa, Anmi Inail, e Flp, è stato deciso di continuare a lottare per “rilanciare la funzione sociale dell’Ente”. Ad interessarsi della tematica e del conseguente stato di agitazione annunciato è stata anche la senatrice del Pd Tatjana Rojc.

"Il ministro del Lavoro - così la dem - affronti e risolva in accordo con le organizzazioni sindacali la grave crisi degli organici e il cronico malfunzionamento delle procedure informatiche patiti dal personale dell'Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro con ripercussioni sull'utenza. Dopo il nulla di fatto uscito dall'incontro tra le organizzazioni sindacali di categoria e il Governo dello scorso 31 marzo e in vista dello sciopero indetto per il prossimo 21 aprile, chiediamo partano iniziative volte a rafforzare il ruolo dell'Inail quale player pubblico nell'ambito delle politiche di sicurezza sui luoghi di lavoro".

Alcuni giorni fa, anche i consiglieri regionali del Pd Diego Moretti e Francesco Russo hanno incontrato una rappresentanza sindacale della Cgil Funzione pubblica e della Rsu della sede Inail di Trieste .”La grave carenza di organico – commentano Moretti e Russo – che è stata al centro dell'assemblea regionale, oltre a essere un fattore di instabilità per i lavoratori, si traduce anche nel concreto rischio per l'erogazione di servizi essenziali a favore di lavoratori, aziende e consulenti del lavoro. Una situazione, questa, particolarmente grave e compromessa nella sede periferica di Monfalcone, alla quale si rivolgono centinaia di aziende e migliaia di lavoratori che già nel 2024 potrebbe seriamente chiudere definitivamente i battenti”.

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