Un secolo dopo il viaggio del Milite Ignoto, rinasce la stazione di Aquileia

Un secolo dopo il viaggio del Milite Ignoto, rinasce la stazione di Aquileia

il cantiere

Un secolo dopo il viaggio del Milite Ignoto, rinasce la stazione di Aquileia

Di Redazione • Pubblicato il 25 Ago 2021
Copertina per Un secolo dopo il viaggio del Milite Ignoto, rinasce la stazione di Aquileia

Era il 1921 quando partì il convoglio verso Roma. L'area sarà riqualificata, avviato il cantiere con i primi interventi.

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Inizia a cambiare volto l’ex stazione dei treni di Aquileia. In questi giorni, infatti, è iniziata la fase di pulizia, rilievo e predisposizione del cantiere per riqualificare l’area, dismessa dalla fine degli anni Trenta e che è stata il punto di partenza del Milite Ignoto verso Roma. Il 29 ottobre 1921, infatti, da qui partì il convoglio ferroviario alla volta dell’Altare della Patria, per celebrare i caduti in battaglia italiani durante quella sanguinosa guerra. Il feretro fu scelto da Maria Bergamas, di Gradisca d’Isonzo, scelta come simbolo delle madri dei soldati morti.

A un secolo di distanza, si punta a “rigenerare l’edificio - spiega il sindaco Emanuele Zorino in una nota - al fine di ri-conferirgli la dignità dovuta quale luogo simbolo della nostra storia, restituendo di fatto un monumento alla nazione”. Opera da tempo attesa, ha preso slancio grazie ai nuovi investimento stanziati dalla Regione, tra cui l’ultimo da 400mila euro in sede di concertazione, e al confronto tra amministrazione locale e Fer Servizi e Ferrovie dello Stato. Ulteriore tassello è stato la costituzione dell’Ufficio unico per Aquileia, “necessario all’accelerazione di questo processo”.

“Grazie al tavolo di confronto - prosegue il primo cittadino - e alla collaborazione con Soprintendenza, Regione, Comune e Fondazione Aquileia, in pochi mesi riqualificheremo l’intera zona, area di collegamento antistante la stazione, lungo la ciclabile Alpe Adria, e che collega l’area archeologica della Domus di Tito Macro, l’area del Foro, il Porto Fluviale e l’area del complesso Basilicale”. Il tutto grazie a due milioni di euro messi a disposizione dalla stessa Soprintendenza. “Sono tanti i luoghi della nostra memoria storica ancora da restituire al loro splendore” ha aggiunto Zorino.

Foto Emanuele Zorino/Facebook

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