Lettere - Le scuole sono presidi di democrazia e cultura, no dimensionamento

Le scuole sono presidi di democrazia e cultura, no dimensionamento

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Le scuole sono presidi di democrazia e cultura, no dimensionamento

Di Marco Barone • Pubblicato il 15 Ago 2023
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Sul tema, oggi ci scrive Marco Barone in qualità di esperto di legislazione scolastica e articolista per la rivista nazionale Orizzonte Scuola.

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Nel cuore dell’estate, fanno discutere – e non poco – il dimensionamento scolastico e le problematiche ad esso correlate. Nell’ex provincia di Gorizia, saranno quattro gli interventi regionali di questo tipo. Si tratta di “un taglia e cuci” che non convince e genera le proteste di molti. All’orizzonte si prospettano presidi a scavalco tra un istituto comprensivo e l’altro, tagli del personale e riduzione dei sevizi per le famiglie.

Sul tema, oggi ci scrive Marco Barone in qualità di esperto di legislazione scolastica e articolista per la rivista nazionale “Orizzonte Scuola”. Barone richiama l’autonomia e la specialità della nostra Regione. Questi sono due elementi che, secondo l’autore, saranno decisivi per garantire il mantenimento degli standard qualitativi delle istituzioni scolastiche locali. SF

Sanità, scuola e giustizia sono i principali tre pilastri di qualsiasi società civile e democratica. Purtroppo in Italia da decenni sistematicamente si assiste all'impoverimento della sanità pubblica con lo scopo di incentivare quella privata e queste conseguenze nel nostro territorio regionale son ben evidenti, dal sistema più basilare che è quello della medicina territoriale - dove è più facile trovare l'ago nel pagliaio che un medico di famiglia - ai servizi più complessi. Posti letto persi, reparti razionalizzati e tutto a discapito dei cittadini e del personale sanitario che vi opera.

Similmente alla sanità, che nell' Isontino è in sofferenza, anche la giustizia se la passa male, basta vedere la cronica carenza di personale nel tribunale goriziano e anche la scuola se la passa tutt'altro che in modo felice. Se da un lato, dopo decenni di accomodamento sull'esistente, si stanno ripianificando e progettando finalmente nuovi edifici scolastici, grazie anche ad importanti risorse comunitarie, dall'altro lato, nella provincia di Gorizia, la quasi metà delle istituzioni scolastiche sarebbero ben sotto la soglia fatidica numerica per continuare ad esistere come Istituzione scolastica autonoma.

Dunque, progressivamente, si continua a proporre il piano di dimensionamento che secondo la direttrice 2024-2027 dovrebbe interessare nella provincia di Gorizia per ora alcuni istituti comprensivi, in un futuro non lontano, probabilmente saranno anche altre scuole ad essere coinvolte, che tradotto in modo letterale significa perdita di posti di lavoro, tanto a livello amministrativo, quanto di docenza, quanto di collaboratori scolastici, quanto di dirigenza e perdita di servizi e incremento di disagi per le famiglie.

Vero è che la nostra regione soffre di una carenza demografica importante e che solo grazie alla presenza di cittadini stranieri non si è ancora in una fase di tracollo totale. Ma vero è che i cali demografici non devono e non possono diventare un pretesto per privare i territori delle proprie scuole o per avviare pratiche di dimensionamento. Siamo quel Paese che sperpera danari pubblici immensi per baggianate, armi, opere faraoniche e cattedrali nel deserto della speculazione, si chiudono o accorpano però con una facilità estrema le scuole, favorendo così da un lato la corsa alle private, per chi può permetterselo, e dall'altro l'impoverimento culturale, sociale ed economico anche di un territorio. La presenza di una scuola come Istituzione, rappresenta tante cose, che vanno ben oltre la sterile questione dell'identità.

Il Friuli Venezia Giulia è una regione a statuto speciale, autonoma, ma questo autonomismo negli ultimi anni è annacquato; se c'è una vera occasione dove poterlo usare, che non significa regionalizzazione dell'istruzione, è questo, ovvero difendere le scuole nei territori, mantenendo almeno l'esistente, ed opponendosi con fermezza ad ogni processo ulteriore di dimensionamento scolastico cogliendo la palla al balzo cercando di avere un numero di studenti per classe inferiore piuttosto che continuare ad avere classi pollaio che con il sistema del dimensionamento scolastico non faranno altro che incrementare e diventare la normalità.

Si tratta di una questione di volontà, di visioni, di prospettiva e per dirlo con uno slogan mai superato: “più scuole nei nostri territori”, andando oltre le sterili questioni numeriche che sono spesso solo un banale pretesto per tagliare il personale e affossare le scuole pubbliche che si reggono sulle spalle di chi con passione e sacrificio ogni giorno vi opera con piena dedizione.

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