la lettera
Scuole, interviene l'ex assessore Cecot: «Ripensare il modello locale»
Ci scrive Ilaria Cecot, ex assessore provinciale all'Istruzione e insegnante, sul dimensionamento in programma a Fogliano: «I tempi sono cambiati».
Gentile Redazione,
ho letto diversi articoli sul vostro giornale rispetto al prossimo dimensionamento scolastico e vi propongo alcune riflessioni, fatte da un’ex amministratrice ora insegnante.
Da assessora provinciale all’Istruzione provai a fare ben due dimensionamenti scolastici, seguendo scrupolosamente le linee guida emanate dalla Regione Fvg in ottemperanza delle norme nazionali allora vigenti, in quegli anni (era il 2014) la competenza era delegata dalla Regione alla Provincia. Tutti e due i riordini non andarono a buon fine, nonostante le proposte avessero ottenuto il placet di sindacati, studenti e di tutti i dirigenti scolastici, tutti ad eccezione di uno.
Quell’unica voce dissenziente, caldamente motivata da un corpo docente che, per questioni ideologiche (ritenevano che il liceo classico venisse svilito se accorpato al liceo artistico, ad esempio) e personali (il rischio di dover completare l’orario in una scuola diversa, per qualche insegnate politicamente attivo, era concreto) fu in grado di bloccare un progetto approvato anche dall’Ufficio scolastico regionale. La politica ovviamente ci andò a nozze.
La speculazione politica su questioni meramente tecniche è una costante di queste situazioni e poi, come spesso succede, si sceglie di non scegliere. Quando le proposte vengono da sinistra, la destra le blocca e viceversa, a prescindere dal merito. Il bottino in palio è ovviamente sempre il consenso elettorale.
Purtroppo, la mia lunga militanza politica mi rammenta che con questo modus operandi, quello che segue le logiche del consenso e del campanile, l’Isontino ha perso decine di occasioni per essere un territorio più forte, moderno e coeso, ne cito una per tutte: l’ospedale unico a Villesse. La questione risale ormai a più di 20 anni fa, la proposta era di creare un unico grande ospedale, capace di servire anche la bassa friulana, al posto dei due piccoli ospedali di Gorizia e Monfalcone. L’epilogo è sotto gli occhi di tutti. Dobbiamo renderci conto, volenti o nolenti, che i tempi sono cambiati e che la flessione demografica rende insostenibile il modello di erogazione dei servizi che abbiamo conosciuto fino ad oggi, e questo non riguarda solo scuole ed ospedali ma presto riguarderà anche le municipalità.
Questo mood caratterizza l’intera Regione. Quest’anno ho svolto il mio anno di prova nella pedemontana pordenonese, altra zona interessata a dimensionamento, e se posso comprendere l’esistenza di un plesso di 25 alunni ad Anduins, località d’inverno difficile da raggiungere, faccio invece fatica a comprendere l’esistenza di un plesso da 40 alunni a Meduno e di uno da 80 a Cavasso Nuovo, distanza 3 chilometri, oppure di due plessi nello stesso comune Sequals e Lestans (frazione di Sequals) distanza 4 chilometri, ovvero la distanza tra Fogliano e Gradisca.
La verità? Spesso non si tratta di preservare territori disagiati, quanto campanili a cui si è comprensibilmente affezionati, nonché mi si permetta il pungolo a qualche collega, l’abitudine piuttosto diffusa di voler mantenere il posto sotto casa per sempre al fine di diventarne quasi i proprietari. Le dinamiche socio-economiche e demografiche della società contemporanea credo rendano necessario ormai pensare al territorio in termini decisamente più ampi, il ché non significa rinunciare ad un’identità culturale, quanto comprendere che nuovi modelli di organizzazione dei servizi sono ormai inderogabili.
Personalmente non mi preoccuperei del dove è collocata la direzione didattica, ma di che cosa c’è nelle scuole. La scuola oggi è profondamente cambiata e, l’estrema complessità delle problematiche che affronta ogni giorno necessita di altro, ovvero: meno alunni per classe, stabilizzazione del corpo docente, ambienti di apprendimento adeguati, dotati delle attrezzature necessarie e sicurezza, non dimentichiamo che la maggior parte degli edifici risale agli anni 50-60.
Rispetto al “caso Fogliano” posso solo dire che ho avuto modo di incontrare di recente la sindaca, che mi ha testimoniato la sua comprensibile preoccupazione, del resto quando succedono queste cose, successe anche a noi in Provincia, un amministratore sente fortissima su di sé la responsabilità. Mi sentirei piuttosto di suggerire alle diverse opposizioni, soprattutto a quelle esterne al consiglio, un atteggiamento più collaborativo.
Nessun sindaco può trascurare volontariamente il tema della sicurezza degli edifici di cui risponde, lo ricordo, civilmente e penalmente. Quando successe a noi in Provincia ricordo con piacere l’atteggiamento serio e responsabile dell’opposizione, da Simonetta Vecchi (ex sindaca di Villesse) a Fabio Russiani (vicesindaco di Cormons) per passare a Diego Bernardis oggi consigliere regionale, non solo non sollevarono polemiche inutili ma alla fine di quel difficile periodo in cui, tra il 13 di agosto e l’inizio dell’anno scolastico spostammo ben 800 studenti, fecero un plauso alla giunta provinciale ma la politica forse allora era cosa più seria.
Ilaria Cecot
Ex Assessora provinciale all’Istruzione
Insegnante